Serena Di Ronza per l’ANSA
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La mina Donald Trump agita la politica americana e lascia intravedere una campagna elettorale per il 2024 ancora più turbolenta del previsto. L'ex presidente incriminato e sul quale pesano 91 capi di accusa è leader incontrastato nei sondaggi e, è il timore di molti, potrebbe rafforzarsi ulteriormente con la sentenza della Corte Suprema del Colorado che lo ha squalificato dalle primarie nello Stato.
Una bocciatura che gli consente infatti di giocare il ruolo di vittima del sistema e che rientra perfettamente nella sua strategia politica. La decisione del Colorado è un "regalo" all'ex presidente, sostengono ad esempio alcuni commentatori sul Los Angeles Times e su The Hill, convinti che la squalifica complichi anche la campagna elettorale dei suoi rivali, in particolare Nikki Haley e Ron DeSantis che si contendono il secondo posto e puntano a imporsi come gli anti-Trump.
TRUMP E NIKKI HALEY
Lo scontro fra l'ex governatrice del South Carolina e l'ex delfino del tycoon è sempre più acceso in vista dei caucus dell'Iowa in gennaio. "Sconfiggo Trump da sola, non ho bisogno che un giudice lo rimuova" dalle primarie, ha detto Haley.
"La sinistra sta abusando del potere giudiziario", si è limitato a commentare DeSantis in merito alla decisione dei giudici del Colorado, sommersi da minacce di morte online. All'interno del partito conservatore, i deputati e senatori Maga difendono Trump "dall'anti-democratico attacco del Colorado" mentre la leadership del Senato mantiene il silenzio nella consapevolezza che la decisione potrebbe salvare i repubblicani e aprire un nuovo capitolo per il partito.
nikki haley ron desantis dibattito repubblicano a miami
I democratici, almeno per il momento, festeggiano cercando però di contenere l'ottimismo. I liberal sono infatti già rimasti scottati dai due impeachment di Trump e dal rapporto di Robert Mueller che avrebbero dovuto infliggere al tycoon il colpo di grazia politico e invece si sono risolti in un flop. La cautela affonda le radici anche nella consapevolezza che l'ultima parola sulle elezioni del 2024 l'avrà la Corte Suprema a maggioranza conservatrice, chiamata a esprimersi dell'immunità presidenziale di Trump sul 6 gennaio e, probabilmente, sulla decisione del Colorado (il tycoon ha annunciato ricorso ma non lo ha ancora presentato).
I saggi non si sono mai pronunciati sulla terza sezione del 14mo emendamento, quella brandita dalla corte del Colorado che vieta qualsiasi carica pubblica a funzionari coinvolti in "un'insurrezione" o "rivolta" contro la costituzione che hanno giurato di sostenere. Prevedere come i saggi potrebbero pronunciarsi al riguardo non è facile, soprattutto tenendo conto che giudici e tribunali da sempre esitano a limitare le scelte degli elettori.
TRUMP E NIKKI HALEY
Se la Corte Suprema si schierasse a favore della decisione del Colorado, per la campagna di Trump sarebbe la fine perché la decisione avrebbe un impatto a livello nazionale. Ma questo potrebbe aprire anche un nuovo capitolo di lotta, con la possibilità che politici e candidati possano in futuro usare la sentenza per cercare di squalificare i loro rivali. Alcuni conservatori ad esempio stanno già pensando di farlo contro la vicepresidente Kamala Harris, 'rea' di aver raccolto fondi per aiutare gli arrestati durante gli scontri seguiti all'uccisione di George Floyd.
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