Giuseppe Alberto Falci per il "Corriere della Sera"
lamorgese salvini
In poche ore Matteo Salvini sfida Luciana Lamorgese su due fronti: ius soli e migranti. Aprendo così una faglia all'interno della maggioranza che sostiene Mario Draghi. Succede che la ministra dell'Interno si dica favorevole alla proposta del presidente del Coni Giovanni Malagò di accelerare sullo ius soli per gli sportivi. La titolare del Viminale si augura «una sintesi» fra le forze politiche, anche perché «quando vediamo questi ragazzi delle Olimpiadi che hanno onorato il nostro Paese viene da pensare che le parole di Malagò abbiano un senso. Questi ragazzi devono sentirsi parte integrante della società».
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Non sia mai. Il leader della Lega si infuria: «Invece di vaneggiare di ius soli, visto che con la legge vigente siamo il Paese europeo che negli ultimi anni ha concesso più cittadinanze in assoluto, il ministro dell'Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente in Italia. Ci sono decine di migliaia di sbarchi organizzati dagli scafisti, senza che il Viminale muova un dito». In via Bellerio non vogliono sentir parlare di legge sulla cittadinanza. Il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni è durissimo: «Lo ius soli non passerà mai».
E a sera nell'inner circle di Salvini viene preso di mira il segretario del Pd: «Per la Lega le priorità sono lavoro, salute e sicurezza, per il Pd lo ius soli. Letta vive su un altro pianeta». Sia come sia, in un amen lo scontro si sposta sull'immigrazione.
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E se Salvini parla di invasione in riferimento all'ultimo sbarco della Ocean Viking al porto di Pozzallo con oltre 500 migranti, la ministra, nel corso della video intervista con il direttore della Stampa Massimo Giannini, incalza il suo predecessore: «I numeri sono aumentati, certamente, ma non parlerei di invasione... Salvini evidentemente non ha ben chiare le difficoltà che stiamo vivendo quotidianamente, ma se ci sono iniziative per bloccare gli arrivi che non abbiamo adottato, e lui ci può suggerire, io le raccolgo volentieri».
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Poco prima la titolare del Viminale ha altresì spiegato che l'emergenza immigrati «ci sarebbe se rimanessero tutti in Sicilia, cosa che non è perché dopo la quarantena vengono distribuiti nel territorio». Fatto sta che Salvini attacca ancora il Viminale: «Quanto dobbiamo aspettare per i controlli a campione anche nei porti e ai confini?». In questo contesto il centrodestra è unito e compatto. L'azzurro Antonio Tajani invoca «un'azione Ue condivisa nella gestione dei flussi e dei rimpatri».
Giorgia Meloni è netta: «Blocco navale subito». Mentre il presidente della Sicilia Nello Musumeci chiede «lo stato di emergenza per il numero complessivo dei migranti sbarcati, per la condizione sanitaria determinata dal Covid-19, per la gestione pre e post quarantena degli arrivi e per l'impatto che esercita sul tessuto socio-economico».