Filippo Facci per “Libero quotidiano”
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Mia madre morì di tumore nel 1976 e non ebbe il tempo di lottare. Mio padre morì di tumore nel 2009 e lottò nel tempo che gli rimase. Daria Bignardi nel 2018 raccontò che aveva avuto un tumore (e una parrucca per via della chemioterapia) e disse che non ne aveva mai parlato perché ogni ammalato considera la propria malattia il centro del mondo.
Poco tempo prima la giornalista Nadia Toffa aveva rovesciato il ragionamento e aveva detto in tv che aveva battuto il tumore in due mesi, e che «chi lotta contro il cancro è un figo pazzesco». Morì un anno e mezzo dopo. Concita De Gregorio di recente ha rivelato più discretamente che ha un tumore e che ci lotta ogni giorno.
Nel marzo 2019 Alex Trebek, famoso conduttore Usa di quiz, annunciò che aveva un cancro, ma che avrebbe lottato e l’avrebbe sconfitto: sui social, però, migliaia di parenti di morti per tumore lo accusarono di aver detto che i loro cari non avevano lottato abbastanza per vivere; Trebek morì l’anno dopo.
FILIPPO FACCI
L’altro giorno la scrittrice Michela Murgia ha detto che un tumore terminale l’ucciderà in pochi mesi, ma non vuol sentir parlare di «lotta» perché il cancro «è una malattia molto gentile e non un nemico da distruggere». Ieri si è fatta rasare i capelli in diretta social.
Lo scrivente pensa rozzamente che i tumori siano una merda, e che, se non avessimo lottato tutti, anche quando ogni cosa sembrava perduta, saremmo ancora nelle caverne.
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