Matteo Castellucci per “Libero quotidiano”
boris johnson
In questo inizio di 2020, il Regno Unito festeggia il capodanno due volte nel giro di un mese. Il 31 gennaio scatterà definitivamente l' uscita dall' Unione Europea e i sostenitori della Brexit festeggeranno il divorzio in grande stile, proprio sotto il Parlamento che per un triennio s' era impantanato senza partorire accordi. Banditi i fuochi d' artificio, ma è corsa contro il tempo per una suggestione simbolica: far benedire la nottata dai rintocchi del Big Ben, muto dal 2017.
Si stima un' affluenza massima di 30mila persone, nella londinese Parliament Square, per una specie di rituale collettivo, una sorta di riappropriazione di una piazza occupata, in passato, dalle marce di chi rivendicava la permanenza nell' Ue.
big ben
FARAGE ESULTA A patrocinare il festival, naturalmente, l' istrionico Nigel Farage. Titolo della serata (alle 21, le 22 italiane): «Leave Means Leave», un calco dello slogan «Brexit Means Brexit» che significa andarsene senza ripensamenti, una volta per tutte. La stesura dei cori da intonare è aperta: l' idea degli organizzatori è rovesciare, come sfottò, i canti da stadio dei Laburisti per lo sconfitto Jeremy Corbyn. Come in una resa dei conti della maggioranza silenziosa inglese, meno raccontata delle folle europeiste.
A brindare pubblicamente saranno gli euroscettici più indiavolati, va detto; ma la Brexit era diventata un tema indigesto anche ai sudditi di sua maestà più composti e moderati.
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Lo ha dimostrato il trionfo alle urne dei Conservatori, lo scorso dicembre. I «remainers», cioè i contrari alla separazione consensuale, probabilmente opteranno per contestazioni meno eclatanti. Dalle colonne del Guardian, si propone d' accendere una candela, silenziosamente, alla finestra o sulla porta. Le speranze per una contro-piazza si concentrano sul sindaco europeista della capitale, Sadiq Khan, che quel giorno ribadirà quanto Londra resti città aperta.
Sulle ennesime divisioni della saga, spira il vento di una polemica clamorosa. Per l' occasione, batterà un' icona nazionale del calibro del Big Ben? Un tentativo, parlamentare, d' imporre per legge la suonata è fallito: emendamento bocciato. Il primo ministro Boris Johnson, però, ha sposato il cerimoniale. Problema: la campana è stata «silenziata» nel 2017, per consentire i lavori di restauro della torre che la ospita. Secondo le stime di Westminster, farla rintoccare (come avvenuto, per esempio, a Capodanno) costerebbe fra le 300 e le 500 mila sterline. La spesa più ingente sarebbe rimettere in funzione il meccanismo: 120 mila sterline.
Andrebbe anche montato un pavimento temporaneo. Da considerare, poi, i ritardi sul cantiere per il recupero della Elizabeth Tower: in fumo andrebbero 100 mila sterline alla settimana.
Downing Street, che sponsorizzerà altre feste di Stato per il giorno della Brexit, non sborserà un penny, ma ha dato il suo placet a una raccolta fondi di massa. Siamo agli sgoccioli, considerando i tempi tecnici. «È come se il governo fosse imbarazzato dalla Brexit», ha attaccato, in radio, Farage. «Sarebbe una barzelletta, nel mondo, se alle 11 di sera il Big Ben non suonasse».
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RACCOLTA FONDI Il presidente della Camera dei Comuni, Lindsay Hoyle, ha stroncato l' ipotesi: «Dobbiamo tenere a mente che le uniche persone che lo sentiranno saranno quelle che vivono lì vicino o stanno visitando Westminster». La suggestione rischiava di naufragare: secondo l' Independent, la galassia pro-scampanata aveva raccolto online solo 500 sterline, un' inezia, nella giornata di lancio. Ieri, invece, si è superata quota 100mila e i favorevoli sostengono che l' opposizione abbia gonfiato le previsioni.
farage
Johnson nel frattempo ha rallentato, per cautela istituzionale. Saldare il conto tramite donazioni pubbliche sarebbe un «approccio senza precedenti», ha fatto notare una commissione parlamentare, e «ogni nuova forma di finanziamento dev' essere coerente con i principi di appropriatezza e vigilanza della spesa pubblica». Non suoneranno le campane, per certo, le chiese sparse per l' Inghilterra, nonostante le pressioni. C' è comunque un piano B: far riecheggiare, a organo pieno ma tramite le casse di un poderoso impianto audio, una registrazione dell' originale.
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