1. IL METODO LEOSINI, A MANI NUDE PER INDAGARE IL MALE
Antonio Dipollina per ''la Repubblica''
franca leosini storie maledette
Franca Leosini kombat. E per una volta, con uno speciale che esula dalle Storie maledette, scende in campo in modo anomalo su uno dei delitti più atroci della storia recente, quello di Erba. Il viluppo è inestricabile e assai mediatico: da tempo, soprattutto a Le Iene, viene portata avanti una teoria revisionista sulla colpevolezza dei famosi Olindo e Rosa. E stavolta Leosini non è alle prese con i colpevoli o condannati (magari ci si arriverà, e sarebbe il colpo del secolo) ma con i fratelli Pietro e Beppe Castagna, sopravvissuti alla strage.
franca leosini e i fratelli castagna
La mancanza del confronto iper-drammatizzato con il Male colloca la puntata (passata domenica su Rai 3) in un limbo difficilmente abitabile. E con un handicap: Le Iene o altri, sollevando polverone, dubbi, casino gratuito, assolvono in pieno la loro missione, Leosini nel contrapporsi quasi a mani nude gioca fuori casa.
L' unica speranza è che, al di fuori del corto circuito mediatico, giudici, uomini di legge, esperti sappiano il fatto loro. Sul resto vale la memorabile sentenza che Leosini cita in trasmissione, ovvero la targa affissa sulla porta del manicomio di Aversa che recitava: "Non lo siamo tutti, non ci siamo tutti".
2. LA PROSA BAROCCA DI FRANCA LEOSINI CONTRO I REVISIONISTI DI ERBA
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
franca leosini storie maledette
Il delitto di Erba, come altri delitti famosi, si porta dietro un affaticamento spettacolare, un andirivieni dalla realtà al reality, e viceversa, fatto di «vite in diretta», di cronaca nera trasformata in fiction, di racconti artefatti su realtà spaventosamente autentiche. «Fu la notte buia dell' anima quella notte del 2006», sostiene Leosini, che ha dedicato una puntata di «Storie maledette» non agli assassini Rosa e Olindo ma alle vittime, ai fratelli Castagna (Rai3, domenica, 21.15).
i fratelli castagna a storie maledette
Perché questo scarto? «Non è per ripercorrere l' orrore - sostiene ancora Leosini -, ma è perché all' interno di un vento revisionista, innocentista verso Rosa e Olindo, si annida il tentativo di insinuare che la responsabilità sia di un familiare».
Leosini non rinuncia alle sue volute barocche («Olindo e Rosa, due pastori scesi da un presepe sbagliato»), ai racconti melò («Azouz sembra un tronista di Maria De Filippi»), agli accenni sessuali («il fascino della Bazzi non era di un fulgore ustionante»), a una prosa tutta scritta di «limacciosa fantasia». Ma perché interviene in favore della famiglia Castagna? Questo è davvero l' aspetto più curioso.
franca leosini storie maledette
Di norma, Leosini cerca di capire i motivi sociali che hanno spinto la vittima a commettere un delitto. Questa volta, invece, tenta di opporsi alla «sia pur legittima» spinta revisionista della difesa, in particolare cerca di contrastare indirettamente le tesi sostenute nel documentario «Tutta la verità» (in onda sul Nove nell' aprile di quest' anno), che aveva sposato la tesi dei difensori e di qualche cronista, cercando di entrare nelle inevitabili crepe delle indagini.
i fratelli castagna a storie maledette
Leosini ha gioco facile nel tratteggiare tutte le ambiguità di Azouz (spacciatore, piccolo boss, espulso dall' Italia) e la ferocia di Rosa e Olindo, il cui rapporto quasi morboso era stato rotto dalle intemperanze dei vicini. Oggi il revisionismo processuale è in tv, senza una fine.
lele mora con azuz marzouk rosa bazzi OLINDO ROMANO ROSA BAZZI OLINDO E ROSA1 raffaella castagna con il figlio youssef marzouk