Fiorenza Sarzanini per www.corriere.it
WALTER BIOT
«Non avevo alcun interesse politico o ideologico. Non ho mai messo a rischio la sicurezza dello Stato, non ho fornito alcuna informazione di rilievo. Non ho dato alcuna informazione classificata. Non ho mai fornito documenti che potessero mettere in pericolo l’Italia o altri Paesi». Sono le parole che Walter Biot ha affidato al suo avvocato Roberto De Vita che lo incontrato a Regina Coeli.
«Io ho quattro figli, il primogenito che non lavora, due figlie che studiano e la più piccola che ha una grave malattia e necessita di cure particolari. Ho sbagliato ma l’ho fatto per la mia famiglia. Ho avuto un momento di grandissima debolezza e fragilità. Sono stato coinvolto in un meccanismo più grande di me. Avevo un debito che non riuscivo a ripagare».
WALTER BIOT
«Parlerò con i magistrati, voglio rispondere e raccontare tutto», ha detto al suo legale. «È una storia semplice fatta di grande tristezza per grave difficoltà familiare. Oltre ad essere giudicata deve essere compresa», dichiara l’avvocato al termine del colloquio.
Nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice gli contesta di aver “venduto” «181 foto di materiale classificato, 9 documenti bollati come “riservatissimo” e 47 documenti segreti provenienti dalla Nato». Dal suo “contatto russo Biot avrebbe ricevuto 4 smartphone».
walter biot WALTER BIOT