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    C’ERAVAMO TANTO ODIATI – FINISCE A SCHIAFFI TRA GLI EX AMICI FRANCESCO GRECO E DAVIGO: “PIERCAVILLO” HA DENUNCIATO L’EX PROCURATORE DI MILANO PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA. IL MOTIVO? L’INTERVISTA DI GRECO ALLA GABANELLI SUL “CORRIERE”, IN CUI SPARAVA A ZERO SULLA STORIA DEI VERBALI DELLA LOGGIA UNGHERIA, ARRIVANDO A DIRE: “L'USCITA ERA NELL'INTERESSE DI DAVIGO CHE NON SI È PREOCCUPATO ASSOLUTAMENTE DELLA SORTE DEL PROCEDIMENTO E QUANDO HA LASCIATO IL CSM QUEI VERBALI LI HA ABBANDONATI. FATTO IMBARAZZANTE…”


     
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    ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO FRANCESCO GRECO GHERARDO COLOMBO - POOL MANI PULITE ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO FRANCESCO GRECO GHERARDO COLOMBO - POOL MANI PULITE

    1 - “I VERBALI SECRETATI PASSATI A DAVIGO? FATTI IMBARAZZANTI, STORARI MI HA ACCOLTELLATO ALLA SCHIENA” – IL CAPO DEI PM MILANESI FRANCESCO GRECO: "HO IMPOSTO IO L’ISCRIZIONE DI AMARA E DEI SUOI SODALI, AVER FATTO USCIRE ATTI SECRETATI HA PREGIUDICATO L’INDAGINE. L’USCITA ERA NELL’INTERESSE DI DAVIGO CHE NON SI È PREOCCUPATO DELLA SORTE DEL PROCEDIMENTO E QUANDO HA LASCIATO IL CSM QUEI VERBALI LI HA ABBANDONATI” – E POI DENUNCIA IL TENTATIVO DI...

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    piercamillo davigo piercamillo davigo

    2 - GRECO INDAGATO PER LA DENUNCIA DI DAVIGO

    Paolo Ferrari per “Libero Quotidiano”

     

    La maxi intervista "testamento" di Francesco Greco al Corriere della Sera è costata all'ex procuratore di Milano un bel procedimento penale per diffamazione aggravata. A denunciare Greco è stato nientemeno che Piercamillo Davigo, il suo (ex) amico e collega fin dai tempi eroici di Mani Pulite.

     

    Il "dottor sottile" del mitico Pool deve essersi sentito particolarmente offeso dai giudizi che Greco aveva espresso nei suoi confronti nell'intervista. La Procura di Brescia, compente per i reati commessi dai pm milanesi, a tempo di record ha chiuso ieri le indagini e si prepara a chiedere nei prossimi giorni il rinvio a giudizio per Greco.

    francesco greco e piercamillo davigo francesco greco e piercamillo davigo

     

    L'incresciosa vicenda è nata lo scorso settembre, qualche settimana prima che Greco andasse in pensione per raggiunti limiti di età. Nell'intervista di due pagine, condotta con esagerata compiacenza da parte di Milena Gabanelli, l'allora procuratore milanese aveva risposto alle domande indossando l'elmetto e gridando al complotto.

     

    FRANCESCO GRECO FRANCESCO GRECO

    «Questa Procura - aveva esordito Greco - ha sempre rappresentato l'indipendenza e la libertà dei magistrati. È questo simbolo che deve essere abbattuto. Io non ho mai visto una campagna mediatica quotidiana così compatta e violenta come quella che è in corso in questi mesi, utilizzando la vicenda Storari e l'assoluzione in primo grado dell'Eni».

     

    Greco, che evidentemente aveva accumulato molta tensione nei mesi precedenti, si era spinto a denunciare «il tentativo di decapitare la Procura di Milano», «un simbolo che deve essere abbattuto».

    il pool di mani pulite: di pietro, greco, davigo il pool di mani pulite: di pietro, greco, davigo

     

    E alla domanda della giornalista se ci fosse un disegno più ampio dietro tutto ciò, aveva risposto: «Veda lei. Se stiamo ai fatti la Procura di Milano rappresenta da decenni un'anomalia, per la capacità di svolgere un ruolo cruciale e sempre innovativo sia sul fronte della legalità politica ed economica nazionale e internazionale, che nei fenomeni criminali che accompagnano il costume sociale».

     

    PIERO AMARA PIERO AMARA

    Dopo questa parte che si può tranquillamente definire autocelebrativa, Greco aveva toccato il nervo scoperto rappresentato dalla Loggia Ungheria, l'associazione paramassonica composta da magistrati, professionisti, alti ufficiali delle forze di polizia e finalizzata ad aggiustare i processi e pilotare le nomine.

     

    INDAGINI RITARDATE

    Greco Izio Gherardo Colombo Boccassini e Davigo Greco Izio Gherardo Colombo Boccassini e Davigo

    A rivelare l'esistenza di questa loggia era stato l'ex avvocato esterno dell'Eni Piero Amara, durante gli interrogatori sul falso complotto ai danni del colosso petrolifero del cane a sei zampe, condotti dai pm milanesi Laura Pedio e Paolo Storari a dicembre 2019. Greco era poi stato indagato per omissioni d'atti d'ufficio con l'accusa di aver ritardato le indagini sulle dichiarazioni messe a verbale da Amara.

     

    LA COLTELLATA

    PAOLO STORARI PAOLO STORARI

    Era stato proprio Storari a "denunciare" Greco, consegnando i verbali di Amara a Davigo, all'epoca componente del Consiglio superiore della magistratura. Ricevuti i verbali e mostrandoli a molti colleghi, Davigo aveva portato tutti a conoscenza di quello che stava accadendo a Milano nella gestione del fascicolo Amara.

     

    Il gesto di Storari, per Greco, fu la classica "coltellata alla schiena" che mai si sarebbe aspettata. «A dimostrazione del clima di fiducia reciproca, lui stesso in una email (successiva alla consegna dei verbali) si oppone alla mia proposta di potenziare il pool investigativo asserendo di trovarsi molto bene a lavorare con la collega Pedio e con me», si era difeso Greco nell'intervista.

     

    GHERARDO COLOMBO - ANTONIO DI PIETRO - PIERCAMILLO DAVIGO GHERARDO COLOMBO - ANTONIO DI PIETRO - PIERCAMILLO DAVIGO

    L'ex procuratore rincarò lo dose, affermando che Storari aveva agito irresponsabilmente senza rispettare alcuna regola: «Aver fatto uscire dal perimetro del segreto investigativo dei verbali secretati è un atto irresponsabile, tanto più per un magistrato inquirente, e ha pregiudicato le indagini».

     

    A questo punto dell'intervista il clima si era sufficientemente surriscaldato al punto che a Greco scappò la frase che gli provocherà l'iscrizione nel registro degli indagati. «L'uscita (dei verbali, ndr) era nell'interesse di Davigo che non si è preoccupato assolutamente della sorte del procedimento e quando ha lasciato il Csm quei verbali li ha abbandonati. Fatto imbarazzante». Accuse pesanti che Davigo non ha voluto lasciar correre.

     

    E sui contrasti interni alla Procura, Greco aveva infine ribadito che la «presunta mancanza di chiarezza era ed è dovuta al fatto che io non ho voluto diffondere direttamente la mia versione dei fatti, che peraltro è l'unica che si fonda su documenti e circostanze storiche. Ho preferito seguire i canali istituzionali». Se l'intervista doveva servire per fornire spiegazioni sulla gestione della Procura più importante d'Italia, si può tranquillamente affermare che il risultato non è stato quello sperato. Anzi.

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