Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
vittorio feltri
La cronaca nera un tempo rendeva i giornali interessanti per il pubblico desideroso di scoprire la realtà drammatica che lo contornava e di cui gli sfuggivano i particolari. Giornalisti di grande talento, per esempio Dino Buzzati, dedicavano la loro prosa elegante e intensa alla narrazione di fatti impressionanti, per esempio la strage di Rina Fort.
dino buzzati
Gli articoli erano appassionanti e provocavano nel lettore sensazioni forti. I delitti in particolare suscitavano emozioni e gli acquirenti dei quotidiani li sfogliavano col desiderio di capire perché l'umanità potesse sprofondare nella violenza e nella crudeltà. Oggi i redattori, oltre a non avere il talento dei loro predecessori, se ne infischiano dei fatti di sangue come fossero eccezioni indegne, perché volgari, di essere approfondite.
Non capiscono che i conflitti i quali spesso sconfinano nell'omicidio riflettono le atrocità della vita sociale e famigliare. I miei ex colleghi se ne guardano dall'alzare i glutei dalla sedia per correre sui luoghi delle tragedie e raccontarle dal vivo spiegandone i motivi reconditi. Preferiscono stare ore e ore davanti al computer, che li ipnotizza e rimbambisce.
marco eletti all eredita
Se una notizia non appare sullo schermo del portatile non è tale, al massimo la riassumono in un paio di dispacci, in un italiano approssimativo, e si illudono di avere compiuto il loro dovere. Poi si lagnano perché il giornalismo è in decadenza, mal pagato e ha perso prestigio. Si occupano soltanto di Salvini, Draghi, Letta, di virus e di coprifuoco.
vittorio feltri
Roba importante di sicuro, eppure la politica e i suoi riflessi contano per il 10 per cento, l'altro 90 riguarda le vicissitudini delle persone, eternamente alle prese con guai e conflitti su cui colpevolmente si sorvola. Io non ne posso più dei giornalisti che considerano quella che è stata la mia antica professione una attività burocratica e tecnologica. Mi viene voglia di cedere alle lusinghe del riposo.
Resisto poiché mi inganno di essere in grado di riuscire a convincerli che il loro mestiere non è sedentario come quello del notaio o del virologo, bensì richiede lo sforzo di comprendere quello che succede (anche fuori dagli ospedali), cioè esige l'indagine onde portare alla luce le tribolazioni dei nostri simili. Ieri, alcuni quotidiani hanno riportato la storia allucinante di Marco Eletti, 33 anni, ragazzo intelligente, autore di buoni gialli, il quale avrebbe stecchito il padre e tramortito la madre per motivazioni oscure, forse di genere finanziario. Lo hanno arrestato.
MARCO ELETTI SABRINA GUIDETTI
Stupisce che un giovane solare come lui, che peraltro partecipò al programma televisivo "L'eredità" ( Rai uno), un tipo di talento, abbia commesso codesto atto da criminale incallito. Un mistero, va svelato, in quanto turba la coscienza di chiunque. Tuttavia, per investigare bisogna recarsi sul posto, parlare con i vicini, i parenti, esplorare gli anditi bui della psiche del presunto assassino. L'esistenza degli uomini è piena di pieghe occulte. Occorre esaminarle. Il mio vecchio direttore della Notte diceva: risparmia pure il cervello che non hai, ma non la suola della scarpe. Prima di scrivere bisogna scavare. Aveva ragione.
marco eletti