Filippo Facci per “Libero Quotidiano”
BEPPE GRILLO A ROMA
Il numero uno è sempre lui, ma non è più uguale all'uno che era, anche perché ce n'è un altro che non è più uguale a uno neanche lui, perché non c'è più, ha fatto una scissione, mentre un altro ancora, di fatto, è un imbucato di Volturara Appula e pensa di valere tre, ma non ha neanche un mandato, e in compenso, appunto, ne vuole tre per alcuni altri, neanche tutti, solo alcuni, ma gli altri - tutti gli altri - vorrebbero essere loro quelli che valgono tre, e così il numero uno non sa che cosa fare, o così sembra, e manda messaggi contraddittòri, manda affanculo i giornalisti che dieci anni fa dovevano essere morti e però sono vivi, ma non pendono più dalle sue labbra, non pensano più che «vaffanculo» sia un dirompente messaggio politico, pensano solo che sia un vaffanculo alla vecchia maniera che il numero uno non riesce più a dirsi neanche da solo, allo specchio, anche perché lo specchio è frantumato in mille pezzetti come succede ai vetri di sicurezza delle auto, i pezzetti si sparpagliano ovunque ma non tagliano, non incidono, non servono, si sa soltanto che il vetro non è più trasparente (da anni) e che andrebbe sostituito per intero, perché così non serve a niente, ed è l'unica certezza: niente è uguale a niente, zero è uguale a zero, ci sono due forze «politiche» che si sono separate ma potrebbero restare nello stesso governo, ed è un'agonia, un'autoconsunzione in diretta, una decomposizione a cielo aperto, un tramonto dopo una notte polare col sole che non ha neppure fatto in tempo ad alzarsi.
beppe grillo esce dall hotel forum di roma 7
SPARTIZIONI
Che pena anche solo scriverne, cercare qualche parola per l'orazione funebre, leggere le «invenzioni» di quei «morti» che sarebbero i giornalisti ma i cui necrologi sembrano tutti plausibili, i morti fanno l'autopsia a un cadavere, con Beppe Grillo che è legato al tetto dei due mandati per affetto verso un morto vero (Gianroberto Casaleggio) e che però si dice disposto, Grillo, a riciclare i suoi 49 parlamentari in una sorta di scuola di formazione grillina: quando basterebbe una qualsiasi scuola media. Questi parlamentari grillini, cioè, dovrebbero insegnare qualcosa a qualcuno.
Poi Grillo che biascica improbabilissimi attestati di stima per Giuseppe Conte («Abbiamo caratteri diversi, ma un ottimo rapporto»: manco ai tempi di Gava) mentre lui, Conte, non si capisce neppure se voglia restare al governo oppure no, e in ogni caso, come detto, vorrebbe una deroga di mandato almeno per alcuni parlamentari amici suoi, all'apparenza i più stupidi.
beppe grillo esce dall hotel forum di roma 2
Si legge di trattative per deroghe da calcolare in percentuale tipo un dieci per cento (manco in Piazza del Gesù) e insomma l'idea di ricandidarne non più di cinque per le prossime elezioni politiche: ma sarà vero?
E se anche fosse, in concreto, che cosa ce ne frega? Sino a che punto equivale a scrivere di «politica» il descrivere un vivido e impietoso funerale di gruppo?
conte taverna
FUGGI-FUGGI GENERALE
Peraltro le urla delle prefiche più disperate devono ancora venire, ne scriveremo e scriveranno nei prossimi giorni, quando cominceranno le epurazioni e il fuggi-fuggi generale, e la conta anche dei soldi rimasti in cassa, e le voci sul cambio di una sede troppo esosa, e la stra-conferma dell'irrilevanza politica e manageriale di Giuseppe Conte e relativi consigliori porta-sfiga, soprattutto la prospettiva di lotte titaniche (rendetevi conto) tra soggetti come Paola Taverna, Vito Crimi, Alessandro Di Battista e altri ancora, questo mentre Grillo è stato visto scendere dall'auto (e l'Ansa lo rileva) con in mano una banana.
ALESSANDRO DI BATTISTA A DIMARTEDI
A chi importa che cosa farà, a chi frega delle primarie per le regionali in Sicilia, se Conte resterà presidente del Movimento? Importa solo chi resterà al governo, ma sino a un certo punto: Mario Draghi rimarrà in piedi lo stesso, e il Movimento è destinato alla tomba lo stesso.
BEPPE GRILLO E ALFONSO BONAFEDE
Neanche lo scissionista trasformista, del resto, riuscirebbe a garantire niente a transfughi di una forza ridotta a meno di un quarto dei voti (a scendere) rispetto a quando il Paese fu così stupido da votarli in gran massa. Poi raccontano che Grillo sul tetto dei due mandati sarebbe irremovibile come una salma, e che abbia incontrato l'ex guardasigilli Alfonso Bonafede che andrebbe a casa pure lui: «Alfonso, dai, tornerai a fare l'avvocato».
Dicono pure che stia puntando al foro di Milano, Bonafede: che per uno come lui suonerebbe probabile come se diventasse, chessò, ministro della giustizia. Insomma è triste, è tutto triste, come quei giornalisti che iniziano la carriera scrivendo necrologi, e ora, in fondo, ne stanno solo scrivendo un altro.