M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"
GAETANO PECORELLAOggi la Commissione antimafia, presieduta da Giuseppe Pisanu, ascolterà l'ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni De Gennaro, in relazione alla cosiddetta trattativa Stato- Mafia tra il '92 e il '93, su cui ha indagato la Procura di Palermo, chiedendo tra l'altro il rinvio a giudizio dell'ex ministro Nicola Mancino.
Per Gaetano Pecorella, deputato del Pdl, a lungo avvocato dell'ex premier Silvio Berlusconi, «su tutta la vicenda va fatta chiarezza al più presto in un'aula di tribunale per definire una volta per tutte che oggetto aveva questa trattativa e chi vi era effettivamente implicato». Ma Pecorella chiede anche che «qualunque politico, anche fosse Marcello Dell'Utri, che sia stato anche solo sfiorato dal sospetto di aver avuto qualcosa a che fare con attività contro lo Stato, dovrebbe avere la sensibilità di mettersi da parte e non fare più politica».
MARCELLO DELLUTRIOnorevole, la settimana scorsa Berlusconi è stato interrogato dal Procuratore di Palermo, Francesco Messineo e dall'aggiunto Antonio Ingroia, su un'ipotesi di estorsione ai suoi danni da parte del senatore Marcello Dell'Utri... Non è un fatto grave?
«Berlusconi è stato interrogato solo come parte lesa, senza la presenza di un avvocato. È la prima volta che, nella mia lunga esperienza di difensore, vedo la presunta vittima negare qualsiasi forma di pressione e saper giustificare i trasferimenti di danaro al presunto estorsore.
Ciò detto, Marcello Dell'Utri ha una sentenza in cui la Cassazione ha accertato la sua colpevolezza durante gli anni Settanta e un altro processo in corso in appello. Io penso che qualunque politico che sia stato anche solo sfiorato dal sospetto di aver avuto qualcosa a che fare con attività contro lo Stato, dovrebbe avere la sensibilità di mettersi da parte e non fare più politica. Solo così la politica può recuperare quella credibilità di cui in questo momento ha tanto bisogno».
lbc03 giovanni de gennaro giuliano amatoA giugno sono finite le indagini anche per la presunta trattativa Stato-mafia seguita alle stragi del '92 e '93. La Commissione antimafia presenterà presto la sua Relazione al riguardo. La nascita di Forza Italia potrebbe finire associata a questa trattativa, non pensa che per il Pdl ciò sarebbe devastante?
«Su tutta la vicenda va fatta chiarezza al più presto in un'aula di tribunale per definire una volta per tutte che oggetto aveva questa trattativa e chi vi era effettivamente implicato».
Intanto, però, queste indagini hanno innescato un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta tra il Presidente della Repubblica e la Procura di Palermo, cioè si è innescata un'altissima tensione tra i vertici dello Stato...
«A questo proposito, le uniche parole di saggezza le ho sentite pronunciare dall'ex ministro Nicola Mancino che ha invitato a evitare lacerazioni istituzionali. Ecco, io mi associo all'appello di Mancino e invito il Procuratore Messineo a fare quello che - ha dichiarato - aveva già intenzione di fare, prima del conflitto».
E cioè?
«Distruggere i nastri delle intercettazioni, in modo che la Corte Costituzionale possa dichiarare chiusa la materia del contendere».