MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO
Filippo Facci per “Libero quotidiano”
I morti della Marmolada costringono a una recita collettiva e solidale a cui non possiamo sottrarci: altrimenti l'umanità si ridurrebbe a una cinica pietraia di fatalismo. La verità, ogni tanto, non serve.
E la verità, in questo caso, è che i seracchi di ghiaccio sono sempre caduti, cadranno sempre, avranno sempre un loro punto di cedimento (più facile nelle ore calde, ma può esserci a qualsiasi ora) e smetteranno di crollare solo quando non ci saranno più.
crollo blocco di ghiaccio marmolada 4
In alta montagna si parte la notte e si cerca di evitare il pomeriggio, era così anche cento anni fa: ma - domanda- pensate che le disgrazie perciò non capitassero?
L'unica è rinunciare alle esperienze (tipo andare in montagna) o muoversi riducendo al minimo le probabilità che un imprevisto accada, valutando giorno per giorno secondo circostanze variabili.
Persino Mario Draghi si è prestato alla recita: ha parlato di «deterioramento dell'ambiente» (se avesse detto solo «cambiamento» non sarebbe affiorata di fondo la possibile colpa di qualcuno, ciò che la gente vuole) e ha pure detto, Draghi, che il governo deve «prendere dei provvedimenti». Ossia? Chiudere le montagne?
Filippo Facci Montagna
Lo Stato, al massimo, può limitare accessi a funivie e rifugi, ma non può impedire che io, con le mie gambe, vada dove voglio: sarebbe un regime militare (o sanitario) e la libertà è anche quella di poter sbagliare, trovando la fortuna o la sfortuna.
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