Estratto dell'articolo di Enrico Galletti per il “Corriere della Sera”
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Vittorio Feltri 2
«Vittorio…?» Uno squillo. Risponde Vittorio Feltri.
«Sì?».
«Sarà mica al mare…». «Al mare, io? Mi rompo già abbastanza le scatole a Milano, figuriamoci al mare. Ma sempre meglio di andare in ferie.
Una tortura. Non faccio ferie da 45 anni».
Sei, sette secondi di silenzio.
«Peraltro io al mare non ci ho mai messo piede. Mi dicono che l’acqua sia salata ma non ho mai avuto modo di verificarlo».
susanna tamaro 1
Mai una volta? Neanche un bagno?
«Per carità. Nel mare finiscono le deiezioni di tutto il mondo. Andranno anche prima nel Seveso, poi nell’Adda e nel Po, ma alla fine dove si piazzano? Nel mare. Per cui, questa esperienza la lascio volentieri agli altri».
È domenica e nonostante il giorno rosso e la prossimità a Ferragosto Vittorio Feltri è in redazione a chiudere Libero .
Ultimi giorni prima del trasferimento (o meglio, del ritorno, per la terza volta, in via Negri, al Giornale ). Un secco «no» all’estate, il suo. O meglio, al fatto che questa stagione debba cambiarti la routine, prenderti e buttarti in auto, in cammino, qualche volta dare pure uno slancio al tuo livello di socialità. «Gli italiani sono tutti in ferie ad agosto. Ma in ferie da cosa?», per dirla alla Marchionne.
vittorio feltri
E non sono mica in pochi a pensarla così. Ci sono quelli che odiano sudare, quelli che guardano la coda in autostrada con gli occhi di un asteroide che cade sulla terra, quelli che «in due è già troppo» e quelli che, anche se non se lo sanno spiegare, questa stagione, semplicemente, la odiano.
Scrittori, cantanti, attori. Che anche in pieno agosto fanno quello che fanno sempre: stanno a casa. E mica da quest’anno. Tempo addietro, Luciano De Crescenzo aveva addirittura due assi nella manica: possedeva due appartamenti nello stesso palazzo di Roma, in via Cavour, con vista sui Fori Imperiali. L’inverno lo trascorreva al secondo piano, che era più caldo, d’estate si trasferiva all’ultimo piano, dove aveva il terrazzo che dava sui Fori. E quella era la sua vacanza […]
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La scrittrice Susanna Tamaro osserva il mese di agosto dalla sua finestra nelle campagne umbre, vicino a Orvieto, «dove — spiega — si ha il privilegio di raccontare un viaggio in terre meravigliose, di lunghe e avventurose camminate tra la calura del deserto e i picchi innevati senza muoversi mai dal davanzale della propria casa». […] «Per me — scandisce Susanna Tamaro al telefono con il Corriere — estate è stare immobili. Odio il caldo e questi giorni. E in fondo è raro stare fermi di questi tempi, ma solo così si riesce a vivere davvero. Mi prendo questi giorni per vivere osservando, riesco a vedere la natura, ciò che nasce e ciò che muore. C’è una vita intorno a noi che continuamente va avanti. Troppo spesso non ce ne accorgiamo».
vittorio feltri nel soggiorno della sua casa a milano
Un fattore sociale, anche? «Mi fa impressione la folla delle vacanze, la frenesia di visitare i luoghi. Più corriamo, più perdiamo di vista la natura che si muove. Io resto qui, seduta a questo tavolino davanti alla mia finestra sul mondo, dove ho scritto il mio ultimo libro che uscirà a ottobre». Uno strappo alla regola? «Qualche volta sì, è capitato: sono andata in campeggio. Il massimo che possa fare per definirmi vacanziera. Ma se ne è sempre parlato semmai a fine ottobre».
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Immobili. «Resto qui». Come in una delle tre tele del trittico «Stati d’animo» di Umberto Boccioni, «Quelli che restano», che metaforicamente immortala quelli che nei vecchi film sventolano il fazzoletto bianco sul binario, provando a descrivere lo stato d’animo di chi rimane. Di chi resta a casa.
A volte per necessità. Come Carlo Verdone, che affida il suo sfogo ai social mentre scrive un nuovo progetto: «È veramente sconfortante trovare un ostacolo nella scrittura del prossimo lavoro e faticare tutto il giorno con gli altri sceneggiatori senza trovare la soluzione. Dovrei stare in vacanza, ma se non risolviamo ci perdiamo giorni di relax meritato».
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[…] E dire che per molti la vera libidine agostana è proprio la «restanza»: quella condizione orgogliosamente asociale di quando non resta neanche un prete per chiacchierar… Ma i veterani della «restanza» dicono che basta scavallare Ferragosto. Tanto poi tornano tutti.
vittorio feltri foto di bacco (1) susanna tamaro 2 stress da vacanza 1 vacanza 5 vacanza 4 vacanza stress da vacanza susanna tamaro 3 susanna tamaro 7 vittorio feltri VITTORIO FELTRI E I GATTI vittorio feltri nella sua casa milanese con il gatto ciccio