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    “LE SUE MANI, E POI IL SANGUE, LO SPORCO, IL VOMITO, LA PUZZA DEL SUO PROFUMO A BUON MERCATO, IL SUDORE” - FLAVIE FLAMENT, OGGI 42ENNE, RACCONTA IN UN LIBRO QUANDO DAVID HAMILTON LA STUPRAVA A 13 ANNI - “MI FOTOGRAFAVA E MI VIOLENTAVA. IL SUO SUICIDIO E’ UNA CONFESSIONE. MIA MADRE SAPEVA TUTTO”


     
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    Annalisa Grandi per il Corriere della Sera

     

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    Lui, si è tolto la vita a fine novembre. Aveva 83 anni ed era diventato famoso per le foto scattate a giovani, giovanissime ragazze seminude. David Hamilton aveva costruito la sua carriera, a partire dagli anni Settanta, proprio su quelle foto al limite fra arte e pornografia. Le sue muse era tutte giovanissime, i volti e i fisici acerbi. Venti di loro, oggi raccontano di essere state vittime di abusi sessuali, da parte del fotografo. Tutto è iniziato con un libro, scritto da Flavie Flament, oggi 42enne, giornalista.

     

    «CI FOTOGRAFAVA, POI CI VIOLENTAVA»

     

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    Si chiama «La consolation», è un’autobiografia in cui la donna, sposata e mamma, racconta degli abusi subiti quando aveva 13 anni. In copertina c’è lei, da bambina. Non fa esplicito riferimento a Hamilton, nel volume. Anche perché, 30 anni dopo, quel reato per la legge francese è ormai caduto in prescrizione.

     

    Ma lui, pochi giorni dopo l’uscita del libro, e dopo aver annunciato che avrebbe citato in giudizio per diffamazione la donna, si è tolto la vita. «È una confessione la sua» racconta oggi Flavie, intervistata dai media francesi. «Ma mi fa ancora più rabbia, perché è il suo ennesimo atto di vigliaccheria. Se avesse avuto dei rimorsi, avrebbe chiesto perdono».

     

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    Racconta, Flavie, di come quello che definisce «un predatore», e che all’epoca aveva cinquant’anni, abusasse di lei, quando la madre la portava nel suo studio per essere fotografata. Una madre che, sostiene la Flavent, sapeva tutto.

     

    «Prima ci fotografava poi ci stuprava - spiega - Ci rubava la vita e guadagnava con la nostra faccia e i corpi di noi bambine violentate». «È la più grande rabbia della mia vita, quel segreto che ho tenuto sepolto per trent’anni nel mio cuore, all’improvviso è uscito fuori» spiega. «Quell’uomo riusciva ad avere una tale autorità fisica e psicologica che sapevamo che se avessimo raccontato non saremmo state ascoltate», aggiunge parlando a nome suo e delle altre bambine abusate dal fotografo. Tre, lo hanno accusato, insieme a Flavie. A loro se ne sono aggiunte altre, dopo la morte dell’uomo. Una ventina in tutto.

     

    LA PRIMA VOLTA, A 13 ANNI

     

    «Avevamo un appartamento a Cap d’Adge«Paris Match» - dove ero in vacanza con mia madre. Si avvicinò a noi e mia madre era lusingata che un famoso fotografo si interessasse a sua figlia». L’incubo è iniziato lì.

     

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    Flavie Flavent racconta che quando la madre la accompagna a casa di Hamilton lui apre la porta completamente nudo. «Questo non infastidì tua madre?» le viene domandato in una delle tante interviste. «Mia mamma gli ha solo chiesto a che ora dovesse venirmi a prendere. Io ero scioccata, pietrificata. Sentivo che c’era qualcosa che non andava».

     

    E nel libro, scava in quel dolore, nel racconto di quelle violenze: «Tutto si mescola nei ricordi - si legge nel libro - quando mi mise sotto la doccia per violentarmi». E ancora: «Le sue mani, e poi il sangue, lo sporco, il vomito, la puzza del suo profumo a buon mercato, il sudore». «Il mio libro è dedicato a tutti i bambini ridotti al silenzio» dice.

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