• Dagospia

    IL SOSPETTO DELL’INFELTRITO: LA FURIA DEL CAV CONTRO IL COLLE? MI FA PENSARE CHE CI FOSSE UN ACCORDO CON NAPOLITANO MA NON HO LE PROVE…


     
    Guarda la fotogallery

    Beatrice Borromeo per "Il Fatto quotidiano"

    vittorio feltri daniela santanchevittorio feltri daniela santanche

    Tra "l'esercito di sadici" che contro B. sfodera strumenti di tortura, secondo Vittorio Feltri, ci sono anche gli ex colleghi del Cavaliere. Quegli scissionisti del Pdl che all'indomani del voto sulla decadenza, basta sfogliare Il Giornale, vengono accostati ai nemici dell'ultim'ora: "Comici", "toghe svolazzanti", "pidocchi" e quel "coniglio" del capo dello Stato (copyright , quest'ultimo, del direttore Alessandro Sallusti): "Ma non chiamateli traditori", esorta Feltri.

    Lei però non è molto più tenero: parla di cortigiani che lavorano per eliminare" il Cavaliere, che godono "a stringere lentamente - molto lentamente - la vite della garrota".
    Ma il tradimento non è una categoria politica. Uno passa di qua e di là in base alla convenienza, più che alle idee. Non dico che sia normale, ma è fisiologico. Mentre è innegabile che siano tanti quelli che devono tutta la loro storia politica a Berlusconi.

    Qualche nome?
    Inutile fare elenchi, perché ci rientrerebbero quasi tutti. E non poteva che essere così: Forza Italia nacque in tre mesi. Non ci fu molto tempo per selezionare i candidati in base a meriti politici. E un partito improvvisato, si sa, imbarca un po' di tutto. Salì a bordo un grande gregge.

    Quale è la più insolente delle pecore?
    Ovviamente Alfano. Mi risulta sia stato nominato dallo stesso Berlusconi segretario del Pdl appena un paio d'anni fa. Anche Schifani pensavo fosse più legato al Cavaliere.

    Ieri Sallusti, per colpire Schifani, ha rispolverato linguaggi mafiosi: "Meglio avrebbe fatto a dire: faccio così perché sono ‘uomo d'onore' ", ha scritto.
    E come faccio a commentare quel che dice il mio direttore, fintanto che lavoro qui?

    Anche lei, come il suo direttore, biasima il presidente della Repubblica?
    Io non ho nulla contro Napolitano. Non aveva la possibilità d'interferire con la vicenda processuale di Berlusconi, a meno che non ci fossero effettivamente delle trattative sottobanco. Ma io ci credo.

    Come si spiega allora la furia del Cavaliere contro il capo dello Stato?
    Mi fa venire il sospetto che tra i due un accordo ci fosse, ma, ripeto, la prova non ce l'ho.

    Ma secondo lei i transfughi del Nuovo Centrodestra si sono salvati o autodistrutti?
    Il rischio che questa scelta gli si ritorca contro è molto concreto. Ho la sensazione che aver rotto il partito nel momento in cui il leader viene emarginato sia una pazzia. Perché Berlusconi non solo esce dal Senato, ma tra qualche mese dovrà pure scontare una pena detentiva. È destinato a rimanere fuori dall'agone politico. E se la risposta alla perdita del capo è quella di sfasciare del tutto il partito, la considero folle.

    Quindi Formigoni, Lupi, Alfano e gli altri evaporeranno alla prossima alba?
    Se ne sono andati per appoggiare un esecutivo immobile, e l'hanno fatto non tanto in difesa del centrodestra, ma dei privilegi conquistati grazie a questo governo. La possibilità che presto si pentano è molto concreta, e non certo per questioni morali, ma perché un partito compatto, unito, e intenzionato a dar battaglia in campagna elettorale poteva avere un peso. Ora questi qui sono solo una compagnia allo sbando.

    VITTORIO FELTRIVITTORIO FELTRI

     

    BERLUSCONI BERTINOTTI MARINI NAPOLITANOBERLUSCONI BERTINOTTI MARINI NAPOLITANO
    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport