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    FINITI SOLDI? FINITO AMORE! – UN 56ENNE POLACCA E’ ACCUSATA DI MALTRATTAMENTI DAL COMPAGNO DI 83 ANNI. I DUE SI FIDANZARONO NEL 1992, QUANDO LA DONNA ARRIVO' IN ITALIA PER LAVORARE - L'UOMO, DI 27 ANNI PIÙ GRANDE, LASCIO' MOGLIE E FIGLI PER STARE CON LEI - NEL 2019 GLI AFFARI INIZIANO AD ANDARE MALE, I SOLDI INIZIARONO A SCARSEGGIARE E LE DISCUSSIONI DIVENTARONO PIÙ FREQUENTI FINO A QUANDO LA DONNA DIVENNE VIOLENTA: UNA VOLTA AVREBBE BUTTATO A TERRA L'ANZIANO STRINGENDOGLI LE MANI INTORNO AL COLLO...


     
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    Estratto dell’articolo di Giulio Pinco Caracciolo per “Il Messaggero”

     

    violenza domestica sugli uomini violenza domestica sugli uomini

    Un amore nato nel lontano 1992 quando lei, bionda, bellissima e appena arrivata a Roma dalla Polonia inizia a lavorare nella società di quello che sarebbe diventato il suo futuro compagno di vita. Una relazione finita in tribunale, dove la 56enne I.P. si è seduta sul banco degli imputati con l'accusa di maltrattamenti.

     

    Vittima Lorenzo (nome di fantasia), di 27 anni più anziano della compagna. Una la ragione per la quale - secondo l'83enne - la donna lo avrebbe più volte maltrattato verbalmente e fisicamente tanto da farlo sentire in pericolo nel loro appartamento di via Ostiense: «l'abuso spasmodico di alcool».

     

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    Giovedì mattina davanti al giudice monocratico di piazzale Clodio è comparsa l'imputata che ha reso esame cercando di smontare le accuse e fornendo la sua versione dei fatti contestati. «Bevevamo insieme a cena ma non in maniera eccessiva, come chiunque birra e vino - ha dichiara in aula - ed è lui che mi ha sempre picchiata in tutti questi anni. Non sono mai andata a farmi refertare le botte subite. Ho accettato la situazione perché ero innamorata. Cosa posso farci vostro onore?».

     

    Eppure il racconto dell'uomo è ben diverso e agli atti ci sono due episodi in particolare nei quali la 56enne avrebbe perso il controllo. Il 19 luglio 2019 - si legge nella denuncia - mentre si trovavano in barca a Nettuno «la donna avrebbe buttato a terra la vittima stringendogli le mani intorno al collo» nel tentativo di soffocarlo e provocandogli di conseguenza ecchimosi ed escoriazioni. Una relazione quella tra Lorenzo e l'imputata scoccata con una scintilla.

     

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    Lui già sposato, a inizio anni 90 amministra una società di trasporti dall'Italia alla Polonia. Lei, poco più che ventenne, si affida totalmente a quell'uomo di 27 anni più grande che le trova subito lavoro come domestica vicino al suo ufficio. «Ci vedevamo spesso - ha raccontato l'imputata - e così dopo poco tempo abbiamo iniziato la relazione». Lorenzo, già padre di due bambine piccole, lascia la compagna che si trasferisce in Spagna e assegna il suo posto, nella vita e anche in ufficio, alla donna che adesso ha denunciato per maltrattamenti.

     

    La stessa donna che, almeno secondo gli inquirenti, non ha mai accettato di farsi ricoverare per i suoi disturbi bipolari, nonostante i numerosi solleciti da parte del compagno. Il tempo passa, la Polonia entra in Unione Europea e la società di Lorenzo inizia a non andare più a gonfie vele.

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    Ed è anche per questioni economiche che le tensioni diventano sempre più palpabili e culminano in episodi di violenza incontrollata. Il 6 dicembre 2019 avrebbe «scavalcato la ringhiera del balcone minacciando di tagliarsi le vene in un tentativo di suicidio». […]

     

    «A luglio quando eravamo in barca è lui che ha dato in escandescenze quando ho chiesto spiegazioni sul perché avesse intestato la macchina aziendale a un suo conoscente senza prima interpellarmi, la società è di entrambi - ha raccontato la 56enne - e lui mi ha dato un calcio, uno schiaffo e ha aperto il cassetto della cucina per prendere il coltello e puntarmelo alla gola».

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    Insomma due versione opposte. Quello che è certo però è che adesso Lorenzo a 83 anni si trova a vivere in barca a Nettuno invece che nel suo bell'appartamento di via Ostiense. Una delle due figlie dell'uomo, chiamata come testimone, ha confermato il clima di tensione vissuto negli anni dal padre e dalla sua compagna. «Lui ha le chiavi di casa e può entrare quando vuole - ha esclamato l'imputata in aula - non sono certo io ad impedirlo». […]

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