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    COSE TURCHE PER DEL TURCO - FELTRI: “È STATO ASSOLTO PER IL REATO DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, MA GLI È STATA CONFERMATA LA CONDANNA A 3 ANNI E 11 MESI DOVUTA AD ALTRE QUESTIONI PASTICCIATE. MERITAVA UNO SCAGIONAMENTO COMPLETO: NON HA RUBATO ALLA SANITÀ REGIONALE. IL BOTTINO NON E’ STATO MAI TROVATO. C’E’ UN ACCANIMENTO SU DI LUI”


     
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    Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

     

    vittorio feltri vittorio feltri

    Ottaviano Del Turco, ex sindacalista, ex ministro ed ex presidente della Regione Abruzzo, è stato assolto per il reato di associazione a delinquere, ma gli è stata confermata la condanna a 3 anni e 11 mesi dovuta ad altre questioni pasticciate. Per l' imputato si tratta di una mezza soddisfazione. Meritava uno scagionamento completo. Che invece non c' è stato e non comprendiamo perchè.

     

    Del Turco non ha rubato alla sanità regionale. Il bottino non è mai stato trovato. Egli è stato accusato da un proprietario di cliniche senza mai esibire prove, e poi condannato pesantemente per ragioni imperscrutabili. Non riusciamo a comprendere tanto accanimento su di lui, uomo probo e senza macchia.

    ottaviano del turco ottaviano del turco

     

    Siamo di fronte a un caso per nulla chiaro che penalizza un governatore sul conto del quale non c'era e non c'è nulla da dire se non in bene. Tutta la sua vita è stata specchiata e sapere che nel suo futuro c'è la galera ci getta nel più tetro sconforto.

     

    Le inchieste della magistratura hanno un senso, di solito, ma in questa circostanza ci sfugge la ragione di simile accanimento su una persona sulla quale non è stato trovato alcun peccato. Non siamo in grado di darci una spiegazione logica. Forse noi non abbiamo a disposizione tutti gli elementi per giudicare.

    Ottaviano Del Turco Ottaviano Del Turco

     

    Ma ad occhio e croce è stato commesso su di lui, poveraccio, un errore giudiziario. Non sarebbe la prima volta e non sarà l' ultima. Purtroppo la vita riserva cattive sorprese. Siamo vicini a Ottaviano di cui conosciamo la rettitudine e invitiamo, invano, i giudici a ripensare le loro decisioni probabilmente sbagliate.

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