Fabrizio Goria per “la Stampa”
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«Servono cautela e prudenza sui conti pubblici». Il ministro dell'Economia Daniele Franco sale in cattedra e da Torino, in uno dei suoi ultimi impegni istituzionali, lancia un monito al prossimo governo. Dalle sale del Collegio Carlo Alberto (CCA) ha tenuto la Lectio magistralis Onorato Castellino 2022. «Il ricorso al debito», secondo Franco, deve essere proiettato al futuro, non al breve termine. Specie se bisogna affrontare emergenze crescenti e globali. «Il debito riduce l'autonomia dei Paesi», avvisa nella settimana elettorale. E ribadisce che il Pnrr non si deve toccare, se non per questioni mirate.
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L'applauso finale, durato una decina di secondi, denota quanto sia stata gradita la lezione di Franco. Elsa Fornero, già ministro del Lavoro, lo introduce affermando che il titolare del Tesoro «è forse il maggior esperto di conti pubblici in Italia». E in una fase così complicata come quella odierna - tra Covid, inflazione, guerra in Ucraina - Franco ribadisce che bisogna tenere la barra dritta del deficit di bilancio.
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«Reagire alle emergenze è uno dei compiti fondamentali dei governi», spiega citando Bettino Ricasoli e Giovanni Giolitti. Allo stesso tempo, non bisogna abusare degli scostamenti di bilancio. In particolare, guardando al futuro, ha rimarcato che «il debito può essere in parte lo strumento» per gli investimenti necessari ad affrontare le sfide climatiche, «ma forse non è l'unico».
La pianificazione di bilancio, così come la continuità nella scelta di politiche economiche, è necessaria. «Una risposta efficace alle emergenze richiede risorse pubbliche adeguate, che vuol dire margini di bilancio, livelli di deficit e di debito che consentano di agire. Se io ho un deficit e un debito elevati è ovvio che, quando ho la prossima emergenza, sono più vincolato».
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Così come nella pandemia, anche per contrastare gli effetti economici della guerra in Ucraina, serve ragionevolezza, avverte. Ma non solo. La seconda condizione per una visione virtuosa della finanza pubblica, capace di mostrare resilienza nelle situazioni avverse, è che vi sia «un'azione di prevenzione». Questo, sottolinea Franco, «vale per tutto, per le catastrofi naturali, le pandemie e le recessioni. Occorre prepararsi al futuro, prepararsi e prevenire». E poi la stoccata verso i partiti: «Se come decisore politico sono concentrato solo sull'immediato è ovvio che tutto questo è più difficile farlo».
La ricetta di Franco per la stabilità è semplice. «I margini di manovra a cui ricorrere nelle fasi critiche si costruiscono nelle fasi normale e favorevoli», dice ricordando «l'anomalia» del periodo compreso fra il 1965 e il 1993, coincisa con un rapporto fra debito e Pil passato dal 30% al 120 per cento. In questo caso, la soluzione sono le regole di bilancio capaci di contrastare «miopia, cioè la tendenza a scontare molto il futuro; scelte condizionate dalle scadenze elettorali; l'illusione fiscale degli elettori; il problema della mancanza di visione d'assieme».
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Senza di questi elementi, ha spiegato Franco, lo sforamento dei vincoli di bilancio è sicuro. E quindi, a repentaglio potrebbe essere il benessere dei cittadini. Per contrastare la prossima emergenza, secondo il ministro, servirà responsabilità. Specie perché occorre una risposta globale. «Per frenare i cambiamenti climatici - punto su cui ha premuto molto - lo sforzo in termini di risorse sarà ingente e prolungato», tale da includere una discussione che vada ben oltre le posizioni politiche.
Un messaggio accolto dalla platea con decisa approvazione. Non è mancato un momento di sorriso a margine delle domande che l'ex Dg della Banca d'Italia ha ricevuto dagli studenti. Fornero si è augurata che possa essere un bis di Franco, il quale non ha controbattuto e si è limitato a sorridere. Il compito, come ribadito anche da forum Ambrosetti di Cernobbio poche settimane fa, spetterà ad altri.