Pierluigi Bonora per “il Giornale”
BILL FORD
La corsa sfrenata dei costruttori all'auto elettrica e, gara nella gara, a cercare di raggiungere i risultati della concorrente Tesla, comincia a costare posti di lavoro. Per ora accade soprattutto negli Usa e in India, ma presto il problema avrà dimensioni ben più ampie. E per i sindacati si preannuncia un carico di lavoro non indifferente, a partire dall'organizzazione americana Uaw alle prese con i 3mila licenziamenti decisi da Ford Motor Company e comunicati tramite lettera ai dipendenti. A firmarla il presidente esecutivo Bill Ford e l'ad Jim Farley.
JIM FARLEY
Automotive News ne ha diffuso il contenuto. «Costruire questo futuro - si legge - richiede di cambiare e rimodellare praticamente tutti gli aspetti del modo in cui abbiamo operato per più di un secolo. Occorrono concentrazione, chiarezza e velocità. E, come abbiamo discusso negli ultimi mesi, significa ridistribuire le risorse e affrontare la nostra struttura dei costi, che non è competitiva rispetto ai concorrenti tradizionali e a quelli nuovi».
E ancora, riporta Automotive News: «L'azienda, oltre a eliminare posti di lavoro, sta riorganizzando e semplificando le varie funzioni. È un momento difficile».
FABBRICA FORD
Ford assicura, quindi, di restare vicina ai dipendenti in uscita con l'impegno di aiutarli a trovare nuove opportunità di carriera». Le nuove frontiere dell'auto elettrica (questa imposta da politica e lobby) e di software sempre più sofisticati iniziano a mietere vittime anche tra i top manager, nel caso specifico il problema ha riguardato il recente siluramento del numero uno del gruppo Volkswagen, Herbert Diess, che l'1 settembre sarà sostituito dal «porschista» Oliver Blume.
Sede della Ford
Da parte loro, i vertici di Ford puntano con i tagli a generare più entrate attraverso i servizi digital e per la connettività legati all'elettrico, in pratica la strategia di Tesla. I prezzi alle stelle di batterie, materie prime e spedizioni rendono però il periodo ancora più pesante.
ford model t
Il 2023, tra l'altro, sarà l'anno delle trattative per il rinnovo del contratto per le attività nordamericane di Ford, Gm e Stellantis i cui dirigenti si dovranno confrontare con il sindacato United Auto Workers. Già da ora, visto innanzitutto il caso Ford, ma anche i tagli annunciati da Stellantis in Canada, i negoziati si preannunciano non facili.
Lo stesso sindacato Uaw, inoltre, con la crescita degli impianti per batterie e software, teme di perdere il controllo della situazione.
ford mustang 4