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    FERRARI, CHE CATORCIO - IL 13 SETTEMBRE LA SCUDERIA CORRERÀ IL SUO GP NUMERO 1000. PER DI PIÙ AL MUGELLO, CIRCUITO DI PROPRIETÀ, CON LA PEGGIORE MACCHINA DEGLI ULTIMI 27 ANNI - MAI NELL'ERA DEI MOTORI IBRIDI (2014) DOPO SEI GARE LA ROSSA AVEVA RACCOLTO COSÌ POCO (61 PUNTI) ED ERA COSÌ INDIETRO IN CLASSIFICA (5ª). SE NON FOSSE PER I DUE MIRACOLOSI PODI DI LECLERC IL DISASTRO SAREBBE COMPLETO. E NON SI VEDE LUCE IN FONDO AL TUNNEL…


     
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    Jacopo D'Orsi per “la Stampa”

     

    Fra meno di un mese, la Ferrari correrà il suo Gp numero 1000. Per di più al Mugello, circuito di proprietà. La sensazione però è che non ci sarà molto da festeggiare se non la leggendaria storia del Cavallino: milioni di tifosi, ma crediamo anche team e piloti, attendono il 13 settembre con ansia crescente, perché ci arriverà la Rossa peggiore degli ultimi 27 anni.

     

    LECLERC TOCCA VETTEL LECLERC TOCCA VETTEL

    Il Gp di Spagna, 997° della serie, è stato di una pochezza sconcertante, mentre un giro e una manciata di secondi davanti all'unica SF1000 superstite, quella di Sebastian Vettel (7°) doppiato due volte come in Ungheria, Lewis Hamilton andava a spasso verso la vittoria numero 88 della sua immensa carriera. Il che significa che proprio quel giorno potrebbe eguagliare il record del più grande dei ferraristi, Michael Schumacher (91), costruito anche a suon di test tra le colline toscane: altro motivo per attenderlo mordendosi le unghie.

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    BLACK OUT ALLA CENTRALINA

    A Barcellona non ha funzionato nulla. Dei limiti della monoposto si sapeva, del resto il team principal Mattia Binotto aveva lasciato Silverstone ammettendo di «non avere punti di forza». Ieri è mancata anche l'affidabilità: il black out alla centralina elettrica dopo 37 giri ha messo fine alle sofferenze di Charles Leclerc, scattato 9°. Stava remando controcorrente alle spalle di Lando Norris dopo essere stato rispedito in pista nel traffico dopo il pit-stop. Eloquente il suo commento: «Il risultato è l'immagine degli ultimi weekend.

     

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    Non è questione di motore o aerodinamica, non siamo abbastanza forti in tutto. Nessun circuito più di questo dà la misura del pacchetto». Migliorabile anche la strategia di Vettel, partito 11° con le «medium», visto che il tedesco ha dovuto aspettare quattro giri - dal 48° al 52° - per avere via radio una risposta alla sua domanda: «Posso farcela con una sola sosta?».

     

    Nel frattempo gli era stato detto di spingere, ma poi ci ha provato (riuscendoci) lo stesso: «Tanto non abbiamo nulla da perdere». Eloquente anche il suo bilancio: «Il doppiaggio ci ha aiutato, ho dovuto gestire la gomma soft un giro in meno».

     

    ORGANICO DA ARRICCHIRE

    LECLERC E VETTEL DOPO LO SCONTRO LECLERC E VETTEL DOPO LO SCONTRO

    Fa male ascoltare frasi del genere da chi guida una Ferrari, ma è la realtà. Mai nell'era dei motori ibridi (2014) dopo sei gare la Rossa aveva raccolto così poco (61 punti) ed era così indietro in classifica (5ª). Se non fosse per i due miracolosi podi di Leclerc il disastro sarebbe completo, ma bisogna comunque tornare al 1993 - 7° posto - per trovare di peggio. Il guaio che è non si intravede la fine del tunnel, quasi che a Maranello non sappiano dove intervenire o siano rassegnati come Vettel, il quale parla già da ex: «Cosa fare? Non penso che il mio parere sia più così importante».

     

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    Binotto prova a indicare la via: «La vettura ha un potenziale superiore, abbiamo pagato il risultato delle qualifiche, Charles poteva puntare al 4° posto. Non abbiamo già abbandonato l'idea di migliorare la SF1000: porteremo altre novità, sviluppando nel frattempo la monoposto 2021».

     

    Dopo il «rimpasto» seguito al flop di Budapest che ha cancellato la struttura verticale pensata da Sergio Marchionne - Enrico Cardile spostato dall'aerodinamica e progetto a capo della nuova divisione sviluppo performance, Enrico Gualtieri, Laurent Mekies e Simone Resta confermati rispettivamente capo del reparto motori, ds e responsabile telaio -, potrebbe essere l'ora di qualche acquisto. «Andy Cowell, papà dei motori Mercedes, è libero», suggerisce ad esempio Nico Rosberg. Qualche idea nuova potrebbe aiutare a risalire.

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