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    “FLAVIA BORZONE CERCA SOLO FAMA. NON È MIA FIGLIA E NON LO SARA’ MAI” – LA LETTERA DI TONINO LAMBORGHINI, CHE IN QUESTI ULTIMI MESI È PARTE CIVILE AL PROCESSO PER DIFFAMAZIONE CONTRO LA 36ENNE E SUA MADRE ROSALBA COLOSIMO - LE DUE SOSTENGONO CHE FLAVIA SIA FIGLIA ILLEGITTIMA DEL PATRON DELLA CASA AUTOMOBILISTICA: “RIMANGO PROFONDAMENTE AMAREGGIATO NON SOLO DALLA SPREGIUDICATEZZA E DALLA GRAVITÀ DELLE DICHIARAZIONI (FALSE) DEI MIEI AVVERSARI, QUANTO DA…”


     
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    Estratto dell’articolo di Federica Nannetti per www.gazzetta.it

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    «Sono sconcertato nel dovere assistere, ancora una volta, a una campagna diffamatoria mediatica nei confronti miei e della mia famiglia, distribuita a puntate sui principali quotidiani». E, ancora: «Ciò che mi conforta, se così possiamo dire, è avere la ferma certezza che la signora Flavia Borzone, fino a prova contraria, non è mia figlia; e che, a prescindere da quelli che potranno essere gli esiti ultimi dei tanti procedimenti in corso, moralmente non potrà mai esserlo».

     

    Tonino Lamborghini confida di non poter più tacere e tramite le parole scritte di suo pugno in una lettera condivisa con l’avvocato Mauro Bernardini e consegnata ai quotidiani è voluto intervenire in prima persona dopo l’udienza al Tribunale di Bologna del 6 maggio scorso per provare a mettere chiarezza sulla vicenda legale in cui è coinvolto come parte offesa.

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    Lo scontro legale tra Tonino Lamborghini e le due donne

    Vicenda che vede a processo per diffamazione nei suoi confronti la 36enne Flavia Borzone e la madre Rosalba Colosimo – per aver sostenuto un legame di paternità tra Flavia e Tonino – e udienza durante la quale i legali delle due donne hanno depositato i verbali prodotti con una serie di testimonianze a supporto della parentela padre-figlia. Senza dimenticare anche il processo in sede civile.

     

    La rabbia dell'imprenditore: «Spregiudicatezza inammissibile»

    […] «Rimango profondamente amareggiato non solo dalla spregiudicatezza e dalla gravità delle dichiarazioni (false) dei miei avversari – ha scritto infatti Lamborghini –, a cui sono oramai purtroppo abituato e nei confronti dei quali, comunque, prenderò senza indugio tutti i necessari “provvedimenti”, quanto dall’irresponsabile leggerezza e mancanza di cautela con cui elementi ancora al vaglio della magistratura, prove illecite e non genuine, nonché fatti riguardanti la vita privata mia e della mia famiglia, vengono impunemente diffusi senza alcun ritegno».

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    FLAVIA BORZONE: «LUI È MIO PADRE, LO DIMOSTRO IN TRIBUNALE»

    Tra le prove definite «illecite» a più riprese da Lamborghini e dal suo legale, per esempio, il campione di Dna di Elettra prelevato da una cannuccia a sua volta raccolta da un cestino dell’immondizia da uno degli investigatori della famiglia Borzone (che avrebbe dato esito positivo di sorellanza).

     

    Dal suo punto di vista, una leggerezza quasi senza precedenti: «Non mi è mai capitato – ha aggiunto –, in tanti anni, anche prendendo ad esempio molti, pure recenti, casi mediatici, di vedere un’esposizione così poco scrupolosa di fasi provvisorie di giudizi ancora in essere gabellate per definitive, con un evidente intento distorsivo della giustizia e, frattanto, diffamatorio nei miei confronti».

     

    TONINO LAMBORGHINI TONINO LAMBORGHINI

    [...]: «[...]Ella infatti, volutamente dimentica che, oltre al nome Lamborghini, e allo stato civile di figlia Lamborghini, cui con tanta insistenza ambisce, vi è una famiglia Lamborghini vera, fatta di comunità di affetti e di vita insieme, serbata per decenni, che lei sta calpestando. La mia vera famiglia, composta dai miei cinque meravigliosi figli, e non già solo da Elettra, a cui ella ama sempre rivolgersi e accostarsi».

     

    LA PROMESSA DI LAMBORGHINI: «BATTAGLIERÒ FINO ALL'ULTIMO»

    [...] «Fino all’ultimo battaglierò per ottenere giustizia sostanziale e sono certo che alla fine di questa battaglia risulterà chiaro ai più come il desiderio di Flavia di veder dichiarata la verità del nostro rapporto biologico, seppur di per sé lecito, finisca per scadere in riprovevole opportunismo, se mosso dalla sola brama di agiatezza e notorietà. Non si cambia lo stato civile destinato a durare una vita, se non contestato a suo tempo con solide ragioni, sull’onda di questi sentimenti, o meglio risentimenti».

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