Emanuele Lauria per "la Repubblica"
BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA
«Attenzione perché si rotola verso le elezioni e il rischio è che vincano gli emuli di Trump». Quando pure Nicola Zingaretti, martedì mattina, ha evocato il fantasma delle urne e soprattutto la vittoria di Salvini&C, il velo si è alzato sui timori che circolavano da mesi, in ambienti giallorossi. Timori che, ora che Renzi si è sfilato, si sono trasformati in paura vera e propria: quella di portare il Paese ai seggi in piena pandemia ma anche quella, meno confessabile, di consegnare il governo ai sovranisti.
salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa
I "costruttori" invocati in queste ore dovranno lavorare soprattutto per evitare quest' ipotesi, che se si realizzasse rischierebbe di far perdere tutti i contendenti della disfida che ha spaccato la maggioranza. E di converso, dati alla mano, favorirebbe nettamente il centrodestra. A confermarlo è una simulazione di Youtrend che da un paio di giorni è sulle pagine salvate dei pc di leader, consiglieri, semplici parlamentari.
L' analisi dice cosa accadrebbe, in base alle percentuali degli ultimi sondaggi, se si andasse a votare oggi, con un numero di seggi ridotto e con un sistema elettorale - il Rosatellum, in prevalenza maggioritario - che le forze di governo malgrado i propositi non sono riuscite a cambiare e che premia le coalizioni più solide.
calenda renzi
Il risultato dipenderebbe dalle alleanze che si andranno a costruire, ovviamente. Ma Pd e 5Stelle perderebbero sia di nuovo asse con i renziani (lo schieramento del Conte- bis) sia se Iv corresse in autonomia assieme a Calenda e +Europa (nello scenario delle elezioni in Liguria, per intenderci). In entrambe le soluzioni il centrodestra avrebbe la maggioranza assoluta alla Camera e al Senato.
La condizione migliore, per l' attuale opposizione, si avvererebbe se Pd e M5S rinunciassero al cantiere progressista e andassero separati come nelle elezioni del 2018: in questo caso il centrodestra otterrebbe addirittura 248 deputati su 400 e 124 senatori su 200. Perché i giallorossi vincessero, se si votasse domani, dovrebbero realizzarsi due scenari: uno, più improbabile, di spaccatura del centrodestra, con Salvini e Meloni da un lato e Berlusconi, Renzi, Calenda e Bonino dall' altra.
di maio zingaretti conte
Oppure nel caso di un' alleanza di tutti quelli che oggi stanno fuori dal centrodestra, ovvero Pd, M5S, Iv, Leu, Azione e +Europa. Questo ampio fronte prevarrebbe di misura, con 202 seggi a Montecitorio e 102 a Palazzo Madama.
«Deputati e senatori che hanno visto la simulazione hanno detto: tanto non si vota. Abbiamo ribattuto che forse non si vota proprio per quello che c' è scritto lì dentro», dice Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend, cogliendo il senso di tanti conciliaboli nelle aule parlamentari e fuori. «Il voto - dice Pregliasco punirebbe in particolar modo il M5S, destinato a perdere un terzo degli eletti, e Italia Viva».
NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE
Il Pd, in crescita negli ultimi mesi, subirebbe uno scompenso minore ma con il rischio concreto di rinunciare al governo. Mentre, sull' altro fronte, Forza Italia potrebbe compensare il calo dei consensi rispetto al 2018 con i seggi che le deriverebbero dai collegi ceduti dagli alleati di schieramento. Ecco perché le elezioni sono viste come uno spauracchio nella maggioranza in crisi. Che oggi, con il pd Michele Bordo, sente aria di festa nel campo avverso: «Salvini e Meloni stappano champagne».