Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
giuseppe conte lello ciampolillo
Aspettano solo che Giuseppe Conte salga al Colle e rassegni il suo mandato nelle mani del capo dello Stato prima del voto di mercoledì. Da quel momento, se davvero si aprirà una nuova partita, allora una decina dei 52 senatori di Forza Italia e una ventina (qualcuno del gruppo azzarda 25) dei 91 deputati sono pronti a sganciarsi per giocare in proprio.
Soprattutto se Silvio Berlusconi non si rassegnerà a uscire dal cono d' ombra sovranista.
BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA
Coi parlamentari più vicini a Mara Carfagna e alla sua corrente "Voce libera", attendono un segnale anche i tre senatori di "Cambiamo" con Giovanni Toti (Berruti, Quagliariello e Romani), almeno due Udc (Binetti e Saccone).
goffredo bettini gianni letta giuseppe conte
Un mini esercito, insomma, per nulla disposto a sostenere l' attuale premier, il Guardasigilli Bonafede e la sua relazione sulla giustizia, se sarà messa ai voti a metà settimana. L' invito da parte di tutti i malpancisti del centrodestra, in queste ore, è a chiudere questa esperienza e ad aprirne un' altra.
toti carfagna
L' interlocuzione - mediata in molti casi da Gianni Letta o da Renato Brunetta, dalla stessa Carfagna, da Quagliariello - è serrata con esponenti di vertice del Pd. Si parla di Franceschini e Guerini, per esempio. La tesi, a sentire il "totiano" ed ex berlusconiano Paolo Romani, è che «occorre un governo di salvezza e di unità nazionale, una compagine ministeriale seria, professionale e in grado di affrontare l' emergenza».
PAOLA BINETTI
Non questa, sottinteso. E siccome «è impensabile una campagna elettorale in queste condizioni», prosegue il ragionamento la centrista Paola Binetti, «il premier Conte ci pensi e individui le soluzioni migliori». Un invito a fare un passo indietro. Il governo che ha strappato una fiducia sotto soglia (a 156) la settimana scorsa, «non ha i numeri, ne serve uno di salute pubblica, oggi serve senso di responsabilità collettiva», insiste ormai ogni giorno Giovanni Toti.
pier ferdinando casini
Il suggerimento che rivolge a questo punto a Conte Pier Ferdinando Casini è di «evitare il voto sulla giustizia e di aprire la strada alla possibilità di essere reincaricato: se va in Aula e viene bocciato è chiaro che non c' è un Conte ter». Altri, come il senatore forzista Andrea Cangini (vicino a Carfagna) e il deputato Osvaldo Napoli, sostengono con meno diplomazia che «l' ostacolo per l' uscita dalla crisi è l' attuale premier». Nelle prossime ore potrebbe risolvere lui stesso il problema.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE
Certo è che i tentativi di portare singoli parlamentari di Fi in maggioranza hanno fatto perdere le staffe al Cavaliere. Ieri pomeriggio se ne lamentava al telefono dalla Provenza coi parlamentari che lo chiamavano: «Ma Conte come si permette a far contattare i nostri uno per uno?», è sbottato dopo aver saputo dell' ultima telefonata che avrebbe raggiunto Felice D' Ettore, deputato e collega docente universitario (di Diritto privato) dell' avvocato Conte a Firenze.
BERLUSCONI CARFAGNA GELMINI
Irritazione a parte, la posizione di Fi si va ammorbidendo giorno dopo giorno. Adesso Antonio Tajani sostiene di «non aver mai spinto per le elezioni» e che «se Conte cade la parola va al Colle». Giorgio Mulé sostiene che «vogliono lo s calpo di Fi ma non glielo daremo mai». Ma quel che accadrà nelle prossime ore resta un' incognita. Meloni torna a insistere sul voto subito. E così Salvini dai talk tv: «Non esistono nuove maggioranze, al governo minestrone preferisco il voto». E alletta Berlusconi: Candidabile al Colle?, gli chiedono. «Assolutamente sì». Purché resti nell' alleanza, ovvio.
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