1. INFORMAZIONI SENSIBILI PRELEVATE DA BANCHE DATI, TRA GLI INDAGATI LEONARDO MARIA DEL VECCHIO E MATTEO ARPE
Estratto dell’articolo di www.ilsole24ore.com
accesso abusivo a banche dati
Si allarga l’indagine sul prelievo di migliaia di informazioni sensibili da banche dati strategiche nazionali. Le indagini della Dda di Milano e della Dna hanno portato venerdì 25 ottobre a 6 misure cautelari, tra cui i domiciliari per l’ex “super poliziotto” Carmine Gallo.
Tra gli indagati, che rispondono di concorso negli accessi abusivi della presunta organizzazione - composta da hacker, consulenti informatici e appartenenti alle forze dell’ordine e con al centro pure intercettazioni abusive - figurano Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del patron di Luxottica, e Matteo Arpe. Nell’inchiesta sono coinvolti anche ex dipendenti di un’altra società di investigazione, la Skp di Milano.
Paolo Scaroni
L’altra società di investigazioni e analisi del rischio al centro delle indagini, la Equalize srl, di cui il socio di maggioranza è Enrico Pazzali, indagato e presidente della Fondazione Fiera Milano (ente estraneo alle indagini), è stata ieri oggetto di un decreto di sequestro preventivo […]
Le accuse al centro dell’inchiesta sono associazione per delinquere, accesso abusivo a sistema informatico, intercettazioni abusive, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. La presunta associazione per delinquere avrebbe prelevato dalle banche dati strategiche nazionali informazioni su conti correnti, precedenti penali, dati fiscali, sanitari e altro, evadendo su commissione e dietro compenso, la richiesta dei “clienti”, tra cui soprattutto grandi imprese, studi professionali e legali, interessati a condizionare le attività di loro “concorrenti” con questo “dossieraggio”.
giovanni gorno tempini foto di bacco
Fra gli spiati e hackerati ci sono il presidente del Milan ed ex ad dell’Eni, Paolo Scaroni, il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, numerosi giornalisti come Giovanni Dragoni del Sole 24 Ore e Giovanni Pons di Repubblica.
È quanto emerge nelle oltre 500 pagine di ordinanza di misure cautelari del gip di Milano Fabrizio Filice. Tra gli obiettivi degli accessi abusivi a sistemi informatici alla ricerca di dati segreti e sensibili ci è finita anche Virginia von Furstenberg, nipote di Gianni Agnelli, il presidente delle Camere penali, avvocato Domenico Caiazza, Ginevra Caprotti della dinastia imprenditoriale di Esselunga.
giovanni pons
[…] Il procuratore Marcello Viola ha chiarito che l’inchiesta, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, è iniziata “nel 2022” e ha messo in luce una “articolata rete di persone che per finalità di profitto e altra natura ha acquisito e prelevato dati” soprattutto dallo Sdi, ossia la banca dati interforze su precedenti di polizia. Tra i reati contestati, oltre a quelli già emersi, ci sono anche la “detenzione e installazione di apparecchiature” per intercettazioni abusive e il “favoreggiamento personale”. […]
gianni dragoni
Sono sessanta, da quanto si è saputo, gli indagati nell’inchiesta della Dda di Milano e della Dna sul presunto “confezionamento” di dossier attraverso l’acquisizione illecita di informazioni riservate da banche dati strategiche. Tra gli indagati, stando a quanto emerso, ci sono anche gli imprenditori interessati alla creazione di quei report, commissionati al gruppo di hacker.
Imprenditori che, secondo i pm, erano consapevoli dell’azione illecita di raccolta delle informazioni. La Procura aveva chiesto 16 misure cautelari per altrettante persone e il gip ha disposto i domiciliari per quattro e interdittive per due indagati, ossia sei misure in totale.
LEONARDO MARIA DEL VECCHIO
Erano i “pubblici ufficiali”, cioè gli appartenenti alle forze dell’ordine coinvolti, ad avere “le credenziali per l’accesso” alle banche dati strategiche. L’organizzazione, è stato chiarito, voleva “realizzare su mandato specifico di clienti”, tra cui “importanti imprese italiane ed estere”, dossier, report, che “a volte venivano camuffati da notizie giornalistiche per nascondere l’origine” illecita del prelevamento di quelle informazioni riservate.
Per Viola si può “parlare di un gruppo di hacker”, che aveva “apparati molto sofisticati”. Tra gli indagati figurano anche i clienti dei report commissionati, accusati di concorso in accesso abusivo a sistema informatico, come Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe. […]
MATTEO ARPE
«Credo che non siamo al sicuro e non saremo al sicuro fino a quando la legge e la tecnologia a nostra disposizione non sarà riuscita ad allinearsi con quella della criminalità. In linea generale, tecnologia avanza rispetto alle leggi, in tutti i settori, a partire dalla bioetica, quando si è capito che il confine tra vita e morte non erano compatibili con leggi vigenti. I malintenzionati sono sempre più avanti degli stessi Stati, hanno hackerato anche il Cremlino, servono sforzi per allineare normativa vigente ma anche lavorando di fantasia, prevedendo cosa possono fare senza doverli inseguire». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in videocollegamento con CasaCorriere, commentando il nuovo caso legato all’hackeraggio, stavolta alla Procura di Milano.
2. INCHIESTA SUI DATI RUBATI, CARMINE GALLO DA SUPER-POLIZIOTTO DELL’ANTICRIMINE A SEGUGIO DEGLI IMPRENDITORI
Estratto dell’articolo di Piero Colaprico per www.repubblica.it
carmine gallo
In un grande ristorante-cascina di Lainate, alla festa per la sua pensione, c’erano un vicecapo della polizia e un funzionario dei servizi segreti, decine di colleghi di ogni grado, dai questori agli agenti semplici, carabinieri, imprenditori e anche qualche giornalista (tra i quali chi scrive). Carmine Gallo, che aveva chiuso la carriera come responsabile del commissariato di Rho durante l’anno cruciale dell’Expo (2015), e quindi veniva invitato a dir la sua anche sulla sicurezza di Barack Obama, in pensione però non era mai andato.
Enrico Pazzali
Per tutta la sua vita era stato considerato un super-poliziotto, forse un po’ troppo indispensabile. Una caratteristica, quella della “troppa” imprescindibilità, che può andare bene per gli ammiratori (di più) e per i detrattori (di meno) di un investigatore che dagli anni Ottanta, quelli della cosiddetta “Milano da bere”, ha saputo guadare ogni palude per portare a casa – intendendo come casa la procura, la questura, il ministero degli Interni – il risultato.
Famoso ben oltre i confini nazionali, qualche giorno fa l’aveva chiamato la troupe di una tv americana per intervistarlo sul caso Gucci: «Ma ancora? Sono quasi 30 anni, gli ho risposto, ma quelli niente, insistono, e vabbè», raccontava, e chissà che questa intercettazione non sia finita insieme alle altre che l’hanno portato agli arresti domiciliari, nella sua ultima veste, quella di consulente per la sicurezza.
CARMINE GALLO
Per comprendere almeno in parte la carriera di Gallo tre sono i nomi imprescindibili: Saverio Morabito (collaboratore di giustizia, base dell’inchiesta Nord-Sud del 1993), Maurizio Gucci (ucciso in via Palestro a Milano il 27 marzo 1995) e Alessandra Sgarella (rapita l’11 dicembre del 1997 in viale Caprilli, la larga e ricca strada che porta allo stadio di San Siro). In questi tre casi, come si muove Gallo?
[…]
Della parola di Gallo, insomma, ci si può fidare, questo si sente dire su entrambi i lati dell’immaginaria barricata che separa il bene (la legalità) dal male (l’illegalità). Sempre di più, Gallo accresce il suo ruolo di esperto in segreti e bisbigli. E quindi non è un caso che sempre lui raccolga dal milieu le confidenze non di un criminale, ma di un emarginato.
accesso abusivo a banche dati
Il quale però sa qualcosa proprio di quell’omicidio che ha fatto clamorosamente e più volte il giro del mondo: quello dell’erede del marchio Gucci, ammazzato di mattina, mentre va nella nuova ditta, da un killer che spara a casaccio. Tranne l’ultimo colpo: alla tempia sinistra della vittima.
E’ così che si arriverà alla “vedova nera” Patrizia Reggiani, ex moglie di Maurizio Gucci, furibonda per l’abbandono e per la molto presunta diminuzione del suo tenore di vita (spendeva 25milioni di vecchie lire al mese solo per cambiare i fiori del mega attico in corso Venezia).
CARMINE GALLO
E, incredibile ma vero, la soffiata portata in procura da Gallo inquadra un altrettanto molto presunta maga e cartomante, Giuseppina Auriemma. E’ lei che dal tarocco mazzo dei tarocchi ha pescato come killer un ristoratore pieno di debiti, un amico suo.
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Come si capisce, i contatti, l’abilità nel muoversi, la sponda nelle istituzioni rendono Gallo “cruciale”. Con una sola falla: quando nel 2008 casa sua viene perquisita e trovano nel battiscopa 80mila euro. I soldi sono di provenienza lecita e gli vengono restituiti, ma resta un’insondabile zona grigia di informazioni che vedono al centro un ex gangster, come Federico Corniglia, basista di sequestri, in apparenti buoni rapporti con il super-poliziotto.
L’intoppo, com’è noto, non danneggia più di tanto Gallo (che patteggerà): verrà inviato infatti dal ministero a Rho. Certo, non è più alla Criminalpol, o alla squadra Mobile, o alla Dia, ma continua a fare il suo lavoro intorno a Expo, a correre al mattino, a risolvere omicidi, a rievocare in aula le fasi dei tanti fascicoli seguiti, dal sequestro di Giuseppe Soffiantini agli ultimi scampoli della gang di Angelo Epaminonda detto il Tebano.
Enrico Pazzali
Dalla pensione-non pensione, continua (o continuava?) a lavorare, in un’agenzia a pochi passi dal Duomo. Il nuovo lavoro di Gallo, a suo tempo definito “il nostro infaticabile centravanti” dai vertici della polizia, consiste soprattutto in quella che si chiama analisi dei rischi. E cioè - per capire la questione - io che sono un imprenditore straniero e voglio lavorare in Italia, come faccio a sapere che l’azienda X che m’interessa non sia legata al crimine o che non sia troppo disinvolta?
A questa domanda rispondeva il suo staff, con il pensionato Gallo a quanto pare chiamato a questo ruolo da Enrico Pazzali, stimato manager della Fiera, molto appoggiato dal centrodestra lombardo. Quindi, il lavoro di Gallo era quello di “spiare” ai danni dei privati, o di “acquisire notizie” per altri scopi? L’inchiesta, prima o poi, ce lo dirà.
ACCESSO BANCHE DATI CARMINE GALLO