Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini per corriere.it
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Chi sceglierà di andare all’estero per le vacanze natalizie, al ritorno dovrà osservare un periodo di quarantena obbligatoria che potrebbe essere di due settimane. È questa la soluzione che il governo potrebbe adottare per evitare gli spostamenti e soprattutto scongiurare i rischi di un’impennata dei contagi da coronavirus, come accaduto la scorsa estate. Una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza aggiornerebbe la lista dei Paesi a rischio — che già comprende Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito — aggiungendo l’Austria, la Svizzera e tutti gli altri Stati che non aderiranno all’accordo europeo per chiudere le piste da sci fino a gennaio.
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Nel corso della riunione di oggi tra governo e capidelegazione si affronteranno tutti i nodi ancora aperti in vista del nuovo Dpcm, che conterrà le regole per il periodo di Natale e sarà in vigore dal 4 dicembre. Poi Conte e i ministri si confronteranno con i governatori, così da mettere a punto un provvedimento per le festività che mantenga la stessa linea in tutta Italia.
Piste chiuse
Ogni Stato ha piena autonomia, ma se davvero si riuscirà a siglare l’accordo per tenere chiusi gli impianti da sci anche in Francia e Germania, saranno poste limitazioni strette per i viaggi in Austria, Slovenia e negli altri Stati dove si va generalmente a trascorrere le vacanze sulla neve. La Svizzera concede l’ingresso agli italiani esclusivamente per motivi di lavoro, quindi è probabile che venga inserita nella lista.
Confini regionali
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Intenzione del governo è vietare lo spostamento anche tra quelle regioni che entreranno nella fascia gialla di rischio. «Gli ospedali sono ancora in affanno, non si può sostenere una terza ondata a gennaio e quindi non possiamo far circolare 7, 8 milioni di cittadini come accaduto in estate», ripete il ministro Francesco Boccia. I presidenti di regione sono contrari, temono un nuovo, durissimo colpo per le attività economiche e turistiche già in estrema crisi. E dunque non è escluso che si prevedano alcune deroghe.
I parenti stretti
Una delle eccezioni potrebbe essere concessa per il ricongiungimento familiare tra genitori e figli, coniugi e partner conviventi. Oltre al ritorno presso l’abitazione di residenza o il domicilio potrebbe essere consentita, ad esempio nel caso di anziani soli, la possibilità di muoversi da una regione all’altra.
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Feste vietate
Le feste nei locali pubblici e nei luoghi privati resteranno vietate. Per le case private si sta pensando di inserire nel Dpcm la raccomandazione di limitare gli ospiti e i commensali a tavola: la decisione non è presa, ma il governo potrebbe suggerire di nonriunirsi in più di 6, 8 persone, anche per proteggere anziani e persone con fragilità.
Negozi e coprifuoco
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I negozi potrebbero ottenere il permesso di chiudere alle 22 e i centri commerciali saranno aperti nel fine settimana e nei giorni festivi. In questo caso il coprifuoco potrebbe slittare alle 23. Nei giorni di Natale e Capodanno potrebbe esserci un’ulteriore allungamento oltre le 24, ma molto dipenderà dalla situazione epidemiologica. Se la circolazione libera di persone dal 4 dicembre - con la maggior parte di Regioni in zona gialla - dovesse far risalire la curva, non è esclusa un’ulteriore stretta.
Il monitoraggio
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L’attenzione continuerà a essere puntata sul monitoraggio settimanale, che avrà parametri diversi come hanno chiesto i governatori. Soltanto quando l’Rt sarà ampiamente sotto l’1 e per diverse settimane, si valuterà l’apertura serale di bar e ristoranti, ma anche delle altre attività come palestre e centri estetici. In attesa del vaccino che, anticipa Agostino Miozzo del Cts, «si valuta se rendere obbligatorio per alcune categorie».
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