BERLUSCONI FIGLI 3
Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
La famiglia Berlusconi non ha intenzione di smantellare Forza Italia. Mentre il Cavaliere rimane ricoverato in terapia intensiva al San Raffaele […] l’amministratore del partito, l’ex senatore Alfredo Messina, smentisce che in futuro ci possa essere un disimpegno dai figli anche dagli oneri finanziari che il partito comporta.
alfredo messina
Messina è un uomo di fiducia dell’ex premier, un manager che Prodi consigliò a Berlusconi all’inizio degli anni ‘90 e che è stato direttore generale e ad di Fininvest. Oggi, a 87 anni, è vicepresidente di Mediolanum. È l’uomo dei conti e il depositario del simbolo di FI e sa benissimo che la situazione finanziaria del partito non è incoraggiante: c’è un debito di circa 100 milioni di euro proprio con la famiglia Berlusconi, visto che lo stesso presidente ha firmato le fidejussioni.
Se i figli del Cavaliere decidessero di non garantirle più, la continuità di Forza Italia sarebbe a rischio: «Abbiamo un forte debito, questo è chiaro - dice Messina all’ Adnkronos - . Ma non ho sentito, da parte di nessun membro della famiglia, nulla che possa compromettere l’esistenza di questa esperienza […] Escluderei iniziative da parte dei figli che possano far precipitare la situazione. Il partito andrà avanti […]».
BERLUSCONI FIGLI 3
[…] Fino a dieci giorni fa, […] i familiari hanno dato aiuto alle casse del partito: il fratello di Berlusconi, Paolo, e i figli Eleonora, Luigi e Marina hanno dato un contributo da 100 mila euro ciascuno (il massimo consentito), così come Fininvest, la società presieduta sempre da Marina. Mezzo milione di euro in tutto, la stessa cifra che i figli del Cavaliere hanno versato nella cassaforte di Forza Italia nel 2022.
MARINA E PIERSILVIO BERLUSCONI
[…] Sono numeri che incoraggiano quanti scommettono sul futuro di un partito strettamente legato alla figura del suo leader […] che […] anche dalla stanza della terapia intensiva: dopo le telefonate di giovedì a Tajani, Barelli e Gasparri, a Meloni e Salvini, il patron di Mediaset ha riferito a il Giornale (quotidiano di famiglia che sta per essere ceduto ad Angelucci) di «non avere alcuna intenzione di mollare». […] La prima occasione di confronto fra le varie anime sarà la convention di inizio maggio a Milano. A meno che Berlusconi, di qui a un mese, non rifaccia il miracolo e si presenti alla kermesse ricompattando il partito. Ma davvero in pochi ci credono.