Estratto di “Storia confidenziale dell’editoria italiana”, di Gian Arturo Ferrari (ed. Marsilio)
dago arbore
Fino alla metà degli anni Ottanta l’Adelphi è rimasta, felicemente rimasta, una casa editrice del maestro: Bevilacqua è uno scrittore popolare, ma di qualità. Una produzione impeccabile. Una produzione di qualità. Una produzione impeccabile, una serie di proposte coraggiose e inaspettate, un pubblico solido e fedele, una reputazione crescente e inattaccabile. Il lungo e paziente lavoro di un ventennio si è tradotto in prestigio. E in un'aura inconfondibile. Se il concetto di aura si può applicare a una casa editrice, questa è senza dubbio alcuno l'Adelphi.
milan kundera cover
L'altra faccia della medaglia è che qualità significa anche limite. Il grande pubblico, quello dei bestseller, è programmaticamente (intenzionalmente?) escluso dall’orizzonte elitario che la casa si è voluta dare. Un libro cambia tutto. Il libro è L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera, in sé un capolavoro straziante.
Pubblicato dall'Adelphi all'inizio dell'85 come meglio non si potrebbe, un caso da studiare nell'arte del publishing. Viene posto intatti come opera inaugurale di una nuova collana adelphiana, "Fabula", dedicata alla letteratura contemporanea. Con una copertina azzurro pallido e un'immagine perfetta di Max Ernst che dà al libro un'aura (appunto!) di metafisica dolce.
gian arturo ferrari
Il caso vuole che nella trasmissione televisiva di Renzo Arbore Quelli della notte, popolarissima e di culto per l'intelligenzia, gli ospiti fissi, Roberto D'Agostino (orecchio molto fino e apostolo della congiunzione alto-basso), faccia del misterioso titolo un motivo ricorrente e ripetuto, un tormentone, come si usa dire. La qualità intrinseca del libro si somma all'eccellenza del publishing e alla straordinaria illuminazione mediatica. Un successo travolgente.
L'aristocratica Adelphi conosce per la prima volta le gioie del bestseller. O, meglio, il pubblico dei bestseller conosce per la prima volta la fin lì inarrivabile Adelphi. Cambia l'essenza della casa editrice, dopo il lungo ed estenuante cammino giunge sulla vetta. È ora dominante Uno smacco quanto mai doloroso per la Mondadori. La quale aveva pubblicato ben tre libri di Kundera, Lo scherzo, Amori ridicoli e La vita è altrove (due altri, Il valzer degli addii e Il libro del riso e dell'oblio erano usciti per Bompiani). Senza alcun esito.
Milan Kundera
Tre naufragi. Colpa anche del publishing. Bonacina, l'editor responsabile, li aveva relegati in una collanina dichiaratamente minore, dove dava sfogo alle sue vere e nascoste pulsioni letterarie. Ottimi libri pubblicati però senza convinzione. Credendo nella loro qualità ma non nel loro successo, in editoria il peccato mortale. Di fronte al quarto, cioè all'Insostenibile leggerezza - il capolavoro, il futuro bestseller -, Bonacina, logorato dalle precedenti esperienze, aveva opposto un netto rifiuto. A nulla erano valse le insistenze dello scout di Parigi, Alain Elkann, grande amico di Leonardo e da questi sostenuto. Si era impuntato e nonostante avesse la prima opzione sul libro lo aveva rifiutato.
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