Michela Tamburrino per “la Stampa”
angelo guglielmi
Ha lo sguardo apparentemente distaccato Angelo Guglielmi quando parla di televisione. Ma la passione resta ciò che lo ha portato a governare con successo la sua terza rete dal 1987 al 1994.
Dire di guardare solo le partite di calcio è un vezzo che gli si perdona dato l'acume che poi mette nell'esaminare la tv, oltre lo sport.
Guglielmi, dopo l'insediamento di Carlo Fuortes, mi disse di essere molto fiducioso nel suo operato e di stimarlo. Lo sottoscriverebbe, oggi?
«Lo stimavo allora e lo stimo. Certo, non si è rivelato sorprendente, è innegabile. Ma tutto nasce dal fatto che gli hanno conferito l'incarico sbagliato».
In che senso?
«Ho letto che Fuortes era stato indicato come presidente della Rai e che Marinella Soldi avrebbe dovuto fare l'amministratore delegato. Ed era un'ottima decisione. Non comprendo questo switch dell'ultimo minuto. Penso che la direzione di una tv vada data a chi di tv ne capisce: e non è successo. Soldi è una donna di programmi e chi ha il compito di governarli deve sapere perfettamente di cosa si parla. Fuortes è una persona degna, ha risanato i conti del Teatro dell'Opera con mano ferma, sarebbe stato un ottimo Presidente. Impossibile prescindere da quanto si deve fare: la televisione».
Eppure in tanti sostengono che più della tv bisognerebbe conoscere la Rai, un universo a se stante. Concorda?
CARLO FUORTES MARINELLA SOLDI
«No, certo. A me non è mai interessato nulla del mondo Rai e delle chiacchiere interne, politiche e non. Mi importava molto dei programmi e di come andavano fatti. L'unica cosa sana per fare la bella televisione che oggi quasi non esiste più».
A Mario Orfeo hanno tolto le deleghe della divisione Approfondimenti. Conosce Orfeo?
«È una scelta incomprensibile e bisognerebbe sapere da cosa è stata ispirata. Orfeo è la persona di più alta qualità presente ora in Rai. Lo stimo molto e non sapevo che lui stimasse me. Me ne sono reso conto un giorno alla stazione di Torino. Fu molto affabile con me che non ero più in Rai da tempo e che con lui non avrei mai avuto nessuno scambio professionale. Sono stupito di questa rimozione, non vedo buone ragioni per privare la Rai di un apporto tanto importante».
Infatti la Rai non se ne priva, è stato designato con ogni probabilità alla guida del Tg3 dal quale peraltro veniva.
angelo guglielmi servizio delle iene sui talk show
«Ne sono contento. Mi pare una buona cosa per il Tg3. La mia ex rete miseramente decaduta ha invece continuato ad avere un buon telegiornale. Resta comunque un'insensatezza. Sovrintendere ai contenuti è importantissimo e lui era la persona più adatta».
Sovrintendere ai contenuti anche dei talk show. Che cosa pensa delle polemiche legate ai salotti televisivi?
«Me ne frego delle polemiche. Sono fuori dalla Rai da quarant' anni, non seguo le chiacchiere, guardo il prodotto. Oggi neppure più quello. A me la tv piaceva farla non vederla».
MARCELLO CIANNAMEA, FELICE VENTURA, STEFANO COLETTA E MARIO ORFEO
Allora i talk show?
«Li inventammo noi come terza rete i talk show, Milano-Italia, Santoro. Ora vedo decadenza, conduttori inadatti»
Non se ne salva neppure uno?
«Ne salvo due. "Piazza Pulita" di Corrado Formigli, cresciuto alla scuola di Santoro e "#Cartabianca" di Bianca Berlinguer, la più scanzonata, le sue sveltezze sono stimolanti».
I peggiori?
«Tutti gli altri. Il talk show deve essere stimolante, deve presentare un tema che poi viene sviscerato in ogni suo punto. Bisogna sentire cose che hanno il timbro della qualità».
Per alcuni talk si è adombrato il pericolo di filo-putinismo.
angelo guglielmi foto di bacco
«Ridicolo anche solo parlarne. Non mi importa niente se si è filo o anti qualcosa. È una scelta di parte che il conduttore non deve assumere. Il conduttore porta la realtà o la percezione che ne ha, per poi discuterne».
CARLO FUORTES MARINELLA SOLDI mario orfeo foto mezzelani gmt142 bianca berlinguer carlo fuortes e marinella soldi