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    FERMI TUTTI: SE IL CANE ABBAIA TUTTA LA NOTTE E IMPEDISCE DI RIPOSARE AGLI ABITANTI DEL QUARTIERE, IL PROPRIETARIO DEVE PAGARE UN RISARCIMENTO – LA CLAMOROSA DECISIONE DELLA CASSAZIONE, CHE HA CONFERMATO LA SENTENZA CON CUI LA CORTE D'APPELLO DI CALTANISSETTA AVEVA RICONOSCIUTO UN RISARCIMENTO PER I DANNI PROVOCATI DAI GUAITI DI DUE ANIMALI SU UN TERRAZZO CONDOMINIALE – LA LEGGE PREVEDE UN’AMMENDA, CHE PUÒ ARRIVARE FINO A…


     
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    Estratto dell’articolo di Michela Allegri per “il Messaggero”

     

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    Se il cane del vicino abbaia tutta la notte e impedisce di riposare agli altri abitanti del quartiere, il proprietario può venire condannato a pagare un risarcimento, anche sostanzioso: il mancato riposo notturno può provocare danni alla salute.

     

    A stabilirlo è la Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza con cui i giudici di secondo grado - la Corte d'appello di Caltanissetta - avevano riconosciuto un risarcimento per i danni provocati dai continui guaiti di due cani lasciati tutte le notti sul terrazzo di un appartamento all'interno di un condominio.

     

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    Gli animali, ululando in continuazione, hanno reso impossibili le notti dei vicini, che non riuscivano nemmeno a prendere sonno. Uno dei dirimpettai ha deciso di fare causa, sostenendo che il mancato riposo gli ha provocato danno alla salute. E i giudici gli hanno dato ragione.

     

    Nella denuncia si parla di «cupi ululati, nonché continui e fastidiosi guaiti, specie nelle ore notturne e di riposo». C'è un altro dettaglio: i due animali venivano tenuti sia sul terrazzo dell'abitazione, sia «sul terreno comune», nonostante le proteste dei vicini.

     

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    La vittima ha anche detto di avere avuto danni pure dal punto di vista lavorativo, tanto da essere stata licenziata perché non era più in grado di concentrarsi e di svolgere al meglio le sue mansioni: ha sostenuto di avere perso il lavoro per avere fatto troppe assenze per malattia, provocate proprio dallo stress causato dal mancato riposo prolungato.

     

    […] La norma stabilisce che «chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a 3 mesi, o con l'ammenda fino a euro 309.

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    Si applica l'ammenda da euro 103 a euro 516 a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'Autorità». In questo caso, oltre al risarcimento, i proprietari dei due cani dovranno anche pagare le spese di giudizio: altri 2.700,00 euro.

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