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    MAFIA CAPITALE, ALEMANNO ASSOLTO IN CASSAZIONE DALL'ACCUSA DI CORRUZIONE: "FINISCE UN INCUBO DURATO SETTE ANNI, MI HANNO DATO PRIMA DEL MAFIOSO E POI DEL CORROTTO, ORA INVECE..." - DECISO PERO' UN NUOVO PROCESSO D'APPELLO PER L'ACCUSA DI TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE


     
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    Ilaria Sacchettoni per "www.corriere.it"

     

    gianni alemanno gianni alemanno

    I giudici della Cassazione assolvono Gianni Alemanno, ministro per le Politiche agricole tra il 2001 e il 2006 e sindaco di Roma fra il 2008 e il 2013 dalle accuse di corruzione. La vicenda era quella relativa al finanziamento — 125mila euro — delle cooperative che facevano capo a Salvatore Buzzi, patron della «Ventinove giugno» condannato a 12 anni e sei mesi per i reati del Mondo di Mezzo.

     

    Ebbene la Cassazione ha annullato la condanna a sei anni nei confronti dell’ex sindaco capitolino. Secondo l’accusa che aveva sostenuto il reato di corruzione, Alemanno sarebbe intervenuto ai vertici della controllata capitolina Eur Spa per far convergere sulle cooperative di Buzzi, conoscenza che risaliva agli anni Ottanta (i due si erano conosciuti in carcere dove Alemanno era finito per un’aggressione mentre Buzzi scontava una condanna per omicidio) una serie di pagamenti e avrebbe ricevuto dal patron della «Ventinove giugno» un finanziamento a tre zeri fra 2013 e 2014.

     

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    Ora i giudici hanno stabilito che non fu corruzione, ma finanziamento illecito. I togati hanno anche rinviato gli atti alla Corte d’appello perché fissi un nuovo processo limitatamente all’episodio di Eur Spa.

     

    In principio ad Alemanno era stata contestata anche l’aggravante mafiosa, successivamente caduta. L’accusa nei suoi confronti era quella di aver ricevuto attraverso la sua fondazione Nuova Italia i finanziamenti occulti di Buzzi a sua volta amico dell’ex Nar Massimo Carminati. Alemanno si era sempre detto innocente e convinto di poterlo dimostrare.

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    Commenta il suo avvocato Cesare Placanica assieme al codifensore Filippo Dinacci: «Dimostrato che Alemanno non fu un corrotto né un corruttore. La sentenza impugnata non prendeva atto di quanto aveva già ricostruito la Cassazione sulla vicenda nè che Alemanno era stato considerato estraneo alle accuse di associazione mafiosa ipotizzate dalla Procura. Siamo soddisfatti. Quanto all’ex sindaco dice: «E’ dimostrato a questo punto che non ho tradito il mio mandato nei confronti dei cittadini»

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