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    FERMI TUTTI: RISCHIAMO IL RAZIONAMENTO DELL’ACQUA! – IL MINISTRO NELLO MUSUMECI, MEMORE DEI GIORNI ALTERNI IN CUI FARE LA LAVATRICE IN SICILIA PER MANCANZA DI ACQUA, VUOLE ESPORTARE IL MODELLO A TUTTA ITALIA: “È UN RIMEDIO DI CUI SI POTRÀ FARE A MENO SE PIOVERÀ. NEL LUNGO TERMINE SI POTREBBERO REALIZZARE “LAGHETTI AZIENDALI” PER ACCUMULARE ACQUA PIOVANA. QUANTO COSTANO? PER UNO POTREBBERO BASTARE 300-400 MILA EURO, PER UNA DIGA NON MENO DI 100 MILIONI. POI SERVE LA MANUTENZIONE NELLE RETI IDRICHE URBANE CHE IN MOLTI CASI SONO UN COLABRODO…”


     
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    Estratto dell'articolo diAlessandro Di Matteo per “la Stampa”

     

    nello musumeci nello musumeci

    Al Consiglio dei ministri di oggi, il ministro Nello Musumeci chiederà a Giorgia Meloni di dare vita ad una "task force" che faccia fronte all'emergenza siccità, perché la scarsità di piogge è ormai un fenomeno strutturale e bisogna predisporre un piano di interventi «immediati, di medio termine e di lungo periodo». Il responsabile per la Protezione civile e le politiche del mare è convinto che di tempo l'Italia ne abbia già perso fin troppo su questo tema e avverte che nell'immediato c'è un solo strumento da usare, se non ricomincerà a piovere: «Un sano e realistico piano di razionamento».

    siccita siccita

     

    […]

    Ma come pensate di agire nell'immediato per fronteggiare l'emergenza?

    «Nell'immediato l'unica soluzione è un sano e realistico piano di razionamento, dove c'è crisi. Si potrebbe vigilare l'uso dell'acqua potabile per usi non domestici nelle zone critiche. L'eventuale razionamento è comunque una scelta dei sindaci e dei presidenti di regione. Naturalmente è un rimedio estremo, di cui si potrà fare a meno se - e quando - pioverà, come si spera».

     

    E il piano a medio-lungo termine cosa dovrebbe prevedere?

    GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

    «Nelle regioni si può per esempio cominciare a pubblicare un bando per la realizzazione di "laghetti aziendali" per accumulare l'acqua piovana: in Italia utilizziamo solo l'11% di quella che cade ogni anno. Poi serve la manutenzione nelle dighe e nelle reti idriche urbane che in molti casi sono un colabrodo. Inoltre, perché non usare acqua depurata per irrigare i campi?

     

    In Israele hanno raggiunto risultati davvero straordinari e faremmo bene ad emularli. Senza queste e altre iniziative continueremo a inseguire il miracolo della pioggia che non arriva. Se si dovesse varare un piano di interventi non si potrebbero ottenere risultati prima di un paio d'anni».

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    Quanti soldi servono per realizzare tutto questo?

    «Impossibile dirlo, perché non sono state individuate le priorità. Faccio degli esempi: per la rete di Agrigento abbiamo varato come Regione un progetto finanziato di circa 40 milioni di euro. Per un laghetto aziendale potrebbero bastare 300-400 mila euro, per una diga non meno di 100 milioni».

     

    nello musumeci. nello musumeci.

    Lei dice che con il cambiamento climatico bisogna fare i conti. Ma la destra storicamente è stata quasi negazionista su questo tema. Significa che dovete aggiornare la vostra agenda?

     «È facile candidarsi a fare l'ambientalista in Italia. Dipende da come lo si vuol fare. C'è chi sceglie la strada ideologica, dell'integralismo, chi vorrebbe tornare alle palafitte. E c'è chi ritiene che il territorio non debba essere mummificato ma tutelato e presidiato dall'uomo, che diventa il principale custode di quel lembo di terra […] ».

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