Angela Tisbe Ciociola e Andrea Priante per http://corrieredelveneto.corriere.it
Daniele Bariletti
Ancora una rissa in discoteca, che per un soffio non si è trasformata in una tragedia. Ancora una lite stupida, forse dettata dall’alcol o da una bevanda rovesciata più o meno intenzionalmente. Poi quei pugni, dritti sul volto. E Daniele Bariletti, un 24enne di Pianiga (Venezia), che finisce a terra, svenuto. La corsa in ospedale, l’intervento chirurgico. Ora questo ragazzo è ricoverato all’ospedale dell’Angelo di Mestre. I medici, che inizialmente sono stati costretti a indurgli il coma, ancora si riservano la prognosi.
E intanto i genitori urlano la loro rabbia e chiedono che il colpevole sia punito «perché queste cose non accadano mai più». Mentre ancora si sta cercando di fare piena luce sulla morte di Niccolò Ciatti, massacrato fuori da un locale catalano, a Lloret de Mar, un’indagine della polizia veneziana punta a chiarire cosa sia accaduto la notte di Ferragosto all’interno del Vanilla Club, una delle discoteche più in voga di Jesolo.
Daniele Bariletti
A denunciare l’episodio sono stati Maurizio Bariletti e sua moglie Lucia, il padre e la madre di Daniele, che in una lunga lettera (diffusa ieri su Facebook dagli amici del ventiquattrenne) raccontano quanto sarebbe accaduto intorno alle 3.30 del mattino.
«Nostro figlio si trovava al Vanilla insieme alla ragazza e a un gruppo di amici, avevano prenotato un privé per festeggiare il Ferragosto a Jesolo», spiegano. Il locale aveva dato un tema alla serata: «Coney Island», il grande sogno americano, «un mondo meraviglioso in cui tutti sono felici», promettevano gli organizzatori.
«Ti aspettiamo nel mondo del divertimento con uno spettacolo mai visto prima». Per Daniele Bariletti, invece, è stata la notte in cui ha rischiato la vita. La festa pareva procedere come da programma. Invece, intorno alle 3.30, «un ragazzo si è intrufolato nel privé e ha volutamente provocato nostro figlio e la ragazza buttandogli addosso una bevanda e scatenando la reazione di Daniele che gli ha detto “Che c. fai”…».
Daniele Bariletti
A quel punto, sarebbe scattato il pestaggio: «Daniele è stato colpito da due pugni con il solo scopo di uccidere ». Il padre descrive anche l’aggressore: «Un’età compresa tra i 24 e i 28 anni, corporatura impostata, alto un metro e 90, biondo con gli occhi azzurri». Il giovane sarebbe stato anche fermato dal personale di sicurezza del Vanilla, ma «lasciato andare senza neppure accertarne le generalità, suggerendo agli amici di nostro figlio di chiamare il 118 incuranti della gravità della situazione».
Pare che l’aggressione si sia consumata così, in pochi secondi. Il veneziano è crollato a terra, subito soccorso dai coetanei con i quali, fino a pochi minuti prima, stava festeggiando. Portato al pronto soccorso di Jesolo e poi trasferito in ambulanza all’Angelo di Mestre, è stato operato d’urgenza per ridurre un importante ematoma alla testa e sottoposto a un intervento di maxillo-facciale. «L’intervento è durato cinque ore - continuano i genitori nella lettera - e attualmente è tenuto in stato di coma nel reparto di rianimazione».
Daniele Bariletti
Il padre ha poi raccontato che Daniele «non è più intubato». Aggiungendo: «Non abbiamo dormito la notte». Dall’ospedale si limitano a confermare che il ragazzo è ricoverato e che le ferite sono compatibili con un pestaggio. La dinamica, però, è ancora al vaglio del Commissariato di Jesolo, che ha avviato accertamenti. Il locale, dicono, ha dato disponibilità a collaborare.
Per i genitori sono ore di angoscia, ma anche di rabbia. «Seguivamo ai telegiornali quanto accaduto in Spagna - raccontano - ci dicevamo indignati e speravamo che questo non potesse mai accadere. E invece è successo qui, nel nostro territorio. Possibile che un Club, e soprattutto la vigilanza, non riesca a gestire tali situazioni?».
Daniele Bariletti
Maurizio Bariletti e sua moglie Lucia si chiedono come sia possibile «che certi locali dove dovrebbe svolgersi il divertimento, si trasformino in luoghi di violenza inaudita e senza nessun controllo delle entrate e dei comportamenti». Per questo hanno deciso di denunciare pubblicamente quanto accaduto a loro figlio: «Vogliamo che tutti, ragazzi e genitori, vivano nella consapevolezza che nessuno può sentirsi escluso da tali barbarie. Vorremmo che una volta tanto la Giustizia fosse trasparente e il colpevole punito con la giusta severità».