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VITTORIO FELTRI per Libero Quotidiano
Francesco Alberoni, insigne professore, è stato ed è un grande sociologo. Ai tempi in cui lavoravo al Corriere della Sera, scrisse un articolo epocale: affermò sul finire degli anni Settanta che l' Italia avrebbe vissuto un nuovo Rinascimento. Ci azzeccò. Infatti di lì a poco Milano da bere fu una innegabile realtà.
Nello stesso periodo egli stampò un libro fondamentale, "Innamoramento e amore", che fu illuminante, distinguendo la fase della cotta da quella successiva del consolidamento del sentimento che, non sempre, matura in una coppia.
Era la prima volta che un autore affrontava il tema delle relazioni con tanta profondità. Ecco perché stimo Alberoni. Egli è intelligente e vede lucidamente il futuro e il presente, inoltre è capace di indagare quanto avviene nell' animo degli uomini e delle donne. Ora è su di età, ma questo non vuol dire niente.
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I lustri non offuscano l' intelletto, tanto è vero che San Giovanni compose l' Apocalisse ultra ottantenne e Leonardo Da Vinci fino all' ultimo giorno non smise di speculare in senso filosofico. Tuttavia Francesco, prossimo alle 90 primavere, ha vergato un nuovo libro per l' editore Piemme, titolo: "Amore mio come sei cambiato", elaborato con Cristina Cattaneo, in cui esprime concetti che non ce la sentiamo di condividere appieno. Sostiene in pratica che l' amore in certi casi, se bene coltivato, può durare una eternità. In parte ha ragione, nel senso che una coppia evoluta e collaudata può volersi bene fino alla morte. Senza stanchezze. Io ne sono testimone essendo legato da oltre mezzo secolo a mia moglie.
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Con la quale ho condiviso traversie e sacrifici. E ora sono ancora con lei e lei con me, ovvio, con reciproca soddisfazione. Nel senso che due coniugi, se trovano un comune denominatore, non hanno difficoltà a convivere con piacere per decenni, non sono disposti a rinunciare al reciproco appoggio, definibile mutuo soccorso. Significa che l' amore eterno o, meglio, l' affetto, c' è e sarebbe sciocco non ammetterlo.
Però sussiste un però. Non bisogna illudersi che simile legame indissolubile sia a portata di mano di chiunque. Bisogna che marito e moglie, o due amanti, è lo stesso, siano pronti al sacrificio, soprattutto quello di rinunciare alle distrazioni, che costituiscono un pericolo per la stabilità di ogni unione. Intendo dire che durante una lunga convivenza è quasi impossibile resistere alla voglia di cedere alla attrazione verso persone seducenti. Capita a tutti, credo, di abbandonarsi tra le braccia di un' altra donna o di un altro uomo. Il problema non è quello di opporsi alla tentazione di lasciarsi andare alle lusinghe della carne, ma quello di non illudersi che lasciare la vecchia fiamma per unirsi a quella che si è accesa di recente sia risolutivo.
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I RIMPIANTI Bisogna rendersi conto che dopo un po' si finisce sempre per rimpiangere la signora che abbiamo abbandonato e che costituiva un punto fermo e irrinunciabile per campare dignitosamente. Perché l' amore, ovvero l' attrazione, a qualcuno provoca sì un incendio nel cuore, ma altrettanto è accertato che non dura e si spegne. Dopo di che il rimpianto per il passato domestico si trasforma in pentimento e in desiderio di tornare all' ovile. Chi è consapevole di questo non è detto sia in grado di gestire una relazione extra senza rinnegare quella consunta, ma di sicuro non strapperà il legame antico e provvederà a riallacciarlo quanto prima.
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Perché condividere una esistenza intera con una cristiana o un cristiano comporta una complicità così stretta da superare ogni contrasto, compreso quello derivante dalla stanchezza dovuta al calo del desiderio sessuale, inevitabile col trascorrere del tempo. Insomma, un matrimonio, o una unione, non può basarsi soltanto sulle gioie caduche del letto.
chagall FRANCESCO ALBERONI