Stefano Filippi per “la Verità”
il video di giuseppe zuccatelli nel profilo delle femin
I commissari nominati dal governo per la sanità calabrese sono come i terremoti di assestamento: fanno crollare quel poco che è rimasto in piedi. Ieri è arrivata l' ultima perla di saggezza di Giuseppe Zuccatelli, spedito l' anno scorso nel Tacco d' Italia dal ministro Roberto Speranza, suo compagno di partito, a guidare i due ospedali di Catanzaro.
zuccatelli
Zuccatelli è un vecchio compagno ferrarese cui piace spararle grosse. Del resto, ci voleva uno così per fare dimenticare Saverio Cotticelli, il generale dei carabinieri che ha appreso durante un' intervista che toccava a lui redigere il piano regionale contro il coronavirus, e poi si è pentito dicendo che qualcuno l' aveva drogato.
L' altro giorno un collettivo di femministe di Cosenza aveva mostrato Zuccatelli mentre illustrava dottamente come ci si infetta di Covid. «La mascherina non serve a un cazzo, ve lo dico in inglese stretto», aveva detto davanti alle telecamere il 27 maggio scorso.
I VIROLOGI
«Sapete cosa serve? La distanza. Se io fossi positivo, sai cosa devi fare?», aveva domandato alla bella ragazza mora che gli faceva le domande. «Devi stare con me e baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca, altrimenti non te lo becchi il virus». Senza limonare per un quarto d' ora si ha l' immunità garantita: la rivelazione ha rincuorato tutte le terapie intensive d' Italia traboccanti di anziani.
Ieri le Cosentine in lotta del collettivo Femin hanno sparato il secondo colpo. Uno spezzone della stessa registrazione ancora inedito in cui Zuccatelli se la prende con i virologi. La scena è la medesima, risale alla fine del maggio scorso: il manager seduto a una scrivania, privo di mascherina, che si agita sulla poltrona, alza la voce e sparge i suoi tesori di sapienza anti contagio.
il video di giuseppe zuccatelli 3
«Che la politica abbia affidato ai virologi il compito di governare il Paese, questa è una cosa che solo in Italia può succedere», protesta gesticolando il nuovo commissario della sanità calabrese parlando con tre rappresentanti del collettivo. «I virologi sono virologi, e sono la coda della coda della coda dell' area medica. Dopo l' Hiv nella fine degli anni Ottanta hanno avuto una visibilità che nessuno gli aveva mai dato».
la catena di sant antonio condivisa da giuseppe zuccatelli su facebook
«La coda della coda della coda»: non c' è scampo per i nuovi campioni di ascolto televisivo, le vestali del sapere medico che saltano da un talk show all' altro terrorizzando gli italiani. Ma non c' è scampo nemmeno per il suo amico Speranza, il ministro che ha messo sé stesso e il destino del Paese nelle mani del Comitato tecnico scientifico e ha affidato la divulgazione sul Covid a una squadra di esperti capitanata da Roberto Burioni. Così il superesperto di sanità ha sbugiardato il governo che l' ha incaricato.
Zuccatelli ha girato tutta Italia come manager della sanità in quota rossa: tessera del Pci, uomo forte della sanità di Ferrara, poi ispettore sanitario, quindi una lunga discesa verso il Sud in ospedali della Romagna, delle Marche, dell' Abruzzo fino ad approdare in Calabria dalla fine dell' anno scorso. Speranza lo ha nominato commissario dopo Cotticelli mentre Zuccatelli era in quarantena perché positivo al Covid, anche se asintomatico: una bella pena del contrappasso per chi aveva gettato la mascherina al vento.
zuccatelli
Ora è entrato nella cerchia ristretta degli stregoni del virus, dopo il suo predecessore Cotticelli e Giuseppe Tiani, nominato da un altro big della sinistra, il governatore pugliese Michele Emiliano, a gestire gli appalti regionali della sanità. Tiani è quello che l' altro giorno si è presentato a una videoconferenza davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera con un ciondolo al collo che gli consentirebbe di tenere lontano le particelle virali. Tre manager sanitari scelti dai giallorossi, tre disastri. Il generale Cotticelli è stato cacciato, Tiani ha dato le dimissioni da InnovaPuglia, Zuccatelli resiste: è abituato alle apnee lingua in bocca per dei quarti d' ora.
giuseppe zuccatelli