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    UN ALONSO DA AMARE, UNA FERRARI DA ROTTAMARE – FALLIMENTO PER LO SMONTEZEMOLATO: HA IL MIGLIOR PILOTA DEL MONDO MA LA RED BULL È E’ STATA POTENZIATA, LA FERRARI NO. ANZITUTTO IN QUALIFICA, PUNTO DEBOLISSIMO DI UN’AUTO CHE ANDRÀ RIPENSATA DRASTICAMENTE - ADDIO RAI, ARRIVA “SKY”, CHE STRAPPA I DIRITTI AL SEVIZIO PUBBLICO, E DAL 2014 ANCHE PER LA MOTOGP….


     
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    Andrea Scanzi per il "Fatto quotidiano"

    alonso gp europa valencia jpegalonso gp europa valencia jpeg

    Perdere un Mondiale per tre punti, per giunta nella propria stagione migliore, non è esattamente confortante. A Fernando Alonso è capitato: secondo in Brasile, al rivale Sebastian Vettel è bastato il sesto posto per confermarsi campione. A Interlagos doveva recuperare 13 punti, conscio di guidare una vettura inferiore. Serviva la pioggia, e un po' c'è stata. Occorreva la sfortuna altrui, e non è mancata: incidente al via con Bruno Senna; errori ai box, strategia-harakiri, sorpasso (regolare) a rischio squalifica.

    VETTEL CAMPIONE LASTAMPA ITVETTEL CAMPIONE LASTAMPA IT

    Vettel ha saputo sopravvivere alla iattura, che per un pilota è l'artificio migliore, adeguando le traiettorie al contingente. Esulta lui, 25enne al terzo titolo consecutivo: e gioisce la Red Bull, che ha dominato anche il mondiale costruttori. Erede designato di Michael Schumacher, che domenica ha corso (parola grossa) la sua ultima gara, Vettel non gradisce il paragone con il connazionale.

    VETTEL E WEBBER BALLANO GANGNAM STYLE CON PSYVETTEL E WEBBER BALLANO GANGNAM STYLE CON PSY

    "Rischia" però di ricalcarne la carriera, sia nei titoli (per ora 7 a 3) sia nell'approdo in Ferrari (2014 o 2015). Senza l'invenzione del diffusore a doppio stadio, che consegnò il titolo alla Brawn Gp del sottovalutato (e domenica vincente) Jenson Button, Vettel si sarebbe laureato campione anche nel 2009. È stato scritto che vince "solo" quando parte in pole, refrain che andava di moda anche con Ayrton Senna.

    Sebastian VettelSebastian Vettel

    Quest'anno, al contrario, ha dimostrato di conoscere le regole della rimonta. Non solo a Interlagos. In estate aveva 44 punti di ritardo da Alonso. Per Maranello sembrava fatta, da qui un fatale adagiarsi: la Red Bull è migliorata, la Ferrari no. Anzitutto in qualifica, punto debolissimo di un'auto che - Montezemolo è il primo ad ammetterlo - andrà ripensata drasticamente.

    alonsoalonso

    Per Alonso, talento autentico, molti rimpianti. Decisivi i ritiri in Belgio e Giappone, entrambi per incidente e sempre senza colpe. Vettel è potuto ripartire dopo lo scontro con Senna; Alonso non ebbe sorte analoga con Grosjean e Raikkonen. Spazio anche per una polemica: "In Giappone Vettel mi ha rallentato in qualifica. Perché se l'è cavata solo con un'ammonizione?".

    Fernando Alonso DisperazioneFernando Alonso Disperazione

    Per la cronaca, ma più che altro per i 25 punti raccolti, a Suzuka il tedesco chiuse primo. La gara di Interlagos, grazie ai colpi di scena, non è stata catatonica. Anzi. Il crollo della componente spettacolare della Formula 1 è però un cavallo di battaglia. Peraltro antico. Limitatamente agli ultimi trent'anni, passare da Gilles Villeneuve, Mansell e Senna al presente si è rivelato un po' avvilente. Dagli eroi indomiti - e spesso martiri di se stessi - al sonno imperante.

    LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO AI BOX FERRARILUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO AI BOX FERRARI

    Idem con le moto: ieri Schwantz, oggi Lorenzo. Dal dominio di talento e follia a quello di tecnologia e ragionieri. Semplificazioni con fondi di verità, anche se la Formula 1 affascina ancora. Non tutti, ma molti sì. Il Gp del Brasile, nel tardo pomeriggio su RaiUno, ha avuto 7.737.000 spettatori per uno share del 40.2%. La copertura Rai è quella di sempre: flotte di inviati e opinionisti, per una resa puntualmente polverosa. Ora troppo tifosa e ora fatalmente superata.

    Chi guarda la Rai, in questi casi, lo fa perché non ha alternative. Come agli Europei di calcio. La Formula 1 di oggi, incline alla noia, esigerebbe invenzioni e guizzi, ahinoi assenti nel servizio pubblico. Su questo deve avere puntato Sky, che dalla prossima stagione trasmetterà la Formula 1.

    SkySky

    Per cinque anni, con l'aggiunta dal 2014 della MotoGp. Sky ci aveva già provato dal 2007 al 2009, non ottenendo i consensi (e più che altro gli abbonamenti) agognati. Dall'anno prossimo avrà l'esclusiva, mentre a una rete in chiaro - probabilmente la Rai - rimarranno soltanto 9 Gp su 20 compreso quello di Monza. È curioso che Sky torni a puntare su sport di forte richiamo, ma al momento non sanissimi.

    Se la Ferrari non vince l'interesse crolla. E ancor più con la MotoGp senza gli acuti Valentino Rossi, che dal 2013 tornerà su una moto competitiva (Yamaha) ma che a fine 2014 dovrebbe ritirarsi (Stoner lo ha appena fatto). Dalle anticipazioni Sky di Fabio Guadagnini e Carlo Vanzini (telecronista) si intuisce che la formula sarà quella di Londra 2012 (ma pure di Wimbledon).

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    Tasto verde nel telecomando e schermo a mosaico. Un canale solo per Alonso, uno solo per Vettel, 3D ove possibile, copertura totale (anche le prove libere). Interviste, statistiche, abracadabra. Un po' tivù e un po' Playstation. Competenza, innovazione, mezzi tecnici ed economici in apparenza illimitati.

    Accadrà verosimilmente come con le Olimpiadi: da una parte il Pleistocene Rai, dall'altra la "nuova frontiera" Sky. A Londra è andata bene come critica - non c'era davvero paragone - ma un po' meno con gli abbonamenti (in termini di investimento è stato un discreto bagno di sangue). La sfida di Sky è lodevole e affascinante, ma Formula 1 e MotoGp sembrano azzardi persino superiori alle Olimpiadi. Soprattutto se Vettel e Lorenzo intenderanno solidificare le loro dittature.

     

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