lucio amelio ritratto da mimmo jodice
Estratto dell’articolo di Vincenzo Trione per il “Corriere della Sera”
Spesso, in Italia, le buone notizie non fanno notizia. È una dinamica che incontriamo frequentemente nell’ambito dei beni culturali, dove […] prevale l’atteggiamento disfattista e pregiudizialmente critico dei tanti corifei del «partito del no».
Non desta stupore, perciò, che sia passato quasi sotto silenzio l’importante riallestimento di Terrae Motus , la più ampia collezione d’arte contemporanea a tema del mondo, voluta e radunata con passione e tenacia dal gallerista Lucio Amelio (1931-1994), formata da settantadue opere ispirate al sisma del 1980, realizzate da alcuni tra i maggiori artisti del secondo Novecento, lontani dal punto di vista generazionale, culturale e poetico.
reggia di caserta 5
Per decenni, questa raccolta è stata vittima di un sortilegio negativo. A lungo «rifiutata» da Napoli, era stata donata nel 1994 da Amelio alla Reggia di Caserta con un legato testamentario che aveva un vincolo preciso: l’esposizione di tutto il corpus negli appartamenti storici.
[…] Terrae Motus è stata conservata male, abbandonata, dimenticata o presentata solo parzialmente, in maniera sciatta (fino all’imbarazzante allestimento dell’ex direttore Mauro Felicori nel 2016). Dopo circa trent’anni di mancata valorizzazione, qualche mese fa, grazie all’attuale direttrice Tiziana Maffei (in collaborazione con Angela Tecce), l’ opus magnum di Amelio torna a vivere nel modo migliore.
tiziana maffei
Nella sua interezza: la straordinarietà di questa raccolta consiste nell’essere un unicum indivisibile, come un collage da cui è impossibile sottrarre anche una sola tessera o come un’opera d’arte composta da tante altre opere, il cui senso abita in un intreccio di rinvii interni.
Inoltre, ove necessario, i lavori sono stati restaurati, per essere esposti nelle sale della Reggia vanvitelliana, ricorrendo al consueto (e piuttosto abusato) artificio del crossover .
[…] Ecco, allora, paesaggi idilliaci, letti regali e mobili sontuosamente decorati. E, su una parete o in un angolo, improvvisi affioramenti contemporanei, che determinano effetti stranianti. Opere che decretano la crisi dell’idea classica di «grande stile» e mettono in scena un’apocalisse in atto o appena avvenuta. Nell’accostarsi, sculture e quadri compongono una sorta di frammentario ritratto di una metropoli involontaria, sempre in bilico tra magnificenze e devastazioni.
keith haring senza titolo collezione terrae motus reggia di caserta
[…] I detriti di Beuys, i massi di Long, le pietre di Craig, gli specchi di Pistoletto, le grafie di Twombly, la catastrofe di Barceló, le penisole capovolte di Fabro, le scritture di Haring, le sculture segmentate di Paolini, l’assemblage di Rauschenberg, le composizioni di Kounellis, il magma di Schifano, le serigrafie giornalistiche di Warhol, i capovolgimenti di Cucchi, il volto spezzato di Ontani, il caos di Schnabel, le colate di Richter, la distesa montuosa sovrastata da neon di Merz, il maremoto di Tatafiore, la catastrofe di Longobardi.
reggia di caserta 7
Sono incroci audaci, che ci interrogano sul rapporto tra stili ed epoche. E ci spingono a guardare l’arte del XVIII secolo e quella delle neoavanguardie con occhi diversi, al di là di certe antitesi sterili. Da un lato, la Reggia che, da luogo di conservazione e di celebrazione dei fasti della civiltà dei Lumi, si fa agente attivo, cornice pronta ad accogliere iconografie e gesti spesso estremi.
george condo mother earthquake collezione terrae motus reggia di caserta
Dall’altro lato, l’arte contemporanea che, in dialogo con tracce ornamentali ed episodi pittorici settecenteschi, sembra riconquistare uno spessore ricco di echi e di rimandi, non sempre consapevoli, alla memoria. Interpreti di questa filosofia sono artisti che, radicati nella tradizione dello sperimentalismo novecentesco, guidati da una nostalgia feconda, riaffermano la forza di quella che, con le parole di Jonathan Lethem, potremmo definire «the ecstasy of influence». Ci si aggira tra sale fastose. […]
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