DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Pasquale Caputi per https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Secondo moltissimi addetti ai lavori, è il Messi dei radiocronisti. Senza esagerazioni. Francesco Repice, voce dei più importanti match italiani, europei e mondiali sulle frequenze di Radio Rai, ieri ha compiuto 60 anni. Nel suo percorso, ricco di aneddoti, ci sono anche molti momenti e personaggi pugliesi. Li ricorda con piacere e la solita passione. Soprattutto, con il sorriso sulle labbra.
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Bari non è una tappa banale del suo percorso. Praticamente il San Nicola segnò il suo “debutto” con la nazionale
«Ricordo Italia-Scozia (nel 2007, ndr). Fu una partita difficilissima, anche perché a pranzo avevo esagerato con i frutti di mare in un ristorante di Polignano e questo mi creò non pochi problemi gastrointestinali prima del match. Per fortuna tutto andò bene. E dico anche di più: consiglio a tutti di esagerare con i vostri frutti di mare. Sono una cosa meravigliosa».
Il Bari e il Napoli di De Laurentiis stanno facendo cose eccellenti.
«Penso che i risultati parlino per loro. Sono abituato a giudicare solo in base ai dati di fatto, e i De Laurentiis sono primi in A con il Napoli e sono in alto in B con il Bari. Sanno fare bene il loro mestiere e c’è poco da dire».
Qual è la partita più bella che ha commentato?
«Una delle partite più belle è stata sicuramente Manchester United-Barcellona, finale di Champions League del 2011. Fu la partita del ritorno di Abidal, per intenderci. Anche la finale del mondiale in Qatar è stata emozionante».
Il gol più coinvolgente che si porta dentro?
«Risposta difficile. Dico il gol del 2-0 segnato da Angel Di Maria con la Francia al Mondiale. È stato una delle emozioni più forti degli ultimi anni».
Il giocatore che l’ha fatta impazzire?
«Sicuramente Francesco Totti. L’ho amato più di tutti in assoluto, senza alcun paragone».
Quando pensa alla coppia Totti-Cassano, cosa le resta in testa?
«Ho fatto delle radiocronache dei due insieme. Le parole venivano fuori da sole grazie alle loro magie. Uno spettacolo per gli occhi e per l’anima. Quando si passavano la palla era magia totale».
A quando risale la sua prima radiocronaca?
«Fine anni ’90. Roma-Bologna 2-1, una partita particolare e una radiocronaca anche pericolosa perché veniva dopo uno Juventus-Roma contestatissimo».
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Chi è il suo modello di radiocronista?
«Victor Hugo Morales, uruguaiano, il cantore delle gesta di Maradona. Ha raccontato il gol più bello del mondo in maniera irripetibile. Come italiani, Sandro Ciotti ed Enrico Ameri sono stati i più grandi. Ma non dimentico neanche Riccardo Cucchi e Bruno Gentili».
Oggi invece è diventato lei un punto di riferimento.
«Trovo questa cosa bislacca. Non vedo come possano ispirarsi a uno che vive le partite in modo così incontrollabile. Non lo faccio apposto, mi viene così. Non riesco ad astrarmi. Ogni volta che concludo una radiocronaca, soprattutto della Nazionale, sono sfinito».
francesco repicefrancesco repice
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