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Bufera mediatica sullo scrittore e sceneggiatore britannico Ian McEwan dopo la sua intervista a Radio 4’s Today in cui ha detto di voler sospendere qualunque giudizio personale sul caso Weinstein fino a quando la questione non sarà affrontata in tribunale, arrivando anche a ipotizzare, con tutti i "se" e i "ma" del caso, che il produttore statunitense possa essere vittima di un linciaggio morale da parte del "circo dei media".
«Io non so - ha detto McEwan - cosa sia realmente successo tra lui e le donne che lo accusano di violenza sessuale e stupro, non lo sa nessuno di noi.
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Sembra che Harvey Weinstein sia un mostro che ha avuto la sua giusta punizione, ma io, in situazioni come questa in cui tutti urlano e piangono, tendo sempre a conservare un certo grado di scetticismo, quindi ho intenzione di non dare sentenze fino a quando non avrò sentito le argomentazioni dell'accusa e della difesa in tribunale».
Da parte dello scrittore 69enne, dunque, non un'assoluzione, ma una “sospensione del giudizio". Questo è bastato, però, ad attirargli una serie di attacchi durissimi sui social da parte di tanti ascoltatori che hanno definito "inquietante" la sua posizione.
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La giornalista inglese Catherine Mayer ha twittato: «Sì, l'hai sentito. Ian McEwan ha appena detto @Marthakearney @ BBCr4today che sta trattenendo il giudizio su Harvey Weinstein. Oh, la vanità di questi uomini che pensano che ogni loro pensiero sia importante».
Un utente ha scritto su Twitter: «Sul serio, sentire McEwan equiparare le donne che denunciano Weinstein alla mentalità da folla isterica è inquietante».
E un altro ha aggiunto: «Uno scrittore del calibro di Ian McEwan sa benissimo quali sono le caratteristiche della folla isterica: una massa di creature selvagge, isteriche, incivili che non hanno alcun buon motivo per essere inferocite, ma tirano fuori i forconi e dicono addio alla ragione e alla giustizia.
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È questo quello che siamo, solo per aver fermato uno stupratore seriale?».
C'è anche, però, chi difende lo scrittore: «Fino a prova contraria - ha scritto un utente - davanti a un tribunale chiunque, e quindi anche Weinstein, è innocente: almeno fino a quando non sarà dimostrata la sua colpevolezza.
È inquietante che qualcuno che ricorda questo fatto alle persone venga attaccata: il processo da caccia alle streghe che si svolge sui media sembra aver sostituito il ruolo della legge».
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Harvey Weinstein, 66 anni, incriminato con due accuse di stupro e una di abuso sessuale su due donne, si è consegnato alla polizia di New York venerdì scorso ed è stato rilasciato dietro cauzione di un milione di dollari.
Il produttore, che ha ripetutamente negato qualsiasi accusa di aver fatto sesso non consensuale, indosserà un monitor elettronico che terrà traccia dei suoi movimenti 24 ore al giorno.
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Ha consegnato il passaporto con l'impegno di restare negli Stati di New York e del Connecticut. Sono più di 80 le donne che hanno denunciato di aver subìto molestie e violenze da parte sua: tra queste Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Salma Hayek e Uma Thurman.
Le prime denunce pubbliche, venute alla luce lo scorso anno, hanno portato alla nascita di MeToo e Time's Up, due movimenti internazionali contro gli abusi sulle donne.
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