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    “CI HA DETTO CHE GLI ALTRI CLIENTI AVEVANO DIRITTO A STARE TRANQUILLI” – PARLA MARCO SABATINI, IL PADRE DI UNO DEI BIMBI AUTISTICI RIFIUTATI DA UN CENTRO TERMALE DI FERENTINO, A FROSINONE: “HANNO RESPINTO LA PRENOTAZIONE QUANDO HANNO SENTITO LA PAROLA AUTISTICI. IL PROPRIETARIO HA DETTO CHE LA STRUTTURA NON ERA ADEGUATA, MA LA VERITÀ È CHE NON VOLEVA I NOSTRI FIGLI E…” – VIDEO


     
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    Maria Novella De Luca per “la Repubblica”

     

    «Come mi sono sentito? Offeso. Discriminato. Per Matteo, per me, per mia moglie Elena, per tutte le famiglie con figli autistici che sono state messe alla porta dal gestore di quell' hotel. Un albergatore che non ci ha ritenuti degni di passare il Capodanno insieme agli altri clienti. Ma vorrei rassicurare tutti: stasera passeremo comunque un bellissimo Capodanno con tanti amici cari».

    Marco Sabatini con la moglie e il figlio Marco Sabatini con la moglie e il figlio

     

    Ci vuole ben altro per intaccare la tenacia e l' ottimismo di Marco Sabatini, papà di Matteo, 12 anni, ragazzino autistico che frequenta la prima media di una scuola pubblica di Roma, innamorato della musica, del nuoto e dei cartoni animati.

     

    «Lo sente? È qui vicino a me che ride e ascolta tutto quello che diciamo ». Una brutta storia. Di esclusione e di pregiudizi che pensavamo superate. Sì, perché Marco, Matteo e Elena sono stati rifiutati, alla vigilia di Capodanno, insieme ad altre dieci famiglie, dall' hotel "Terme di Pompeo" di Ferentino, in provincia di Frosinone, dove avevano prenotato un breve soggiorno.

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    Marco Sabatini, perché l' hotel ha respinto la vostra prenotazione?

    «Appena hanno sentito la parola "bambini autistici". Eppure erano ben contenti quando, all' inizio di novembre, avevamo riservato stanze e cenone per più di quaranta persone».

     

    Com' era composto il vostro gruppo?

    «Siamo genitori con figli autistici. Ogni anno facciamo una settimana di vacanza con i nostri ragazzi che svolgono una terapia particolare in acqua. Una tecnica straordinaria attraverso la quale i nostri bambini, spesso, come si dice, chiusi in una torre, riescono a comunicare con chi sta loro accanto. E così siamo diventati amici».

    bambini autistici terme di pompeo – fontana olente a ferentino bambini autistici terme di pompeo – fontana olente a ferentino

     

    Tanto da voler passare il Capodanno insieme.

    «Sì, genitori e figli, autistici e non. Così come sono le nostre famiglie. Ma quando abbiamo avvertito il proprietario della presenza dei nostri dieci ragazzi disabili, l' hotel ci ha chiuso le porte».

     

    terme di pompeo – fontana olente a ferentino terme di pompeo – fontana olente a ferentino

    È la prima volta che vi capita di essere discriminati così duramente?

    «La vita con un bambino come Matteo è spesso una lotta contro piccole e grandi ingiustizie.

    Tutto va conquistato, ogni passo verso l' autonomia per noi è scalare una montagna. Dal vestirsi al mangiare da solo, dalla scuola alla burocrazia. Ho visto diffidenza o noncuranza verso Matteo, ma nessuno ci aveva mai escluso da un villaggio turistico, un cinema o un ristorante».

    capodanno alle terme di pompeo – fontana olente capodanno alle terme di pompeo – fontana olente

     

    Come si è giustificato il proprietario?

    «Ha detto che la sua struttura non era adeguata e c' era un numero chiuso per i bambini. Si è mai sentita una cosa simile? La verità è che non voleva i nostri figli».

     

    Perché?

    «Gli altri clienti della cena di Capodanno avevano diritto a stare tranquilli. Così ci ha detto.

    E a mezzanotte, ha aggiunto, con lo scoppiare dei botti chissà che reazione avrebbero potuto avere dei ragazzi autistici».

     

    Davvero offensivo.

    «Pura ignoranza direi. Ma nel 2020 fa impressione. Ci tengo a dire, poi, che ognuno di quei dieci ragazzi sarebbe stato accompagnato da due genitori e magari da qualche fratello. Cosa vuol dire poi struttura non adeguata? I nostri ragazzi camminano, nuotano, vanno a scuola, non hanno un problema di barriere architettoniche».

     

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    Possiamo definirlo razzismo?

    «Sì, razzismo e pregiudizio. Ma noi non ci facciamo scoraggiare».

     

    Accanto a lei c' è Matteo che ride.

    «Matteo è allegro. Adora la musica, ha la sua playlist dove in cima ci sono Thegiornalisti e Jovanotti. È un divoratore di cartoni, prima di tutto i Puffi».

     

    A quanti anni avete capito che Matteo era autistico?

    «Me ne sono accorto quando aveva due anni. Faceva un gioco con le forme geometriche e non riusciva a metterle nell' ordine giusto. Poi la diagnosi. Dura. Durissima».

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    Ogni giorno una conquista.

    «È così. Bisogna continuamente creare reti, aiutarlo a diventare il più autonomo possibile, trovare le terapie giuste, gran parte delle quali sono private, a pagamento. Ma soprattutto, ogni mattina, devi ritrovare dentro di te la forza dell' ottimismo».

     

    A lei non manca.

    «Matteo è un dono e noi non ci arrendiamo. Stasera avremo un bellissimo Capodanno in famiglia».

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