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Luciano Di Bacco per Dagospia
Cecilia Cirinei per “la Repubblica - Roma”
L’Atmosfera dentro al Vittoriano è magica e morbida, delicate luci blu, grandi fotografie, sono circa ottanta, e mari virtuali, profondi, dove camminarci sopra, lasciandosi trasportare dalla poetica delle parole e dalla malia delle sue canzoni più belle. Da “Caruso” a “L’anno che verrà” da “Piazza Grande” a “Vita”.
Ha inaugurato ieri pomeriggio nella sala Zanardelli del Complesso Monumentale del Vittoriano la mostra “Lucio Dalla, immagini e suoni” a cura di Ernesto Assante con una selezione di foto di Giovanni Canitano, Guido Harari, Fabio Lovino, Carlo Massarini, Fausto Ristori e Luciano Viti, e la proiezione del film-documentario “Senza Lucio” di Mario Sesti, che si potrà vedere fino alla fine della mostra, il 2 ottobre.
Quello di ieri è stato un vernissage-festa che si è prolungato fino a tardi sulla terrazza panoramica fra la musica di Stefano Di Battista e la sua band, che hanno eseguito una rivisitazione jazz del brano “Attenti al lupo”, e le canzoni di Ron, Renzo Zenobi e Pierdavide Carone.
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Alle 18,30 la Sala Zanardelli era piena (l’ingresso alla mostra è gratuito). Per il ministro Dario Franceschini: «La musica di Dalla ha accompagnato come una colonna sonora la vita di generazioni di italiani ed è una delle ragione per cui assume un valore particolare l’accostamento tra un luogo così denso di significati, come il Vittoriano, e la figura di Lucio Dalla».
La mostra, che è la prima in Italia mai dedicata a Dalla, «vuole provare a offrire un ritratto vivo e pulsante di Lucio Dalla — spiega Ernesto Assante — uno dei molti possibili di un artista poliedrico e multiforme come lui. Un ritratto necessario perché Dalla, fin dal suo esordio, ha legato la sua espressività come autore e come interprete alla sua fiscità.
Le mie canzoni preferite sono “Caruso”, “Henna” e altri 40 brani che ho selezionato come colonna sonora dell’esposizione». Soddisfatta la direttrice del Polo Museale del Lazio Edith Gabrielli: «Aprire il Vittoriano a Dalla ha un valore preciso. La mostra rende omaggio a un autore capace di interpretare l’anima e la storia del nostro paese».
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Tra le tante immagini spicca il cantante come “mascotte” di una squadra di basket del ‘78, quelle con un giovanissimo De Gregori e poi con Ron, ai tempi di “Piazza Grande”, e ancora: quelle più recenti, e forse più malinconiche, scattate da Fabio Lovino.
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Le foto vanno dal 1978 al 2012 (anno della morte). Poche, volutamente, quelle durante i concerti. C’è il Dalla “nascosto”, quello più vero e spontaneo, ritratto in una dimensione privata, ironica e personale.
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