Matteo Pinci per la Repubblica
ROMA FIORENTINA
IL campionato è salvo: quello della Roma, ma pure la serie A che rischiava stasera di restare uccisa dalla Juve. A defibrillare una competizione agonizzante è la migliore interpretazione stagionale della Spalletti corporation. Non solo per i 4 gol alla Fiorentina, in bianco più del suo completo da trasferta.
Ma perché la Roma oggi somiglia esattamente a ciò che vuole diventare: cattiva, fredda, solidissima in casa - 14° successo consecutivo, nuovo record del club e bravissima a sfruttare le proprie stelle. Su tutte Dzeko, uno che dopo due mesi di vacanza quasi totale ha ripreso a girare alla media di oltre un gol a partita: 6 in 5 match (Coppa Italia compresa) negli ultimi 20 giorni.
LA LA ROMA
Curioso che nell’anno in cui a Torino è sbarcato Higuain, in testa alla scarpa d’oro ci sia - insieme a Aubameyang del Dortmund - il centravanti della Roma rivale. Che in 90 minuti dimentica le distrazioni di una lunghissima settimana, iniziata con il rumoroso ko in casa della Samp, proseguita con il tormentone Paredes-Juve, il rischio scivolone contro il piccolo Cesena e la vicenda stadio. Per chiuderla, Spalletti è tornato alle dolci abitudini del 2017: non prendere gol, quinta volta da inizio anno.
ROMA SANREMO
Con il ritorno di Salah, in panchina con la valigia ancora da disfare solo per intimidire la “sua” Fiorentina, ma pronto a dimenticare a Roma la delusione della Coppa d’Africa persa in finale, Spalletti avrà un compito complesso. Ridisegnare la squadra senza smarrire questa solidità difensiva. Mentre la Fiorentina maledice l’Olimpico: qui aveva perso l’ultima volta, con la Lazio a dicembre. Qui ha raccolto il primo ko del 2017, che torna a minare le certezze di Sousa. Se a Torino avessero deciso di scegliere l’eventuale erede di Allegri guardando questa partite, difficilmente sceglierebbero lui. Felice in tribuna pure il ministro dello sport Luca Lotti.
DZEKO 4
Lui, amico personale di Spalletti, la Roma l’aveva vista già in mattinata per un tavolo tecnico insieme al laziale Lotito, il ministro dell’interno Minniti e il capo della polizia Gabrielli, per discutere la rimozione delle barriere della discordia, quelle che hanno diviso le curve dell’Olimpico, svuotandolo, nell’ultimo anno e mezzo. Il primo passo a cui ne seguirà un altro istituzionale con un tavolo tecnico la prossima settimana con questura e prefettura per discutere i termini dell’operazione.
DZEKO 1
All’interno di un “percorso condiviso per giungere a una soluzione in tempi brevi”: persino brevissimi, se passerà la linea-Gabrielli di una soluzione intermedia, con l’abbassamento delle barriere. Magari in tempo per il derby del 30 aprile. Lotti spinge però per una soluzione drastica, ossia la rimozione totale, che però potrebbe richiedere più tempo per mettere d’accordo tutti. Ogni discorso è ovviamente subordinato all’ordine pubblico: i due derby di coppa Italia - l’1 e il 5 marzo - sono in questo senso il primo vero banco di prova per i tifosi di Roma e Lazio.
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