Mattia Sisti per Dagospia
andrew yang
Andrew Yang è uno tra gli aspiranti candidati democratici alla Casa Bianca per il 2020. In un video della CNBC Yang ha spiegato che il motivo che lo ha spinto a candidarsi è cercare di dare soluzioni pratiche ai problemi che hanno spinto molti lavoratori, specialmente negli stati della Rust Belt, a votare per Trump. Quali sono questi problemi? Sul suo sito Yang lo spiega in modo molto preciso: “Mi è diventato chiaro che la creazione di lavoro non avrebbe superato la perdita del lavoro a causa dell’automazione”, che secondo lui renderà disoccupati in modo permanente circa un terzo degli americani.
Da imprenditore che “comprende i meccanismi dell’economia” prima che da politico Yang ha due proposte che risolverebbero la disoccupazione legata all’avanzamento tecnologico:
- Human Centered-Capitalism o Humanity First. Ovvero: un capitalismo dal volto umano che ponga al centro delle sue preoccupazioni non il profitto ma il benessere dei propri cittadini. In sostanza: gli esseri umani sono più importanti del profitto, la loro mobilità sociale, la loro felicità e realizzazione deve essere considerato il nuovo parametro secondo cui si giudica la prosperità di una nazione e non una misura fredda e statica come il PIL.
- The Freedom Dividend o Universal Basic Income. Questo altro non è che un reddito di 1,000$ al mese e 12,000$ all’anno esteso a tutti gli americani che abbiano compiuto i 18 anni e che è indipendente dal loro status lavorativo. Secondo Yang, gli effetti saranno molto positivi per il benessere dei cittadini ma anche e soprattutto per l’economia nel suo complesso che in questo modo crescerebbe dal 12% al 13% (circa 2.5 trilioni di dollari) entro il 2025 dato che darà un boost ai consumi—i quali rappresentano il 68% dell’economia americana.
andrew yang
Queste due policies sono state definite unconvential (“non convenzionali”) dal Times in un articolo dedicato a Yang. Specialmente perché sono state proposte per la prima volta ed in modo esplicito da un candidato alla Presidenza e vanno contro l’immagine che l’America ha costruito di sé, anche se altre importanti personalità come Mark Zuckerberg hanno già avanzato proposte simili.
Ma sono molti i giornali americani anche molto prestigiosi che sostengono che proprio in virtù di queste idee originali Yang ha qualche possibilità di vincere le primarie e persino la Presidenza, come il New York Times. Yang infatti gode di una straordinaria popolarità su Internet, a differenza di molti suoi competitor. La sua base elettorale sul Web, chiamata #YangGang, infatti ha cominciato una campagna di Meme (ovvero: un’immagine umorista diffusissima sui social media), canzoni e video che sono subito diventati virali.
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Sarà sicuramente interessante vedere fino dove Yang riuscirà ad arrivare perché come sostiene un famoso proverbio: “as goes America, so goes the world”: dove va l’America, va anche il resto del mondo. Il fenomeno Yang, in altre parole, non riguarda solo il paese Oltreoceano, ma tutti noi.
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