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    ATTACCATI AL C...ELLULARE - FINALMENTE C’E’ UN'APP CHE CI AIUTA A CAPIRE QUANTO TEMPO PASSIAMO DAVANTI ALLO SMARTPHONE E CI AVVISA QUANDO STIAMO ESAGERANDO - E IL “FINANCIAL TIMES” RIVELA CHE IN CINA STUDENTI DELLE SUPERIORI VENGONO SOTTOPOSTI A TURNI DI LAVORO DA 11 ORE NELLA FABBRICA DELL’IPHONE


     
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    1 - IL GURU DELLO SMARTPHONE CHE INSEGNA COME NON PERDERE TEMPO ONLINE

    Francesco Borgonovo per la Verità

     

    Kevin Holesh Kevin Holesh

    Un giorno Kevin Holesh ha scollato a fatica lo sguardo dal suo smartphone e ha avvertito, dentro al cervello, un suono simile a quello di una notifica: un pensiero era appena entrato. E quel pensiero diceva: «Non è che passi troppo tempo con la testa china su questo attrezzo?». Kevin vive a Pittsburgh e di mestiere fa lo sviluppatore di applicazioni.

     

    È quello che, in gergo, si chiama geek, uno smanettone che traffica con codici, sistemi operativi e interfacce. È, insomma, un figlio prediletto della rivoluzione digitale. Tuttavia, si è reso conto che qualcosa, nel suo modo di utilizzare i supporti informatici, proprio non tornava. «Ho comprato il mio primo iPhone quando è uscito il modello 4», racconta. «Nel giro di tre anni, sono diventato dipendente dall' iPhone.

     

    Desideravo essere costantemente connesso a tutto e diventavo ansioso quando non lo ero. Mi piaceva essere in grado di controllare la mia posta elettronica, twittare una foto del mio pranzo o rispondere al messaggio di mia sorella da qualche parte del mondo. Sapevo che, non appena avessi preso il mio iPhone in mano, sarebbe stato molto difficile lasciarlo andare. Una volta connesso, non potevo più essere disconnesso.

     

    APP moment APP moment

    Era una strada a senso unico che stavo percorrendo consapevolmente fino in fondo». Con il passare del tempo, la dipendenza da social si è acuita. «Mi sono trasferito in un appartamento di due camere da letto con la mia ragazza del liceo e mi sono fidanzato», racconta Kevin. «Le nostre serate erano tutte un disfare le valigie, appendere quadri e cucinare i pasti insieme.

     

    Tutto andava bene. Più ci sistemavano, più le nostre serate diventavano pigre. Facevamo una passeggiata di due isolati con i nostri cani e avevamo un film pronto da vedere prima ancora di aver finito di scaldare gli avanzi per la cena. Chiudevamo i computer del lavoro alle 18, andavamo in salotto e accendevamo i nostri iPhone. Facevamo entrare le distrazioni». Per Kevin e la sua fidanzata, «rilassarsi significava sferzare i nostri iPhone e aggiornarsi sugli ultimi avvenimenti nei social media.

    INSTAGRAM INSTAGRAM

     

    La sua droga preferita era Instagram. La mia Twitter. Abbiamo smesso di fare cose divertenti e produttive». A un certo punto, Holesh si è accorto che qualcosa non andava. «Mi sono reso conto di avere un problema serio. Ero dipendente dal mio telefono, esattamente come avevo predetto quando per la prima volta mi sono messo a guadare queste acque sempre connesse. Mi sentivo nudo se non avvertivo nella tasca destra il peso del mio iPhone».

     

    È stato allora che Kevin Holesh ha deciso di fare ciò che gli riusciva meglio: trovare una soluzione e creare un' applicazione per lo smartphone. Così è nata Moment (scaricabile all' indirizzo https://inthemoment.io/), un'applicazione che calcola quanti minuti passate attaccati al telefonino, al tablet e agli altri strumenti digitali.

     

    SMARTPHONE LICEALI SMARTPHONE LICEALI

    «Moment serve a tracciare il tempo che passate ogni giorno a guardare lo schermo», ci dice Kevin, «e vi aiuta a mettere un limite». Insomma, vi dà una mano a disintossicarvi dalla tecnologia. Esattamente ciò che, da un paio d' anni, sta facendo Holesh. «Decisamente. Sto lavorando per stare il più possibile lontano dai "perditempo". Per me, sono i siti di notizie, Reddit e Twitter. Li ho sostituiti con la lettura di un libro».

     

    messaggi in auto messaggi in auto

    Quando ha calcolato il tempo trascorso attaccato allo schermo, Kevin ha scoperto di passare un' ora e 15 minuti ogni giorno a compulsare lo smartphone. La cosa incredibile è che, in realtà, si tratta di un tempo abbastanza limitato rispetto alla media. Qualche tempo fa, su richiesta dello studioso di marketing Adam Alter, Holesh ha condiviso i dati riguardanti 8.000 utenti di Moment.

     

    Da cui risultava che, in media, le persone passavano circa tre ore al giorno a guardare il telefonino, attivandolo in media 39 volte. Cifre che, negli ultimi tempi, sono addirittura aumentate. I dati ufficiali forniti ad Alter, infatti, risalgono ad alcuni mesi fa. Parlando con noi, Holesh spiega che «in media l' utente di Moment trascorre 3 ore e 57 minuti al giorno sul suo telefono e lo attiva 52 volte».

     

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    Quasi quattro ore al giorno e 28 ore a settimana. E dire che, secondo i consigli della maggioranza degli esperti, non bisognerebbe concentrarsi solo sullo smartphone per più di un' ora al giorno. Pensate a quanto tempo della vita di una persona se ne va via, restando appeso ai pixel. Kevin sostiene che i benefici della «disintossicazione» siano evidenti: «Adesso sono più consapevole di quanto mi sento male dopo aver compulsato cose su Internet (siti di notizie, Twitter o Reddit). Ora capisco che una telefonata di cinque minuti con un amico intimo mi farà sentire molto più felice».

     

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    Ora Kevin sa che la dipendenza dai social media causa «isolamento», sa che non permette agli individui di «lasciare la "bolla" di persone con cui sei d' accordo online» e sostiene che passare tanto tempo con gli occhi su uno schermo conduce «alla deriva dei rapporti personali». «Ho creato Moment», spiega, «per spingermi nella giusta direzione, monitorando automaticamente il mio uso quotidiano dell' iPhone e dandomi un avvertimento quando passo troppo tempo attaccato ad esso.

     

    Quando ho iniziato a utilizzare Moment, trascorrevo 75 minuti al giorno sul telefono. Al momento ho il limite giornaliero impostato su 40 minuti, quindi dopo 40 minuti sul mio iPhone ricevo un fastidioso segnale acustico che mi dice di distogliere lo sguardo dalla scatola luminosa tra le mie mani». Un segnale che gli ricorda come la vita, quella vera, stia da un' altra parte.

     

     

    2- SFRUTTAMENTO NELLA FABBRICA DELL'IPHONE

    Fabrizio La Rocca per La Verità

     

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    In Occidente, l'uscita dell' iPhone X ha visto migliaia di giovani in fila per ore per assicurarsi l' ultimo prodotto della mela morsicata. In Asia, invece, migliaia di studenti sono sottoposti ad altri tour de force legati al «melafonino»: non per comprarlo, bensì per costruirlo. Il principale fornitore di Apple in Asia starebbe infatti impiegando studenti che lavorano illegalmente per assemblare l' iPhone X al fine di recuperare i ritardi nella produzione.

     

    Lo rivela il Financial Times, che ha intervistato sei studenti delle scuole superiori che avrebbero svolto turni di 11 ore lavorative per assemblare il telefonino in una fabbrica a Zhengzhou, in Cina. Al centro dello scandalo, i problemi di produzione che hanno rovinato il lancio dell' iPhone X, posticipato a novembre anziché a settembre, mese in cui tradizionalmente l' azienda fondata da Steve Jobs mette sul mercato le sue novità tanto attese.

     

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    L’inchiesta del Financial Times ha fatto emergere l'abuso di una forma di straordinario per studenti stagisti, prevista dalla legge cinese. Ai ragazzi, la cosa sarebbe stata spacciata per «esperienza lavorativa» necessaria per diplomarsi. Insomma, una sorta di alternanza scuola lavoro, solo in salsa cinese e con venature molto più che vaghe di schiavismo.

     

    I ragazzi, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, hanno spiegato di far parte di un gruppo di 3.000 studenti della Zhengzhou urban rail transit school inviati a settembre a lavorare nella struttura locale gestita dal fornitore di Apple con sede a Taiwan. Si tratta della Hon Hai precision industry, più conosciuta come Foxconn. «Siamo costretti dalla nostra scuola a lavorare qui», ha detto Yang, una studentessa di 18 anni, che ha aggiunto: «Questo lavoro non ha nulla a che fare con i nostri studi».

     

    fabbrica cinese degli iPhone fabbrica cinese degli iPhone

    Yang - nome di fantasia - ha detto di aver assemblato ogni giorno fino a 1.200 fotocamere per iPhone X. La scuola, dal canto suo, si è rifiutata di commentare. Apple e Foxconn, invece, hanno ammesso di aver scoperto casi di tirocinanti che facevano gli straordinari e hanno detto che avrebbero preso provvedimenti in merito. Entrambe le società hanno però precisato che gli studenti stavano lavorando volontariamente. Foxconn ha vietato agli studenti tirocinanti di lavorare più di 40 ore a settimana.

     

    fabbrica cinese degli iPhone 2 fabbrica cinese degli iPhone 2

    Secondo un impiegato di Foxconn, la fabbrica di Zhengzhou recluta studenti ogni anno durante la stagione in cui il lavoro è più intenso, ovvero tra agosto e dicembre. In questo modo, l' impianto passa da 100.000 a più di 300.000 lavoratori, producendo fino a 20.000 iPhone al giorno. Quest' anno, tuttavia, proprio in virtù delle difficoltà che si è detto, la necessità di lavoratori stagionali sarebbe stata maggiore.

     

    Addirittura il ministero dell' Educazione di Henan, la provincia cinese che ha Zhengzhou per capitale, situata nella parte centrale della nazione, avrebbe diramato una comunicazione a tutte le scuole professionali della zona per inviare i loro studenti che necessitavano di fare esperienza lavorativa nello stabilimento di Foxconn.

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