Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
ANGELA MERKEL
L’emergenza profughi ha costretto Angela Merkel a stravolgere la sua agenda: ha disdetto un incontro con il premier estone Taavi Roivas previsto nei prossimi giorni e vedrà oggi invece a Berlino il cancelliere austriaco Werner Faymann per un faccia a faccia sulla crisi. La verità è che la Germania sta cercando di correre ai ripari dopo aver totalmente sottovalutato il problema. «Abbiamo creato un “effetto aspirapolvere”, per un combinato disposto di fattori, e nelle ultime settimane si è messa in moto una montagna di persone che vogliono venire tutte in Germania», ammette un’autorevole fonte governativa.
Dopo oltre sessantamila arrivi in soli quindici giorni, il vicecancelliere Gabriel è stato costretto a correggere al rialzo le stime sui profughi che potrebbero arrivare quest’anno: un milione. E il portavoce di Merkel, Steffen Seibert, ha precisato che «ce la faremo, ma non in una notte». La fonte aggiunge però che «il governo è altrettanto consapevole che non potremo accogliere tutti gli anni una cifra del genere. Perciò serve una svolta».
angela merkel
Vertice straordinario
La verità è che dopo la demonizzazione sulla crisi greca, gli episodi di xenofobia e di intolleranza in alcuni centri di accoglienza, forse anche l’episodio della bimba in lacrime palestinese «freddata» dalla cancelliera, qualcuno a Berlino era ansioso di mostrare un’immagine diversa, di ricordare l’antica tradizione tedesca dell’accoglienza. Inoltre, Merkel ha sottovalutato l’effetto del proprio, un po’ spensierato, annuncio che la Germania potrà tranquillamente accogliere 800 mila profughi: «Frasi e immagini che hanno fatto rapidissimamente il giro del mondo e hanno messo in moto una marea di persone - racconta la fonte - che non possiamo accogliere tutte noi».
migranti al confine con l ungheria 10
Merkel e l’austriaco Faymann potrebbero rinnovare dunque oggi la richiesta di un vertice straordinario europeo sui profughi, secondo indiscrezioni. E la decisione di domenica di ripristinare i controlli alle frontiere, sostiene la fonte, conteneva un duplice messaggio: uno proprio all’Austria, l’altro all’Europa. «Sappiamo che gli austriaci accompagnavano i profughi alla frontiera e gli dicevano “da qui attraversate da soli”», scaricandoli sulla Germania e violando le regole europee: «Dovevamo segnalare a Vienna che non possiamo più tollerare questa dinamica».
Avvertimento all’Italia
In secondo luogo, «Schengen può funzionare solamente se le frontiere esterne funzionano». La libertà di circolazione all’interno della Ue, uno dei principi più sacri e simbolici dell’Unione, può sopravvivere solo – questo il messaggio chiave di Berlino in questa fase – se i Paesi europei rispettano il principio che «verso l’esterno i controlli siano più seri, più duri». Ancora più esplicitamente, spiega l’esponente di spicco del partito (Cdu) di Angela Merkel, «dobbiamo dare segnali molto chiari ai Paesi di provenienza. E gli hot spot devono funzionare seriamente».
immigrati in macedonia al confine con la grecia
Nei mesi scorsi non sono mancate tensioni anche tra Roma e Berlino sui controlli dei profughi, e la Germania non ha nascosto la sua irritazione perché sospetta che molti vengano lasciati passare senza la registrazione imposta dagli accordi di Dublino. L’obiettivo in prospettiva, chiosa la fonte, «è che già quando raccogliamo qualcuno in mare, dovremmo poter decidere se portarlo indietro nel loro Paese o concedere l’arrivo in Europa».
La Germania non mette in discussione il diritto d’asilo, ma pretende, adesso, che ognuno faccia la sua parte. Anche che sia negato ai profughi di potersi scegliere la destinazione: «Se adottiamo un meccanismo di redistribuzione, i profughi devono accettare la destinazione che viene loro assegnata». Una parte dei cristianodemocratici vorrebbe addirittura che si introducesse il principio di tagliare in Germania gli aiuti sociali a chi non rispettasse il Paese di destinazione.
Viktor Orban
Orban invitato a Monaco
Paradossalmente il «cattivo» Viktor Orban è l’unico che, con metodi discutibili, ha rafforzato i controlli ai confini esterni con la Ue, nello specifico con la Serbia. Ecco perché una parte del partito di Merkel non lo biasima affatto per questo, anzi. I bavaresi della Csu hanno addirittura invitato Orban a Monaco, per parlare di rifugiati. E nella Grande coalizione si litiga anche su questo: i conservatori non hanno apprezzato le critiche del vicecancelliere socialdemocratico ai Paesi dell’Est che frenano sulle quote obbligatorie.
immigrati barconi 1
Oggi la giornata della cancelliera sarà lunga: dopo il tête-à-tête con Faymann, in serata è previsto un vertice di governo e un incontro successivo con i presidenti dei Länder. E man mano che passeranno le ore, il clima si incupirà sempre di più, per la cancelliera. La verità è che nel governo, nella maggioranza, ma anche nel suo partito, lo sbigottimento degli ultimi giorni dinanzi al flusso gigantesco di profughi in movimento verso la Germania ha lasciato ormai lo spazio alla rabbia.