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    “MATTEO MESSINA DENARO È UN CONTENITORE VUOTO, UN UOMO SENZA QUALITÀ” – FRANCESCO LA LICATA RESTITUISCE L’UNICO RITRATTO POSSIBILE DEL BOSS: “MATTEO NON AMA LE DONNE, LA SUA ANAFFETTIVITÀ GLIELO IMPEDISCE: LE POSSIEDE, LE SFRUTTA, LE CATTURA CON TUTTO IL FARDELLO FAMILIARE CHE LE CIRCONDA. GLI STANNO CUCENDO ADDOSSO L'IMMAGINE DEL CASANOVA. MA IL PARAGONE NON REGGE. L'EROTOMANE MATTEO FA PENSARE AL PROTAGONISTA DI UN FOTOROMANZO POPOLARE CHE SI CHIAMAVA “SUPERSEX”…”


     
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    Estratto dell'articolo di Francesco La Licata per “la Stampa”

    matteo messina denaro con montone matteo messina denaro con montone

     

    In questo ultimo effluvio di retorica mediatica che rischia di negare a Matteo Messina Denaro l'unica condivisibile identità, cioè quella di uomo senza qualità e contenitore vuoto incapace di nutrire sentimenti, abbiamo assistito ad una vera e propria gara (carta stampata e tv) di esaltazione del nulla. I libri, le letture varie di Matteo, le donne, le capacità attrattive di un criminale che, alla fine, si consegna al pubblico come un predatore seriale di donne prigioniere del loro piccolo mondo e speranzose di un riscatto che non può non passare che per la «forza» di un uomo ricco di soldi e basta.

     

    LE DONNE DI MATTEO MESSINA DENARO LE DONNE DI MATTEO MESSINA DENARO

    Tutti questi argomenti, scientemente organizzati da investigatori e magistrati, centellinati e dati in pasto ai cronisti, hanno finito per sovrastare gli aspetti più seri della vicenda, per dar vita ad un insopportabile gossip che non serve a nulla. Ovvero servirebbe a meglio delineare la personalità patologica di un capomafia che non è diventato capo supremo, visto anche il pedigree di cui dispone, forse proprio per questa sua ossessione erotica che lo ha sempre accompagnato. Matteo non ama le donne, la sua anaffettività glielo impedisce. Matteo le donne le possiede, le sfrutta, le cattura insieme con tutto il fardello familiare che le circonda. E loro, le donne, lo adulano (cosa che a Matteo piace tanto), gli riconoscono una supremazia («di fronte a te ogni altro uomo scompare»).

     

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    A pensarci, è lo stesso meccanismo mentale che ha consentito ad un'intera comunità, quella di Campobello, di «lasciar vivere», per almeno 15 anni, una tranquilla latitanza, […]

    Ma il «paesello» non è soltanto fatto di vecchi con la coppola. È lecito chiedersi perché anche la cosiddetta società civile, gli imprenditori, i professionisti, polizia, carabinieri, vigili, avvocati, insomma persone un po' più accorte, soffrissero della stessa distrazione dimostrata dal «paese vecchio»?

    Ma questi argomenti non sembrano essere all'ordine del giorno del materiale investigativo rimasto coperto dalla «panna montata» prodotta dalle donne di Matteo

     

    […] è innegabile l'importanza che può avere avuto il ruolo di Laura Bonafede […] anche in questa storia, comunque, vien fuori tutta la pochezza del boss incompleto. Tanto inadeguato da infrangere le più elementari regole di Cosa nostra per soddisfare il proprio ego. Laura Bonafede è regolarmente sposata e madre di una figlia anch'essa consegnata all'egoismo del boss che l'ha usata in sostituzione di Lorenza, la figlia naturale che non ha mai voluto riconoscere l'autorità paterna. La ragazza è diventata la figlia ideale per Matteo,

     

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    […] la stessa relazione con Laura […] è di per sé «scandalosissima» rispetto all'ipocrisia e alla falsa morale mafiosa. L'insegnante innamorata è anche moglie di Salvatore Gentile, un ergastolano (killer) finito in carcere proprio per aver ucciso su commissione di Matteo. Secondo la legge di Cosa nostra, dunque, Matteo avrebbe dovuto essere ucciso per aver «approfittato» della moglie di un uomo d'onore detenuto. Ma le regole, si sa, valgono solo per i deboli e così Laura Bonafede diviene «proprietà» di Matteo.

     

    Il quale, però, non disdegna altre frequentazioni femminili […]

    Adesso a Matteo stanno cucendo addosso l'abito del Casanova. Ma il paragone non regge per un personaggio così inadeguato. […] L'erotomane Matteo, semmai, fa pensare ad un personaggio che i meno giovani dovrebbero ricordare. Era il protagonista di un fotoromanzo popolare che si chiamava «Supersex», un antenato del porno a venire. Supersex era un accumulatore seriale di donne che «catturava» con una formula magica che paralizzava le prede.

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    […] Prima o poi si placherà questa corsa alla ricerca del gossip e allora sarebbe auspicabile che le indagini (e le inchieste giornalistiche) affrontassero i temi cruciali di cosa ha significato per la Sicilia occidentale la presenza di famiglie come i Messina Denaro. […] Un groviglio di mafia e potere che si liberava dei servitori dello Stato fedeli (Giangiacomo Ciaccio Montalto, Alberto Giacomelli) e aggrediva ferocemente i più recalcitranti (Carlo Palermo e Rino Germanà). Questo cancro ha poco a che fare con le gesta di un Casanova di paese.

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