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    FINANZA ILLUMINATA – IL SOR GENIO DE BENEDETTI LASCIA AI TRE PARGOLI L’ACCOMANDITA DI FAMIGLIA – DOPO AVER SMOLLATO QUASI DUE MILIARDI DI DEBITI DI SORGENIA ALLE BANCHE, CIR E COFIDE TORNANO A GUADAGNARE – L’AVVELENATA DI TURANI


     
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    Marigia Mangano per il “Sole 24 Ore

    CARLO DE BENEDETTI CARLO DE BENEDETTI


    Si completa il riassetto "generazionale" della cassaforte della famiglia De Benedetti, la Carlo De Benedetti & Figli Sapa, con l'Ingegnere che cede anche l'ultimo pacchetto di azioni ai figli. Tutto questo mentre le due holding Cir e Cofide alzano il velo sui numeri del primo semestre che vedono entrambe le società tornare in utile. 


    DE BENEDETTI ESCE DALLA SAPA
    Ormai da tempo la Sapa della famiglia De Benedetti ha aperto il cantiere della successione. Il percorso, partito un anno fa e che ha portato al passaggio di consegne dall'Ingegnere ai tre figli, si è perfezionato ieri grazie a due importanti decisioni varate dagli azionisti. Primo l'assemblea della sapa ha deciso di cambiare la denominazione.

     

    RODOLFO DE BENEDETTI jpeg RODOLFO DE BENEDETTI jpeg

    Questo per recepire gli obblighi di legge sulle società in accomandita, che devono menzionare i nomi dei soci accomandatari. Dunque la storica dicitura "Carlo De Benedetti & Figli Sapa" è ora diventata "Rodolfo, Marco ed Edoardo De Benedetti Sapa", con una formula abbreviata "Fratelli De Benedetti Sapa". Inoltre si è provveduto a perfezionare anche l'ultimo passaggio societario nel capitale della holding che, nella sostanza, porta il fondatore Carlo De Benedetti fuori dal libro soci della accomandita. 


    Bisogna fare un passo indietro per capire l'operazione varata ieri. Nel corso del 2013, infatti, l'Ingegnere aveva formalmente girato ai suoi tre figli il pacchetto di controllo della holding, storicamente del 70%. Rodolfo, Marco e Edoardo sono così diventati proprietari della totalità del capitale della società (99,99%, Franca Bruna Segre resterà titolare dello 0,01%).

     

    Tecnicamente quella quota è finita in una fiduciaria, la Segreto Fiduciaria, i fratelli hanno deciso di turnarsi alla presidenza della Sapa con mandati triennali, e l'Ingegnere era rimasto in possesso solo dell'usufrutto su un pacchetto di 10 milioni di titoli (circa il 3%) di proprietà del figlio Edoardo.

    SANTANCHe E MARCO DE BENEDETTI A SAINT TROPEZ SANTANCHe E MARCO DE BENEDETTI A SAINT TROPEZ

     

    Bene, anche questa piccola "eredità" passerà alla nuova generazione: Carlo De Benedetti, infatti, proprio al fine di agevolare la successione generazionale nella proprietà del gruppo Cir-Cofide, ha lasciato anche l'usufrutto sulla quota di Edoardo. Il riassetto proprietario è arrivato anche nel giorno in cui la holding ha approvato i conti del 2013. A livello civilistico, come previsto, l'anno si è chiuso con una perdita di 2,3 milioni di euro rispetto a un utile di 1,4 milioni di euro nel 2012. Il rosso è dovuto ai mancati dividendi da parte della controllata Cofide.


    CIR E COFIDE TORNANO IN UTILE
    Ieri intanto Cir e Cofide hanno comunicato i dati del semestre. In particolare la holding guidata da Monica Mondardini ha segnato un utile di 5,3 milioni di euro, contro una perdita di 165 milioni dello stesso periodo del 2013 e con ricavi in calo del 2,2% a 1,21 miliardi. L'ebitda è sceso a 107,7 milioni (-12,2%), penalizzato dai minori margini di Sogefi (dovuti a oneri non ricorrenti), nonostante la tenuta di Espresso e Kos.

    sorgenia sorgenia

     

    Il rosso di Sorgenia, classificata tra le attività in vendita, si è ridotto a 18,4 milioni, contro i 206,3 del 2013. L'accordo per la ristrutturazione del debito di Sorgenia ha imposto alla holding di cambiare i criteri di consolidamento della controllata. Così Sorgenia non è stata più classificata con il metodo del consolidamento integrale.

     

    L'effetto si manifesta anche sull'indebitamento finanziario netto di Cir che, non includendo più gli 1,8 miliardi di debito di Sorgenia, si riduce a soli 56,6 milioni. Quanto alle prospettive, la nota osserva che «l'andamento del gruppo Cir nella seconda parte del 2014 sarà influenzato dall'evoluzione ancora incerta del quadro economico italiano, il cui impatto è significativo in particolare sul settore media, nonché dall'andamento del mercato brasiliano per il settore della componentistica auto». 

    sorgenia sorgenia


    In linea con l'andamento di Cir anche Cofide che ha segnato un utile di 0,6 milioni contro la perdita di 79,5 milioni dell'anno prima. Nel primo semestre la holding ha registrato ricavi consolidati di 1,213 miliardi, in calo del 2,2% sullo stesso periodo 2013 e un ebitda di 106,6 milioni, in flessione del 12,3%.

     

    2. L'INGEGNERE

    Giuseppe Turani per Uomini&Business

     

     

    L’ingegnere De Benedetti telefona in diretta alla 7, che aveva rivelato la visita del vice-presidente del Consiglio Delrio a casa sua,  e spiega: io ho 80 anni, non sono mica un imprenditore come gli altri, ho relazioni all’estero che non ha nessuno, vengono in molti da me per consigli o per scambio di idee.

     

    E in effetti l’Ingegnere non è un imprenditore come gli altri. Gli altri hanno lasciato dietro di sé qualcosa, lui no. Bombassei ha fatto la Brembo, Ferrari ha fatto la Ferrari, Ferrero ha fatto il cioccolato, I Pirelli hanno fatto la Pirelli, gli Agnelli la Fiat, Armani ha fatto Armani,  Gismondi ha fatto Artemide, Borghi la Ignis, i Loro Piana il cachemire, Renzo Rosso ha fatto Diesel.

     

    E lui? Niente. Anzi, si potrebbe dire che ha avuto (perché le ha comprate) anche aziende importanti (come la Olivetti), ma che invece di farle crescere le ha fatte quasi sparire. Ma non sarebbe giusto: la fine della Olivetti non è stata tutta colpa sua.

    sorgenia LOGO sorgenia LOGO

     

    Pochi, comunque, sono riusciti a rifilare quasi due miliardi di debiti alle banche. Era partito per fare un grande business con l’energia (Sorgenia). A un certo punto ha passato tutto il gruppo Cir (Sorgenia compresa) ai figli.

    E mentre lui intratteneva rapporti internazionali che nessuno ha e mentre dava consigli ai presidenti del Consiglio vari e ai ministri, Sorgenia metteva insieme quasi due miliardi di euro di debiti, con nessuna prospettiva di reddito.

     

    MONICA MONDARDINI MONICA MONDARDINI

    Da qui la decisione di uscire e lasciare tutto sulle spalle delle banche che incautamente avevano finanziato la società. Qualche consiglio agli amministratori della Cir, che sta proprio sotto il suo salotto, due piani più in basso, no? E che sono sostanzialmente suo figlio Rodolfo e Monica Mondardini, da lui personalmente selezionata? Troppo orgogliosi per chiedergli un parere?

     

    E’ vero, non è un imprenditore come gli altri. E’ giusto che i potenti vadano da lui a chiedere consiglio, anche perché non ha niente da fare non avendo costruito niente in mezzo secolo di attività imprenditoriale.

     

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