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    ARANCIA MECCANICA NELLA PROVINCIA FRANCESE – DURANTE LA FESTA DI PAESE A CRÉPOL, VILLAGGIO DI 500 ABITANTI, DIECI RAGAZZI HANNO FATTO IRRUZIONE NELLA SALA DA BALLO E, ARMATI DI COLTELLI E MANNAIE, HANNO COLPITO CHIUNQUE CAPITASSE A TIRO E POI SONO SCAPPATI – MORTO UN RAGAZZO DI 16 ANNI, COLPITO AL COLLO E AL PETTO. VENTI I FERITI – GLI ASSALITORI, FORSE DI ORIGINI STRANIERE, AVREBBERO ANNUNCIATO PRIMA DELLA MATTANZA: “SIAMO QUI PER UCCIDERE I BIANCHI” – ESPLODE LA POLEMICA POLITICA


     
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    Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il www.corriere.it

     

    crepol crepol

    Quattro case in campagna, un campanile, il municipio e una sala delle feste che sabato scorso accoglieva in pratica tutto il villaggio per il «ballo d’inverno»: Crépol è un piccolo villaggio appartato e molto tranquillo, poco lontano da Grenoble, dove vivono circa 500 persone che all’improvviso sono state vittime di un’esplosione di violenza inaudita.

     

    Alla fine del ballo, verso le due della notte tra sabato e domenica, un gruppo di ragazzi venuti dai quartieri difficili di una città vicina ha dato l’assalto alla sala delle feste, colpendo a caso a chiunque capitasse a tiro con coltelli e accette da macellaio. Venti accoltellati, dei quali due ancora in prognosi riservata, e un morto: Thomas, 16 anni, liceale, colpito al torace e alla gola, spirato sull’ambulanza che correva verso l’ospedale.

     

    assalto alla feste di paese a crepol assalto alla feste di paese a crepol

    È stato un massacro che sta scuotendo la Francia, anche perché la prima reazione delle autorità è stata forse non adeguata a descrivere quello che era davvero accaduto. Il procuratore di Valence, Laurent de Caigny, all’inizio ha parlato di una «rissa generale», definizione che indigna gli abitanti di Crépol.

     

    A distanza di pochi giorni tutte le testimonianze concordano nel dire che non si è trattato di una rissa, né di un regolamento di conti tra bande rivali: una decina di ragazzi venuti forse dal malfamato quartiere della Monnaie del centro più vicino, Romans-sur-Isère (33 mila abitanti), sono arrivati — già armati — e decisi a entrare nella festa, sebbene non fossero stati invitati.

    IL 16ENNE THOMAS UCCISO A CREPOL IL 16ENNE THOMAS UCCISO A CREPOL

     

    Quattro uomini del villaggio all’ingresso li hanno respinti, anche perché si sono accorti dei coltelli. Loro hanno aspettato che la festa finisse e che i partecipanti cominciassero a uscire, e a quel punto è cominciato il bagno di sangue.

     

    Una testimonianza in particolare, riportata oggi sul giornale locale Dauphiné, fa discutere e provoca le reazioni politiche soprattutto all’estrema destra: «Siamo qui per accoltellare dei bianchi», avrebbe gridato uno degli assalitori, vestiti in tuta e sneakers. Più che a una rissa, assomiglia a un attentato.

     

    crepol crepol

    L’adolescente ucciso, Thomas, viene descritto dagli amici come un ragazzo appassionato di rugby che non cercava mai lo scontro e anzi, per carattere, aveva l’abitudine di fare da paciere. Non è stato coinvolto in alcuna rissa, ma accoltellato a caso, nel mucchio, solo perché si trovava lì.

     

    Uno dei quattro uomini all’ingresso ha avuto le dita tagliate, e i due feriti ancora tra la vita e la morte – uno di 23 e l’altro di 28 anni – sono stati colpiti al ventre e alla gola.

     

    Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha parlato lunedì di un «fallimento generale della nostra società» e del bisogno di «ristabilire l’autorità ovunque». Ma oggi i fatti di Crépol, nell’interpretazione dell’estrema destra, assumono un valore simbolico: da un lato i francesi che vivono in pace nella loro comunità di origine, dall’altro giovani di origine straniera che arrivano dalle banlieue per ucciderli.

     

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    Eric Zemmour, fondatore e capo del partito, che dopo il mediocre risultato alla presidenziale cerca di rilanciarsi alle prossime europee, fa il paragone tra l’uccisione di Thomas e quella di Nahel, 17 anni, colpito a bruciapelo da un poliziotto, che provocò due settimane di rivolte urbane. «Thomas, 16 anni, non avrà senza dubbio un minuto di silenzio all’Assemblea nazionale. I suoi famigliari resteranno dignitosi e non provocheranno sommosse. Come al solito, alcuni getteranno un velo di silenzio sul suo assassinio, provocato da delinquenti di periferia venuti a Crépol per uccidere giovani francesi».

     

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    Al di là delle reazioni e interpretazioni politiche, gli investigatori stanno analizzando le immagini della serata per cercare di risalire ai colpevoli e, secondo il procuratore Caigny, «l’evoluzione delle indagini potrebbe essere molto rapida». Secondo alcune testimonianze il gruppo di 10 ragazzi sarebbe arrivato a bordo di due van noleggiati per l’occasione, un altro dettaglio che fa pensare a un’operazione organizzata e premeditata.

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