DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Gian Maria De Francesco per il Giornale
salvini e conte guardia di finanza
Anche per la Guardia di finanza è arrivato il momento della svolta. Le Fiamme gialle intendono «sostenere con convinzione il cambiamento nei rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuenti», ha ribadito il comandante generale Giorgio Toschi in occasione del 244simo anniversario di fondazione sottolineando la necessità di «un nuovo approccio fondato sulla semplificazione fiscale, sulla buona fede e sulla cooperazione tra le parti, teso, più in generale, ad eliminare le misure che penalizzano i cittadini onesti, favorendo invece l' adeguamento spontaneo agli obblighi tributari e riducendo al minimo, ove possibile, l' invasività dei controlli».
Nel mirino dei finanzieri, pertanto, non ci sono più i piccoli commercianti, gli artigiani e gli imprenditori, che rappresentano l' ossatura economica del Paese e che, magari, hanno omesso di rilasciare uno scontrino.
L' obiettivo dell' azione di contrasto sono i grandi evasori, soggetti fiscalmente pericolosi i cui patrimoni sono espressione diretta di gravi reati tributari o economico-finanziari commessi. Queste fattispecie, considerate tutte insieme, in un anno e mezzo hanno sottratto allo Stato 2,3 miliardi di euro (in media, più di 2 milioni ciascuno). Per 1,3 miliardi di euro si tratta di valori e beni dapprima «congelati» e poi confiscati.
I nuovi percorsi intrapresi dalla Guardia di Finanza mirano, infatti, a «stanare» gli evasori qualificando e quantificando la sproporzione esistente tra i redditi dichiarati e il patrimonio della persona interessata da procedimenti di prevenzione patrimoniale. Insomma, più analisi incrociata dei dati, frutto della collaborazione con l' Agenzia delle Entrate sullo spesometro, e meno controlli random, quelli che spesso generano un sentimento di insofferenza da parte dei contribuenti onesti.
«La rigorosa azione di contrasto alle frodi più gravi e pericolose consente di difendere la capacità competitiva delle imprese sane, incentivando l' iniziativa economica privata», ha concluso il generale Toschi.
In particolare, sono stati effettuati 128mila verifiche e controlli nei confronti delle persone e delle imprese considerate maggiormente a rischio di evasione fiscale che hanno portato nell' arco di diciotto mesi alla denuncia di 23mila reati fiscali. Il 67% di questi sono rappresentati da emissione di fatture false, dichiarazione fraudolenta e occultamento di documentazione contabile. I sequestri di disponibilità patrimoniali e finanziarie sono ammontati a 1,1 miliardi di euro, cui si aggiungono le ulteriori proposte di sequestro già avanzate, per 5,7 miliardi di euro. Gli evasori totali scoperti sono stati 12.824. A loro è stata contestato il mancato versamento di 5,8 miliardi di Iva.
L' azione antimafia ha portato alla confisca di beni e valori per 2 miliardi di euro e al sequestro di ulteriori 3 miliardi, mentre le richieste di sequestro in corso ammontano a 4,6 miliardi di euro. Il valore accertato del riciclaggio di evasori, corrotti e mafiosi si è attestato sui 3 miliardi di euro, un fiume di soldi intercettato grazie a 1.300 indagini di polizia giudiziaria, con denunce per riciclaggio e autoriciclaggio nei confronti di 2.508 persone.
La lotta alla corruzione, invece, ha consentito di riscontrare irregolarità per 2,9 miliardi su un totale di 7,3 miliardi di euro di valore di gare d' appalto controllati. Questo significa che il 40% delle aggiudicazioni presenta evidenti illegittimità. In totale sono state denunciate per delitti contro la Pubblica amministrazione oltre 6mila persone, il 10% delle quali è finito in manette (644).
Anche i sequestri eseguiti per 800 milioni di euro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica danno il senso dell' efficacia delle misure intraprese se si pensa che 600 milioni sono i sequestri nel solo settore degli appalti e del contrasto alla corruzione.
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