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    ''FINANCIAL TIMES'': "M5S NON HA PIÙ IL VOLTO DA CLOWN - ORA GOVERNARE IL PAESE E SFIDARE IL GOVERNO DI RENZI” – TRAVAGLIO FRENA - DE LUCA: “DI MAIO? SAREBBE OTTIMO COME STEWARD AL SAN PAOLO” - ESPULSIONI, LITI, VOTO DI SCAMBIO TUTTE LE GRANE DELLE GIUNTE 5 STELLE


     
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    1 - IL FINANCIAL TIMES ELOGIA IL MOVIMENTO «IL PARTITO NON HA PIÙ IL VOLTO DA CLOWN.

    Da “la Stampa”

     

    DI MAIO M5S DI MAIO M5S

    «Il M5S sta cercando di cambiare volto rispetto a quello di uno dei più eccentrici - addirittura clowneschi - partiti politici europei. L'obiettivo che la trasformazione mira a raggiungere sembrava una fantasia appena un anno fa: governare il Paese e sfidare il governo di centrosinistra del primo ministro Matteo Renzi». L' analisi del Movimento «di governo» è comparsa ieri sul Financial Times, che definisce Luigi Di Maio «l' erede più probabile di Grillo, un ventinovenne napoletano, dalla retorica efficace, con un look elegante e toni moderati. Tutt' altro parere dal governatore campano Vincenzo De Luca: «Di Maio? sarebbe ottimo come steward al San Paolo».

    Beppe Grillo con Alice Salvatore, candidata alle regionali del M5S, e Luigi Di Maio Beppe Grillo con Alice Salvatore, candidata alle regionali del M5S, e Luigi Di Maio

     

    2 - ESPULSIONI, LITI, VOTO DI SCAMBIO TUTTE LE GRANE DELLE GIUNTE 5 STELLE

    Francesco Maesano per “la Stampa”

     

    Governo. Non c' è altra parola d' ordine che i Cinquestelle abbiano ripetuto più spesso lungo tutto l' anno che si chiude stanotte. L' hanno lanciata durante il raduno nazionale di Imola. L' ha brandita con cadenza regolare Luigi Di Maio, fresco di articolo sul Financial Times e di sorpasso sul premier Renzi nella fiducia nei leader rilevata dai sondaggi.

    DI MAIO FICO 1 DI MAIO FICO 1

    Ma al momento di maggiore efficacia dello storytelling del Movimento, corrisponde quello più basso nella pratica amministrativa sui territori. Almeno a giudicare dallo stato di coesione di alcune delle sedici giunte Cinquestelle.

     

    DI MAIO FICO GRILLO 1 DI MAIO FICO GRILLO 1

    Innanzitutto dal prossimo anno dovrebbero essere quindici. A Gela il sindaco M5S è già praticamente fuori, messo alla porta da quattro consiglieri su cinque che gli hanno girato le spalle. La storia è quella di tanti Comuni italiani che ospitano aziende dal grande impatto ambientale. In questo caso si tratta dell' Eni, che ha lì una raffineria nella quale sono previsti pesanti tagli di organico.

     

    Il sindaco Domenico Messinese è accusato dai suoi di tenere un atteggiamento troppo morbido nei confronti dell' azienda. Per lui, che su due piedi ha licenziato tre assessori ed è sostenuto ora da un unico consigliere, si ipotizza il ritiro del simbolo o l' espulsione votata dagli iscritti sul blog di Grillo già nelle prossime ore.

    luigi di maio e stefano rodota luigi di maio e stefano rodota

     

    Poi c' è il caso di Venaria Reale. Nel Comune alle porte di Torino una consigliera Cinquestelle, Viviana Andreotti, ha lasciato la maggioranza per accasarsi tra i Moderati di Portas. L' addio, deciso dopo il rifiuto di votare la delibera con la quale il Comune è uscito dall' osservatorio sulla Tav, ha già «mandato sotto» il sindaco in qualche voto consiliare. La posta in gioco non è solo locale. Cadere a Venaria, o finire in un' impasse politica, rischia di compromettere le chance di vittoria di Chiara Appendino, candidata del Movimento per la poltrona di sindaco di Torino.

    GRILLO E DI MAIO GRILLO E DI MAIO LUIGI DI MAIO LUIGI DI MAIO

     

    In provincia di Napoli, a Quarto, il M5S ha addirittura un consigliere accusato di voto di scambio e tentata estorsione aggravata ai danni del suo stesso sindaco, Rosa Capuzzo. È Giovanni De Robbio che, indagato, si è dimesso. Lei, che era stata minacciata di vedersi pubblicare una fotografia aerea di un presunto abuso edilizio riconoscibile nella sua abitazione, si è dichiarata parte lesa e intende proseguire.

     

    E poi c' è l' eterno caso-Parma. Federico Pizzarotti, da sempre voce critica e criticata nel M5S, chiede a ogni occasione l' istituzione di un meet up nazionale. Un' istanza formale per coordinare i vari livelli del Movimento. E magari mettere ordine nel disomogeneo corpo politico del M5S, soprattutto se alle prossime amministrative i Cinquestelle dovessero davvero moltiplicare il numero di Comuni nei quali sono al governo. Idea però incompatibile con la teoria orizzontale, diretta e disintermediata che Casaleggio, molto più di Grillo, ha voluto infondere nella sua creatura politica al momento della fondazione.

    LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

     

    3 - UNO VALE X

    Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”

     

    LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

    "Il M5S è maturo… come seria alternativa a Renzi. Quando esplose nella politica italiana nel 2009, era caratterizzato da una protesta senza compromessi e dalla burlesca, sardonica figura del suo leader, il comico Beppe Grillo. Ma il M5S sta cercando di cambiare volto rispetto a quello di uno dei più eccentrici - addirittura clowneschi - partiti politici europei. L' obiettivo… sembrava una fantasia appena un anno fa: governare il Paese e sfidare il governo di centrosinistra del primo ministro Matteo Renzi".

    Luigi Di Maio Luigi Di Maio

     

    Al netto del provincialismo che spesso connota le reazioni italiane alle uscite della stampa estera, leggere queste parole su una bibbia dell' establishment internazionale come il Financial Times fa un certo effetto. Mentre i nostri giornaloni ancora si baloccano sul "rischio populismo", fingendo di non vedere quello che sta al governo, e tentano di terrorizzare la gente con ridicoli paragoni fra Grillo e la Le Pen, il Ft mette nero su bianco una prospettiva che in cuor suo nessuno, neppure il più sfegatato "grillino", era disposto a considerare fino a pochi mesi fa: i 5Stelle al governo.

     

    Il quotidiano della City ricorda gli ultimi sondaggi, che danno i 5Stelle unica formazione in costante crescita, ma anche la scomparsa del nome di Grillo dal simbolo. E aggiunge che l'"erede più probabile è Luigi Di Maio, un 29enne napoletano dalla retorica efficace, il look elegante e i toni moderati", leader non più di protesta ma di governo, mentre Renzi sarebbe "in declino" perchè l' economia cresce un po', ma non se ne accorge nessuno.

    casaleggio senato casaleggio senato

     

    Mica male, come apertura di credito. Ma se i 5Stelle si crogiolassero fra i sondaggi e gli elogi del Ft sbaglierebbero di grosso. I sondaggi vanno e vengono. E nessun giornale, per quanto autorevole, può sostituire l' elettorato, specie quello italiano così fortemente influenzabile dalle tv, controllate da chi ben sappiamo.

     

    grillo e casaleggio al consolato americano di milano grillo e casaleggio al consolato americano di milano CASALEGGIO PRONTO AL GOVERNO CASALEGGIO PRONTO AL GOVERNO

    La campagna elettorale sprigionerà contro di loro un volume di fuoco incrociato (da destra e sinistra) mai visto, perchè mai erano stati così vicini alla vittoria. Gli argomenti saranno in parte pretestuosi e ricattatori (scandali inventati, terrorismo psicologico sull' isolamento dell' Italia, il ritorno della speculazione finanziaria e magari la "guerra civile" evocata dal premier francese Valls contro la Le Pen). Ma in parte fondati, se i 5Stelle continueranno a cullarsi sugli allori - per ora tutti virtuali - anzichè smontare le obiezioni degli avversari e le diffidenze di molti elettori con cambiamenti di fondo.

     

    Le ragioni per cui molti italiani non ideologizzati né militarizzati che prima votavano a destra o a sinistra sono disposti a dare fiducia al M5S sono le stesse che gonfiarono le vele a Renzi due anni fa, quando in sei mesi vinse le primarie, andò al governo e stravinse le Europee: non aver mai governato l' Italia, non aver nulla a che fare con le politiche fallimentari del passato, parlar chiaro dicendo cose condivisibili, non rubare.

    IL MATRIMONIO DI CASALEGGIO IL MATRIMONIO DI CASALEGGIO

     

    Renzi però poteva vantare a Firenze, in Provincia e poi al Comune, un' esperienza amministrativa normale, magari discutibile, ma tutto sommato positiva, dopo gli scandali e il malgoverno che l' avevano preceduto. I 5 Stelle governano alcune città, tutte più piccole di Firenze: da Parma a Livorno, da Civitavecchia a Ragusa, da Quarto a Gela. E qui le difficoltà dei loro sindaci, spesso causate da pesantissime eredità del passato, sono innegabili.

    LE MALFORMAZIONI DEI BAMBINI DI GELA LE MALFORMAZIONI DEI BAMBINI DI GELA

     

    Rivolte fra consiglieri, dissidi fra assessori, sindaci sfiduciati da una parte della maggioranza monocolore (ultimo caso: Gela). "Come potete consegnare l' Italia a chi non sa governare neppure Gela?", diranno a una sola voce i partiti di destra e di sinistra per frenare l' avanzata grillina. E rispondere dando la colpa agli altri servirà a poco. Molto meglio modificare e codificare subito il sistema di selezione dei candidati per gli enti locali, il Parlamento e il governo.

     

    Nelle ultime settimane si è proceduto in ordine sparso: qua primarie via web, là designazione dei meetup, qui votazione online, lì alzata di mano o acclamazione. E lo si è fatto per far vincere chi era ritenuto il migliore: lo sanno anche Grillo e Casaleggio che il web e i meetup non sono jukebox capaci di sfornare sempre la canzone migliore.

     

    RAFFINERIA DI GELA RAFFINERIA DI GELA

    Ma, senza regole certe e valide per tutti, chi viene escluso protesta e alimenta la cacofonia che accompagna da sempre i 5Stelle. E poi si va a caso, anzi a culo: può uscire il candidato migliore, così come un totale inetto. E, se l' inetto vince, non danneggia solo il suo circondario: scredita tutto il movimento. Se in due anni e mezzo di esperienza parlamentare il M5S ha prodotto un embrione di classe dirigente credibile, non è perchè il web da solo abbia funzionato (altrimenti come si spiegano i 37 espulsi o fuorusciti tra Camera e Senato?).

     

    I Di Maio, Di Battista, Fico, Lezzi, Ruocco, Sarti e altri li ha selezionati il lavoro quotidiano in Parlamento, nei media e sul territorio. E alla fine Grillo e Casaleggio l' hanno ratificato, scegliendo il direttorio a 5 poi sottoposto al voto degli iscritti. È quel passaggio dai bussolotti del web al fattore umano che manca. Anzichè i due fondatori, potrebbe essere un comitato eletto da parlamentari e amministratori locali a dire l' ultima parola sui candidati votati sul blog.

    Giulia Sarti Peter Gomez e Marco Travaglio Giulia Sarti Peter Gomez e Marco Travaglio

     

    Onde evitare di riprodurre il solito mischione di persone preparate e di ragazzotti generosi, ma "eccentrici" e "clowneschi", cioè inadeguati. Il principio dell'"uno vale uno" va bene ai blocchi di partenza, perché tutti abbiano le stesse chances. Poi però ci dev' essere qualcuno che si assuma la responsabilità di dire a qualche "uno": tu non vali niente. Meglio escluderlo prima che cacciarlo dopo

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