Massimo Finzi per Dagospia
massimo finzi
Nell’utilizzo dei farmaci, specie in gravidanza e prima infanzia, dovrebbe valere la regola della massima prudenza e dell’attenta valutazione tra benefici attesi ed effetti collaterali avversi che talora si possono manifestare a distanza di molto tempo e addirittura nelle generazioni successive.
Istruttivo il caso del dietilstilbestrolo utilizzato in milioni di donne in gravidanza fino al 1971.
Le figlie, nate da madri trattate durante la gravidanza con tale sostanza, hanno registrato maggiori rischi, rispetto alle figlie di gravide non trattate, di tumori della mammella e del collo dell’utero, di menopausa precoce, di infertilità, di aborto spontaneo, di gravidanza extrauterina, di parto pretermine.
Per tali motivi l’utilizzo di questo farmaco è cessato nel 1971.
gravidanza
Recentemente un gruppo di ricercatori statunitensi ha preso in esame un gruppo di persone costituito dalla terza generazione cioè dai nipoti di quelle donne che in gravidanza avevano assunto il dietilstilbestrolo.
In questi soggetti era significativamente più alta la percentuale di casi di “disturbo da iperattività con deficit dell’attenzione” (ADHD) e tale percentuale risultava ancora più elevata se le nonne avevano assunto il farmaco nel primo trimestre di gravidanza.
Un danno farmacologico passato dalle nonne ai nipoti.