Estratto dell’articolo di Masolino D'Amico per “la Stampa”
PAOLA VITTORIO GASSMAN UGO PAGLIAI
Per consolarmi della triste e inaspettata notizia della sua morte ricevuta ieri mi sono messo a rileggere Una grande famiglia dietro le spalle, ovvero l'autobiografia a cui Paola Gassman affidò (nel 2007) un autoritratto pieno di pudore e lieve ironia, perfettamente coerente col ricordo di lei che abbiamo tutti noi che la conoscemmo e frequentammo. Eppure è un libro in cui la protagonista, assai atipicamente per chi fa il suo mestiere, parla poco di sé, e, cosa ancora più atipica, ancora meno del teatro.
D'altro canto - a parte sposarsi un paio di volte, mettere al mondo un paio di figli, scusate se è poco - non sembra che Paola abbia mai fatto altro se non uscire su un palco e recitare, almeno dal giorno in cui io la vidi per la prima volta, era il suo saggio all'Accademia di Arte Drammatica, poco meno di una sessantina di anni fa; mi pare fosse un Sogno di Shakespeare, ma la mia memoria non è più affidabile.
PAOLA GASSMAN
Ora, se nel libro Paola di teatro non parla quasi (con eleganza, in quanto, sembra dire, non è bello annoiare coi dettagli della propria attività), spiega convincentemente, quasi col tono di chi cerca di giustificarsi, perché proprio nel teatro è finita. Da piccola non le piaceva proprio.
«Quando il nonno ha i capelli io scappo»: e si capisce, i bambini non vogliono sorprese, vedere i genitori o altri parenti prossimi cambiare aspetto li allarma. Quando la bambina veniva portata nei camerini dei suoi illustri congiunti («le casette di nonno e zia»), assisteva preoccupata a metamorfosi che non capiva. Una volta che, mancando un fanciulletto di scena, tentarono di convincerla a sostituirlo, oppose un rifiuto irremovibile, malgrado sua madre le facesse scherzosamente la lista dei parenti cui comportandosi così mancava di rispetto.
UGO PAGLIAI PAOLA GASSMAN 33
[…] quando decise di arrendersi al suo destino, dando un saggio del carattere serio e riflessivo che l'avrebbe poi sostenuta tutta la vita non salì sul carro di Tespi, ovvero rifiutò la gavetta in una compagnia di giro come il nonno avrebbe voluto, ma si iscrisse all'Accademia dopo aver superato un regolare esame di ammissione e, appunto, si mise a studiare come a scuola.
Un nonno che si dipingeva la faccia e cambiava parrucca ogni settimana la inquietava, ma anche la straripante vitalità istrionica del padre la spaventava non poco. Sua madre Nora, eccellente attrice anche lei, era una persona più concreta di costoro.
PAOLA GASSMAN UGO PAGLIAI 33
Aveva un'intelligenza vivace e una scanzonatezza dissacrante molto toscana, e il suo matrimonio con il mattatore Vittorio naufragò presto, perché come spiega Paola, lui aveva bisogno di essere continuamente approvato e incensato, mentre Nora era la prima a smontare ogni tentativo di retorica. Paola trovò sempre più congeniale questo atteggiamento, che era il contrario dell'esibizionismo. E come attrice fu sempre una impeccabile professionista dal basso profilo, quasi una rarità in un ambiente che spesso premia l'esagerazione e l'eccezionalità.
vittorio gassman ugo pagliai paola gassman al gilda
La cosa sorprendente non è che Paola facesse l'attrice come, appunto, se questo fosse un mestiere normale. La cosa sorprendente è che il pubblico la accettò subito: che le si affezionò e continuò a seguirla (come seguirà senza dubbio i funerali domani alla Chiesa degli Artisti), come si dice, a scatola chiusa, da stella di prima grandezza. Lei lo era, ma senza mai sottolinearlo.
Trovò nel compagno della parte più lunga e bella della sua vita, Ugo Pagliai, un partner che accanto a lei continuò per decenni e raffinarsi fino a raggiungere l'economia espressiva dei più grandi. La loro ditta fu di quelle che mettono in scena gli autori, classici e meno classici, e non se stesse; da Pirandello a Noel Coward, dovunque la parola fosse più importante del gesto.
VITTORIA GASSMAN CON IL FRATELLO ALESSANDRO E LA SORELLA PAOLA
[…] L'umorismo di sua madre Nora rivisse in lei, aiutandola a sdrammatizzare molte situazioni. Avrà avuto i suoi conflitti interiori come tutti, ma nella famiglia così affascinantemente estrosa e estroversa che rievocò nei suoi ricordi fu sempre la figlia, sorella e madre saggia, sorridente, equilibrata, indulgente. Ogni attore recita una parte anche nella vita; la sua fu incantevole.
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